2008-07-15 15:58:12

"Non diamo per scontato di aver capito che Dio è amore": così il cardinale Comastri nella cerimonia presieduta ieri nella memoria di San Camillo de Lellis


Si è svolta ieri sera nella cappella dell’Ospedale Madre Giuseppina Vannini di Roma, la solenne cerimonia eucaristica, presieduta dal cardinale Angelo Comastri, per la festa di San Camillo de Lellis. Come ogni anno i fedeli della zona sud est della Capitale, unitamente al personale sanitario e amministrativo del nosocomio, hanno risposto numerosi all’invito delle Figlie di San Camillo a stringersi attorno a chi soffre proprio nel giorno della ricorrenza dell’Apostolo di Bucchianico. Durante l’omelia, il porporato ha ricordato: “Oggi sicuramente c’è più scienza di un tempo, più tecnica, ma meno amore”. Quell’amore che, come ci ricordava Padre Pio da Pietrelcina, guarisce molte malattie. Rivolgendosi alle suore, il cardinale ha poi detto: “Voi avete il carisma di portare l’amore agli ammalati e questa è una missione mai superata perché chi soffre avrà sempre bisogno d’amore. Quella croce rossa che portate sul petto è il distintivo di ciascun cristiano. Vi esorto, quindi, a ricordarci ogni giorno il Vangelo, a provocarci con la vostra carità. Solo guardandovi, noi sappiamo che lì c’è la carità, una carità libera e disinteressata, una carità da corsia, quella che però salva gli uomini”. Poi un appello ai fedeli e al personale sanitario: “Non diamo per scontato di aver capito che Dio è amore. Gesù ci ricorda che non basta appartenere alla cosiddetta categoria dei buoni per essere buoni veramente. E lo fa raccontando la vicenda del Buon Samaritano. Si è buoni solo se si vive la carità, quella concreta, così come descritta con parole semplici, ma molto efficaci, da Madre Teresa di Calcutta: "Un bicchier d’acqua dato con amore vale più di una biblioteca sulla carità”. Al termine della cerimonia, la superiora generale delle Figlie di San Camillo, madre Laura Biondo, ha ringraziato il cardinale Comastri e, nel suo indirizzo di saluto al personale medico e amministrativo dell’Ospedale Vannini, ha sottolineato: “Per quanto concerne il nostro carisma possiamo dire che è di una attualità estrema, tenendo presenti in modo particolare le nuove povertà quali l’AIDS e la droga. Siamo chiamati, quindi, ad essere una testimonianza profetica e mistica di Cristo Buon Samaritano e di conseguenza la nostra fedeltà al carisma di San Camillo e allo spirito dei nostri Beati Fondatori è un imperativo assoluto, per poter essere testimoni della presenza di Dio in un mondo disorientato e confuso”. Confermata a maggio scorso per il prossimo sessennio, nel corso del 18esimo capitolo generale ordinario, alla guida della Congregazione delle Camilliane, Madre Laura Biondo ha ricordato: “La missione delle Figlie di San Camillo è quella di testimoniare al mondo l’amore sempre presente di Cristo verso gli infermi attraverso il ministero spirituale e corporale, esercitato anche con il pericolo della vita secondo lo spirito dei nostri Beati Fondatori, Madre Giuseppina Vannini e Padre Luigi Tezza”. (A cura di Davide Dionisi)







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