2008-07-16 15:05:32

Scambio di salme e prigionieri tra Israele ed Hezbollah


Sono in corso le operazioni per lo scambio di prigionieri e salme tra Hezbollah e autorità israeliane a ridosso del valico di Rosh Hanikra, al confine tra Israele e Libano. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Al valico costiero di Rosh Hanikra, proseguono dalle prime ore di questa mattina le operazioni di scambio di prigionieri e salme tra Israele e Libano. Dopo un test del DNA, le autorità israeliane hanno confermato che le due salme consegnate dai libanesi appartengono effettivamente ai due soldati dello Stato ebraico rapiti nel luglio 2006 dai miliziani di Hezbollah, e la cui cattura innescò la sanguinosa guerra-lampo tra i due Paesi. Le salme erano state consegnate poche ore prima da emissari del Partito di Dio al Comitato Internazionale della Croce Rossa, che supervisiona tutte le operazioni. Solo adesso, come da accordi, le autorità israeliane procederanno al rilascio dei 5 miliziani di Hezbollah. Nel frattempo, sono già rientrati in Libano le spoglie di diversi combattenti sciiti, su un totale di 180, come contropartita per le notizie sul destino di un aviatore israeliano catturato nel 1986. Per Hezbollah si tratta di una grande vittoria politica: il movimento ha preparato un accoglienza da eroi ai cinque prigionieri. E’ un giorno di grande tristezza invece per Israele, che fino a ieri ancora sperava di accogliere in vita almeno uno dei due soldati rapiti.
 
Iran
Gli Stati Uniti invieranno un loro negoziatore questo fine settimana, a Ginevra, all’incontro che l'Alto rappresentante per la politica estera dell'UE, Javier Solana, avrà con il capo negoziatore del nucleare iraniano, Saeed Jalili. Si tratta del contatto diplomatico a livello più alto tra Washington e Theran dal 1979, anno della rivoluzione islamica iraniana e della presa di ostaggi nell'ambasciata americana. La guida suprema dell’Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha intanto fatto sapere che ''sebbene l’Iran abbia deciso di prender parte ai negoziati, non sarà accettata alcuna minaccia riguardo al programma nucleare”.
Afghanistan
In Afghanistan, sale la tensione anche il fronte politico. Il presidente Karzai ha rimosso Jabar Sabet dalla funzione di ministro della Giustizia, dopo che questi ha annunciato la propria candidatura alle presidenziali del prossimo anno. “È una decisione contraria alla Costituzione”, ha affemato l’ex ministro. Intanto, la NATO ha abbandonato l'avamposto occupato nel villaggio di Wanat, nell’est del Paese, in seguito al duro attacco subito domenica scorsa, nel corso del quale avevano perso la vita 9 militari americani. E la recrudescenza delle violenze ha posto le vicende dell’Afghanistan al centro della campagna per le presidenziali americane di questi giorni. Entrambi i candidati intendono aumentare le truppe in Afghanistan, ma Barack Obama indica anche un ritiro di pari passo dall’Iraq.

Iraq
Si continua a morire in Iraq: oggi, l’esercito americano ha reso nota la morte di altri due soldati USA. Uno è rimasto ucciso ieri nell’esplosione di una bomba piazzata all’interno di un’abitazione a Diyala, a nord-est della capitale Baghdad, un altro invece è morto in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco avvenuto lunedì nell’ovest del Paese. Intanto, nella giornata di oggi, le Forze multinazionali hanno riconsegnato alle autorità irachene il controllo della provincia sciita di Diwaniya, a sud di Baghdad. Sale così a 10 su 18 il numero delle province tornate sotto il controllo del governo locale. “Entro quest’anno - ha annunciato il Consigliere iracheno per la sicurezza nazionale, Moaffaq al Rubei, durante la cerimonia - la responsabilità di tutte le province irachene sarà trasmessa alle autorità locali”. “Le forze di sicurezza irachene - gli ha fatto eco il generale americano, Lloyd Austin - hanno combattuto con determinazione e sono riuscite con l’aiuto delle forze multinazionali a sconfiggere il terrorismo in questa provincia”. Ieri, su tutta la provincia, il capo della polizia locale aveva imposto il coprifuoco.

Timor Est
Indonesia e Timor Est prendano misure concrete per individuare i responsabili delle violazioni dei diritti umani compiuti a Timor Est nel 1999. E’ l’appello lanciato dal segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, dopo la pubblicazione del rapporto della “Commissione per la verità e l’amicizia”, istituita dai due Paesi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Il segretario generale dell’ONU ha chiesto ai governi dei due Stati di “mettere fine all’impunità” di cui beneficiano gli autori dei crimini contro l’umanità commessi nel 1999 a Timor Est. La dichiarazione segue il rapporto diffuso ieri dalla “Commissione per la verità e l’amicizia, istituita nel 2005” dai governi dei due Paesi. Secondo questo dossier - che non ha valore legale e dal quale non si può procedere per avviare processi - è stata condotta una “campagna di violenza” con l’implicazione, diretta o indiretta, della polizia, dell’esercito e dell’apparato politico indonesiano. Nel 1999, gli abitanti di Timor Est votarono a favore dell’indipendenza dall’Indonesia dopo 24 anni di occupazione. Ma l’esito del referendum innescò una catena di omicidi, saccheggi e violenze costate la vita ad oltre 1.000 persone. La speranza del segretario generale dell’ONU è che il rapporto possa costituire adesso “una prima tappa verso la giustizia e la riconciliazione dei due Paesi”. Da segnalare, infine, le dichiarazioni del presidente dell’Indonesia, Susilo Bambang Yudhoyono, che ieri ha ammesso le violazioni dei diritti umani. Il capo di Stato indonesiano ha anche espresso “forte rammarico” per gli omicidi, i casi di tortura e gli altri crimini accertati dalla Commissione.
 
Italia
La Camera dei deputati ha terminato questa mattina l’esame degli ordini del giorno al decreto legge sulla sicurezza. Sono in corso le dichiarazioni di voto, al termine delle quali è previsto il voto finale sul provvedimento. Intanto, un emendamento al decreto legge, che ha ottenuto il sì "bipartisan" nelle commissioni di Montecitorio, inserisce una norma che prevede l’obbligatorietà delle impronte digitali sulla carta d’identità dal primo gennaio 2010. La norma dovrebbe disinnescare le polemiche sulla raccolta di impronte dei rom. Il decreto tornerà in Senato per il "sì" definitivo mercoledì 23 luglio.

Turchia
Sono 33 i ''terroristi del PKK'' uccisi dall'esercito turco in operazioni nel sud-est del Paese, tra l'11 e il 14 luglio scorsi. Lo rendono noto le Forze armate turche oggi, aggiornando il bilancio di ieri che parlava di 22 vittime.

Russia Test del DNA confermano che le ossa trovate lo scorso anno nei pressi di Ekaterinenburg appartengono ad Alexei e Maria, figli dell'ultimo Zar di Russia, Nicola II. ''I risultati degli studi del DNA, confermano l'ipotesi che il secondo sito contenga i resti della Gran Duchessa Maria e del Principe Alexei'', riferisce in una nota la Commissione investigativa della Procura incaricata delle indagini. A 90 anni dal massacro della famiglia dell'ex zar di Nicola II Romanov, avvenuta tra il 16 e 17 luglio del 1918 per mano delle autorità sovietiche, si chiude una delle più cruente e misteriose della recente storia russa. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 198
 
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.