I giovani festeggiano l'arrivo a Sydney della Croce della GMG. In città, l'incontro
promosso dal Vicariato di Roma "Testimoni del Vangelo nell'università"
Nell’intreccio di iniziative che stanno animando questa prima fase della GMG, in attesa
che Benedetto XVI, uno degli appuntamenti svoltosi oggi a Sydney ha riguardato l’annuncio
del messaggio cristiano fra gli studenti. “Testimoni del Vangelo nell’università”
è stato per l’appunto il tema dell’incontro organizzato dall’Ufficio per la Pastorale
universitaria del Vicariato di Roma, in collaborazione con le associazioni degli studenti
cattolici australiani e le cappellanie cattoliche dell’arcidiocesi di Sydney, svoltosi
presso il St John College-University of Sydney. A seguirlo per noi c’era Marina
Tomarro: Per
evangelizzare occorre prima di tutto rendere credibile la nostra fede. E’ questo il
messaggio finale dell’incontro tra gli universitari europei ed australiani, che si
è svolto oggi pomeriggio presso l’Università di Sydney. Mons. Lorenzo Leuzzi,
direttore dell’ufficio per la pastorale universitaria del vicariato di Roma: “La
prospettiva è che si possa creare qualche possibilità di comunione. Io ho fatto loro
una proposta di collegarsi con noi in occasione della Veglia mariana, che sarà celebrata
il 14 marzo. Credo che anche questo possa essere un grande momento di ripresa e di
rilancio dell’esperienza di questa Giornata mondiale della Gioventù e soprattutto
possa essere la prospettiva di un inserimento del continente australiano anche all’interno
di quel cammino di rapporti che l’Europa sta vivendo con gli altri continenti”. E
i ragazzi hanno avuto la possibilità di confrontare le loro esperienze di vita universitaria,
che pur essendo svolta in due continenti lontani tra loro ha molto in comune soprattutto
la difficoltà di riuscire a portare il Vangelo ai propri compagni all’interno degli
atenei, ma anche il desiderio di riuscire a costruire attraverso la preparazione e
lo studio un futuro migliore. Ma ascoltiamo ancora mons. Lorenzo Leuzzi: “Quando
siamo venuti, abbiamo riscontrato che l’Australia vive un momento molto forte di secolarizzazione
e di laicizzazione. Credo che dalla collaborazione tra l’Europa e l’Australia, e quindi
tra due culture certamente diverse ma anche per tanti versi convergenti, possa nascere
una nuova capacità di affrontare con coraggio le difficoltà. Penso inoltre che l’Europa
dovrebbe riuscire ad offrire all’Australia quella dimensione culturale che è propria
del continente europeo, mentre la giovinezza di un popolo come quello australiano
riesca ad offrire quelle motivazioni più esistenziali che sono importanti, perché
la riflessione che siamo chiamati a costruire non resti qualcosa di puramente fine
a se stesso, ma entri nel vissuto della quotidianità delle persone nel proprio tempo”.