A Kenthurst, nella residenza che lo ospiterà fino a mercoledì, il Papa ha celebrato
la sua prima Messa in privato. La riflessione sulla GMG di padre Federico Lombardi
Un viaggio lungo, si è detto - il più lungo affrontato finora da Benedetto XVI in
un viaggio apostolico - la cui meta finale è stata una località immersa nel verde
a una quarantina di Km da Sydney, Kenthurst, circondata dalle cosiddette “Montagne
blu”. In questa cittadina, il Pontefice - che oggi ha celebrato la sua prima Messa
in privato nella residenza che lo ospita - soggiornerà fino a mercoledì prossimo,
prima di dare il via ai passi ufficiali della 23.ma Giornata mondiale della gioventù.
Riviviamo allora i momenti dell’arrivo di Benedetto XVI in Australia e il clima che
si respira in queste ore a Sydney nel resoconto del nostro inviato, Roberto Piermarini:
Benedetto
XVI è a Sydney. Dopo oltre 19 ore di volo ed un scalo tecnico all’aeroporto militare
di Darwin, nel nord dell’Australia, è giunto nel pomeriggio nello scalo militare di
Richmond. Nonostante le lunghe ore di volo il Pontefice è apparso in buona forma ed
è sceso con passo deciso, dalla scaletta dell’aereo. Ad accoglierlo tra gli altri
il premier australiano Rudd, l’arcivescovo di Sydney Pell e il cardinale Rylko del
Pontificio Consiglio dei Laici, il dicastero che promuove la Giornata Mondiale della
Gioventù. Da Richmond, per riposarsi alcuni giorni il Papa ha raggiunto in auto, tra
due ali di folla, un sobborgo semirurale di Kenthurst, all’estrema periferia nord-ovest
di Sydney, alle pendici delle Montagne blu, dove è ospite di un centro di spiritualità
gestito dall’Opus Dei. In questa piccola residenza che può ospitare fino a 30 persone,
il Papa si riposerà dal viaggio aereo, il più lungo finora affrontato. “Si dedicherà
alla preghiera ed a lunghe passeggiate”, ha detto il cardinale Pell. Benedetto XVI
sosterà qui fino a mercoledì sera quando si trasferirà nella canonica della cattedrale
di Sydney, dove risiederà fino al giorno del rientro a Roma il 21 luglio. Intanto
di ora in ora Sydney si anima di giovani pellegrini giunti da ogni parte del mondo
per la Giornata Mondiale della Gioventù. All’aeroporto internazionale della città
vengono accolti da gruppi di coetanei di alcune parrocchie australiane che con canti
e balli li ricevono festanti. Una piacevole sorpresa per chi arriva stanco da un lungo
viaggio in aereo e che ha destato l’interesse dei media di tutto il mondo. Stanno
arrivando a Sydney anche alcuni giovani iracheni che hanno avuto difficoltà a lasciare
il Paese: in dubbio invece i birmani. La GMG ha conquistato anche le prime pagine
dei quotidiani australiani. Nonostante i titoli di “benvenuto” non mancano i riferimenti
al problema degli abusi sessuali del clero. Oggi in una conferenza stampa il coordinatore
della GMG mons. Fisher ha detto di condividere le parole del Papa di rispetto e comprensione
per le vittime degli abusi e che la chiesa australiana farà tutto il possibile per
aiutare chi ha subìto violenze. Ma l’attenzione è ora tutta per il Papa e per i giovani
che prima dell’incontro con lui per la Giornata Mondiale della Gioventù, parteciperanno
a celebrazioni, veglie, momenti di preghiera, catechesi: un soffio dello Spirito –
come titolava un quotidiano locale - che sta ridando un’anima a questa metropoli. Da
Sydney per la Radio Vaticana: Roberto Piermarini. Benedetto XVI
lo aveva sottolineato sul volo che portava il Papa in Australia: i giorni della GMG
sono solo l'ultimo capitolo di una lunga preparazione che parte da lontano e coinvolge
le diocesi di ogni parte del mondo. E quella che tra anni fa, dopo l'ultimo raduno
di Colonia, sembrava una scommessa anzitutto organizzativa difficile da vincere, è
ormai a un passo dal diventare realtà. Una realtà che ha visto la Chiesa australiana
profondere un inesauribile impegno, come afferma in questa nota il direttore della
Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:
Quando
tre anni fa, dall’altare della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, Benedetto
XVI annunciava che il prossimo incontro sarebbe stato a Sydney nel 2008, i giovani
australiani scoppiarono in un applauso irrefrenabile, agitando bandiere e pupazzi
di canguri. A noi sembrava un evento molto lontano, nel tempo e nello spazio. Ma ora
ci siamo. I giovani e il Papa stanno arrivando, il volto della metropoli australiana
si trasforma per diventare per una settimana la capitale mondiale della gioventù,
cattolica, ma non solo. E’ stato un atto di fede e di coraggio
del cardinale Pell e della Chiesa australiana invitare a Sydney i giovani del mondo.
E’ stato un atto di fede e di coraggio del Papa accettare. E’ un atto di fede e di
coraggio delle Chiese locali mandare i loro giovani, nella misura delle loro possibilità,
nonostante i costi e le fatiche di un lungo viaggio. Ma nessun luogo nella Chiesa
è distante. Lo Spirito conduce i discepoli ad annunciare il Vangelo fino ai confini
della terra. E ogni luogo della terra è il centro quando vi si celebra l’Eucarestia.
Moltissimi giovani, se non saranno presenti fisicamente a Sydney lo saranno “virtualmente”,
in collegamento telematico, moltissimi soprattutto - ciò che più conta - lo saranno
spiritualmente, uniti nella preghiera. I giovani delle passate
GMG oggi sono adulti e sanno quanto è stata preziosa nella loro vita l’esperienza
fatta. I giovani di oggi, adulti domani, sapranno che anche Sydney è vicina, e che
la speranza e l’amore nel futuro della Chiesa e dell’umanità intera dipende anche
da loro.