La lunga prepazione della GMG di Sydney cominciata già nel 2002, durante la GMG di
Toronto. Intervista con l’allora responsabile del raduno canadese, padre Thomas Rosìca
La macchina organizzativa della GMG, sempre più a pieno regime, ha mosso i suoi primi
passi addirittura sei anni fa. Alcuni esponenti australiani si trovavano a Toronto,
durante la GMG canadese, per osservare dal vivo lo svolgersi del grande raduno in
vista dell’appuntamento del 2008. Organizzatore della Giornata canadese era padre
Thomas Rosìca, oggi responsabile di “Salt and Light”, una televisione della Conferenza
episcopale canadese. Padre Rosìca ha collaborato alla preparazione della GMG di Sydney
e stasera terrà una catechesi ai giovani sulla figura del Beato Piergiorgio Frassati.
Il nostro inviato Roberto Piermarini lo ha incontrato e gli ha chiesto di spiegare
le differenze tra la GMG di Toronto e quella australiana: R.
– La collaborazione, in questi ultimi tre anni, è stata strettissima. Abbiamo condiviso
con la gente di Sydney e dell’Australia tutti i nostri archivi, tutti i piani, e due
anni fa mi hanno invitato qui a Sydney per un incontro con il governo. E l’altro giorno
mi sono reso conto che sono stati scambiati oltre 700 messaggi in questi ultimi tre
anni, ed anche visite. La gente di Sydney è venuta a Toronto, e arrivando qui a Sydney
in questi giorni posso dire di essere molto contento, perchè hanno preparato molto
bene. Hanno avuto le stesse sfide che abbiamo avuto a Toronto, perchè sono due culture
secolari. Ammiro molto la presenza e il ruolo del cardinale Pell e della sua equipe,
che ha messo il cuore in questo progetto e si vede e si sente. D.
– Quali sono le differenze tra la Giornata del 2002 a Toronto e questa del 2008 a
Sydney? R. – Prima di tutto c’è la differenza della distanza.
E’ una grande sfida raggiungere l’Australia. Per noi in Canada, per esempio, la prossimità
degli Stati Uniti è stato un forte aiuto, perché gli Stati Uniti hanno inviato 57
mila ragazzi a Toronto. La seconda sfida molto importante è che qui non c’è una cultura
cattolica, non c’è una cultura profondamente cristiana. E’ stata una grande sfida
fare un progetto così grande, in un Paese che non ha una lunga esperienza di cultura
cristiano-cattolica. Hanno risposto molto bene a questa sfida e credo che tutta la
società australiana stia rispondendo positivamente a questo impatto della GMG. La
GMG è soltanto l’inizio, non è la fine di un progetto: è un nuovo inizio, un nuovo
lancio, un nuovo respiro di fede e di cultura cattolica. L’altra sfida è che l’indifferenza
è stata più forte qui in Australia, che non in Canada. D. –
I frutti della GMG del 2002 a Toronto quali sono stati e quali potranno essere per
questa GMG 2008? R. – Come ha detto il cardinal Pell stamattina
alla conferenza stampa, il nostro Dio è un Dio della sorpresa. Non si può programmare
la risposta perfetta ad una GMG. L’importante è che rimaniamo aperti al passaggio
dello Spirito Santo e lo Spirito Santo sta al cuore di questa GMG. Ammiro molto l’apertura
della Conferenza episcopale australiana al futuro. Hanno stabilito un progetto pastorale
per il futuro e hanno parlato anche, qualche anno fa, di un progetto di 20 anni, di
continuazione. In Canada stiamo godendo adesso i primi frutti della GMG, perché c’è
una primavera che segue un lungo inverno di gestazione. Per esempio, posso dire che
il primo frutto della GMG a livello nazionale in Canada è stata la nascita del canale
televisivo Salt and Light, sale e luce. Mi hanno chiesto di essere il presidente di
questo canale televisivo, che funziona molto bene e continua il “momentum” della Giornata
mondiale della gioventù. Seconda cosa, in ogni diocesi, dove la GMG è stata accolta
molto bene, c’è un nuovo slancio per la pastorale giovanile e credo che coloro che
hanno accolto in modo straordinario i frutti della GMG in Canada siano stati i movimenti
ecclesiali. Posso citarne due, dove vediamo veramente dei grandissimi frutti. Il primo,
nel settore anglofono, si chiama Catholic Christian ??, un gruppo di studenti a livello
nazionale universitari, che stanno in tutti i campus dell’Università. Il secondo movimento,
che è stato stupendo da vedere, da parte francofona, si chiama ?? Marie Jeunesse.
In questa comunità di giovani consacrati, maschi e femmine, abbiamo avuto durante
il Congresso eucaristico recente 12 ordinazioni sacerdotali, otto facenti parte di
questo movimento. E tutti dicono che debbono la vocazione a Giovanni Paolo II e alla
Giornata mondiale della gioventù. D. – Questa Giornata 2008
di Sydney presenta 10 modelli di santità. Lei terrà una veglia di preghiera per Giorgio
Frassati. Quale modello presenta ai giovani che arrivano a Sydney Giorgio Frassati? R.
– Prima di tutto, beata l’Italia per aver dato alla Chiesa un modello come Pier Giorgio
Frassati, che già è stato modello patrono della nostra Giornata mondiale in Canada.
Adesso in Canada, per esempio, ci sono 7 case Frassati, attraverso tutto il Paese,
da Vancouver fino a Montreal, di giovani adulti che vivono insieme in comunità. Frassati
è un modello magnifico per la GMG e per i giovani oggi, perché è uno che ha affrontato
tutti i problemi che noi affrontiamo oggi: la divisione in famiglia, la lotta per
presentare e vivere il Vangelo. La sua devozione, la sua pietà, il suo amore per la
giustizia sociale, la sua adorazione al Santissimo... E’ morto molto giovane e non
è stato né religioso né sacerdote, ha preferito essere laico. Credo che la sua figura
stupenda, splendida offra un modello di santità ai giovani di oggi.