Scambio di salme e prigionieri tra Israele ed Hezbollah
Sono in corso le operazioni per lo scambio di prigionieri e salme tra Hezbollah e
autorità israeliane a ridosso del valico di Rosh Hanikra, al confine tra Israele e
Libano. Il servizio di Marco Guerra:
Al valico
costiero di Rosh Hanikra, proseguono dalle prime ore di questa mattina le operazioni
di scambio di prigionieri e salme tra Israele e Libano. Dopo un test del DNA, le autorità
israeliane hanno confermato che le due salme consegnate dai libanesi appartengono
effettivamente ai due soldati dello Stato ebraico rapiti nel luglio 2006 dai miliziani
di Hezbollah, e la cui cattura innescò la sanguinosa guerra-lampo tra i due Paesi.
Le salme erano state consegnate poche ore prima da emissari del Partito di Dio al
Comitato Internazionale della Croce Rossa, che supervisiona tutte le operazioni.
Solo adesso, come da accordi, le autorità israeliane procederanno al rilascio dei
5 miliziani di Hezbollah. Nel frattempo, sono già rientrati in Libano le spoglie di
diversi combattenti sciiti, su un totale di 180, come contropartita per le notizie
sul destino di un aviatore israeliano catturato nel 1986. Per Hezbollah si tratta
di una grande vittoria politica: il movimento ha preparato un accoglienza da eroi
ai cinque prigionieri. E’ un giorno di grande tristezza invece per Israele, che fino
a ieri ancora sperava di accogliere in vita almeno uno dei due soldati rapiti. Iran
Gli Stati Uniti invieranno un loro negoziatore questo fine settimana, a Ginevra,
all’incontro che l'Alto rappresentante per la politica estera dell'UE, Javier Solana,
avrà con il capo negoziatore del nucleare iraniano, Saeed Jalili. Si tratta del contatto
diplomatico a livello più alto tra Washington e Theran dal 1979, anno della rivoluzione
islamica iraniana e della presa di ostaggi nell'ambasciata americana. La guida suprema
dell’Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha intanto fatto sapere che ''sebbene l’Iran
abbia deciso di prender parte ai negoziati, non sarà accettata alcuna minaccia riguardo
al programma nucleare”. Afghanistan In Afghanistan, sale la tensione
anche il fronte politico. Il presidente Karzai ha rimosso Jabar Sabet dalla funzione
di ministro della Giustizia, dopo che questi ha annunciato la propria candidatura
alle presidenziali del prossimo anno. “È una decisione contraria alla Costituzione”,
ha affemato l’ex ministro. Intanto, la NATO ha abbandonato l'avamposto occupato nel
villaggio di Wanat, nell’est del Paese, in seguito al duro attacco subito domenica
scorsa, nel corso del quale avevano perso la vita 9 militari americani. E la recrudescenza
delle violenze ha posto le vicende dell’Afghanistan al centro della campagna per le
presidenziali americane di questi giorni. Entrambi i candidati intendono aumentare
le truppe in Afghanistan, ma Barack Obama indica anche un ritiro di pari passo dall’Iraq.
Iraq Si continua a morire in Iraq: oggi, l’esercito americano ha
reso nota la morte di altri due soldati USA. Uno è rimasto ucciso ieri nell’esplosione
di una bomba piazzata all’interno di un’abitazione a Diyala, a nord-est della capitale
Baghdad, un altro invece è morto in seguito alle ferite riportate in uno scontro a
fuoco avvenuto lunedì nell’ovest del Paese. Intanto, nella giornata di oggi, le Forze
multinazionali hanno riconsegnato alle autorità irachene il controllo della provincia
sciita di Diwaniya, a sud di Baghdad. Sale così a 10 su 18 il numero delle province
tornate sotto il controllo del governo locale. “Entro quest’anno - ha annunciato il
Consigliere iracheno per la sicurezza nazionale, Moaffaq al Rubei, durante la cerimonia
- la responsabilità di tutte le province irachene sarà trasmessa alle autorità locali”.
“Le forze di sicurezza irachene - gli ha fatto eco il generale americano, Lloyd Austin
- hanno combattuto con determinazione e sono riuscite con l’aiuto delle forze multinazionali
a sconfiggere il terrorismo in questa provincia”. Ieri, su tutta la provincia, il
capo della polizia locale aveva imposto il coprifuoco.
Timor Est Indonesia
e Timor Est prendano misure concrete per individuare i responsabili delle violazioni
dei diritti umani compiuti a Timor Est nel 1999. E’ l’appello lanciato dal segretario
generale dell’ONU, Ban Ki-moon, dopo la pubblicazione del rapporto della “Commissione
per la verità e l’amicizia”, istituita dai due Paesi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il
segretario generale dell’ONU ha chiesto ai governi dei due Stati di “mettere fine
all’impunità” di cui beneficiano gli autori dei crimini contro l’umanità commessi
nel 1999 a Timor Est. La dichiarazione segue il rapporto diffuso ieri dalla “Commissione
per la verità e l’amicizia, istituita nel 2005” dai governi dei due Paesi. Secondo
questo dossier - che non ha valore legale e dal quale non si può procedere per avviare
processi - è stata condotta una “campagna di violenza” con l’implicazione, diretta
o indiretta, della polizia, dell’esercito e dell’apparato politico indonesiano. Nel
1999, gli abitanti di Timor Est votarono a favore dell’indipendenza dall’Indonesia
dopo 24 anni di occupazione. Ma l’esito del referendum innescò una catena di omicidi,
saccheggi e violenze costate la vita ad oltre 1.000 persone. La speranza del segretario
generale dell’ONU è che il rapportopossa costituire adesso “una prima
tappa verso la giustizia e la riconciliazione dei due Paesi”. Da segnalare, infine,
le dichiarazioni del presidente dell’Indonesia, Susilo Bambang Yudhoyono, che ieri
ha ammesso le violazioni dei diritti umani. Il capo di Stato indonesiano ha anche
espresso “forte rammarico” per gli omicidi, i casi di tortura e gli altri crimini
accertati dalla Commissione. Italia La Camera dei deputati
ha terminato questa mattina l’esame degli ordini del giorno al decreto legge sulla
sicurezza. Sono in corso le dichiarazioni di voto, al termine delle quali è previsto
il voto finale sul provvedimento. Intanto, un emendamento al decreto legge, che ha
ottenuto il sì "bipartisan" nelle commissioni di Montecitorio, inserisce una norma
che prevede l’obbligatorietà delle impronte digitali sulla carta d’identità dal primo
gennaio 2010. La norma dovrebbe disinnescare le polemiche sulla raccolta di impronte
dei rom. Il decreto tornerà in Senato per il "sì" definitivo mercoledì 23 luglio.
Turchia Sono 33 i ''terroristi del PKK'' uccisi dall'esercito
turco in operazioni nel sud-est del Paese, tra l'11 e il 14 luglio scorsi. Lo rendono
noto le Forze armate turche oggi, aggiornando il bilancio di ieri che parlava di 22
vittime.
Russia Test del DNA confermano che le ossa trovate lo scorso
anno nei pressi di Ekaterinenburg appartengono ad Alexei e Maria, figli dell'ultimo
Zar di Russia, Nicola II. ''I risultati degli studi del DNA, confermano l'ipotesi
che il secondo sito contenga i resti della Gran Duchessa Maria e del Principe Alexei'',
riferisce in una nota la Commissione investigativa della Procura incaricata delle
indagini. A 90 anni dal massacro della famiglia dell'ex zar di Nicola II Romanov,
avvenuta tra il 16 e 17 luglio del 1918 per mano delle autorità sovietiche, si chiude
una delle più cruente e misteriose della recente storia russa. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra)
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