Le riflessioni sulla 23.ma GMG di Sydney del cardinale Stanislaw Rylko, di padre Federico
Lombardi e del missionario, padre Atanasio Gonelli
Per riscoprire le radici cristiane, la Giornata mondiale della gioventù è un dono
provvidenziale per la Chiesa dei nostri tempi, un invito a riscoprire, nella propria
vita, lo Spirito Santo. E’ questa la convinzione del cardinale Stanislaw
Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici, intervistato da Pietro
Cocco:
R. - Le GMG sono eventi ecclesiali che riguardano la Chiesa in
tutte le sue componenti. La diffusione di un cristianesimo stanco, scoraggiato, ci
fa sentire forte il bisogno della testimonianza di fede piena di slancio e di entusiasmo,
che parte proprio dalle Giornate mondiali della gioventù. In questo senso, esse sono
veramente un dono provvidenziale per la Chiesa del nostro tempo. D.
- Qual è l’obiettivo di questa GMG a Sydney? R. - Questa Giornata
mondiale vuole essere come una nuova Pentecoste. Benedetto XVI invita i giovani a
riscoprire, nella propria vita, lo Spirito Santo. Questa GMG si prefigge, soprattutto,
di aiutare i giovani a capire l’importanza della Confermazione, il Sacramento mediante
il quale lo Spirito Santo ci dà forza speciale per testimoniare la nostra fede nel
mondo. D. - Eminenza, le Giornate mondiali della gioventù possono
aiutare ad arrivare al cuore dei giovani, anche a quelli che non si identificano con
la comunità ecclesiale o che non si riconoscono pienamente in essa? R.
- Le Giornate mondiali della gioventù sono pensate anche, e non da ultimo, per i giovani
lontani dalla fede, che non di rado vi arrivano seguendo degli amici, secondo la regola
evangelica del “vieni e vedi”. Non è infrequente che la partecipazione alla GMG rappresenti
per loro una svolta determinante per la vita. Non è raro che questo evento porti alla
riscoperta della fede o perfino alla decisione di farsi battezzare. D.
- A suo avviso, cardinale Rilko, che cosa portano i giovani del mondo a Sydney e che
cosa riporteranno a casa dall’Australia? R. - I giovani portano,
innanzitutto, la loro giovinezza che è la loro più grande ricchezza. Portano la loro
fede giovane, da professare e celebrare con gioia. Portano le loro esperienze, gli
interrogativi, i problemi che vivono nei loro rispettivi Paesi. Da Sydney, invece,
porteranno a casa l’esperienza entusiasmante della Chiesa come popolo radunato dalla
stessa fede in Gesù Cristo e animato dal suo Spirito. Riporteranno, come bussola sicura
che indica la strada, la parola forte del Successore di Pietro. Per molti giovani
cristiani, le GMG sono infine diventate un importante serbatoio di coraggio della
fede: un efficace antidoto per non sentirsi più soli una volta tornati a casa a vivere
la fede in Gesù Cristo.
Ma in Australia, come in altre parti del mondo,
non sempre tra i giovani il seme della fede riesce ad attecchire saldamente. Il nostro
inviato a Sydney, Roberto Piermarini ne ha parlato con padre Atanasio Gonelli,
religioso Cappuccino da 58 anni cappellano degli emigranti italiani in Australia e
in particolare a Sydney:
R. - Molti dei giovani perdono, o almeno trascurano,
la fede, le cose di Dio. Quindi, la visita del Papa sarà anche per molti di loro un
risorgere spiritualmente. D. - Ma per quale motivo i giovani
si allontanano dalla Chiesa: perché le famiglie non riescono a dare dei contenuti
cristiani ai loro figli, oppure perché è la società australiana che li porta fuori
dalla Chiesa? R. - Gli italiani sono arrivati qui in Australia
e si sono dedicati al lavoro anima e corpo per avere la possibilità di costruirsi
una casa, una famiglia. Quindi, specialmente i papà, hanno trascurato le cose della
fede, pur non avendo perso questo dono. I figli, quindi, vivono in questo ambiente.
Le donne e le mamme, invece, sono rimaste generalmente ancorate ad una fede viva rivelandosi
un buon esempio. D. - Cosa si aspetta da questa Giornata mondiale
della gioventù e dall’arrivo di Benedetto XVI a Sydney? R. -
C’è una gioia grande in tutti noi. Spero che sia proprio il momento di ripresa spirituale
per tutti tanti, per tanti di questi giovani che magari vanno alla scuola cattolica,
al collegio cattolico e poi, finito il collegio, trascurano le cose della fede.
Benedetto
XVI lo ha sottolineato qualche ora fa sul volo che lo sta portando in Australia: i
giorni della GMG sono solo l'ultimo capitolo di una lunga preparazione che parte da
lontano e coinvolge le diocesi di ogni parte del mondo. E quella che tra anni fa,
dopo l'ultimo raduno di Colonia, sembrava una scommessa anzitutto organizzativa difficile
da vincere, è ormai a un passo dal diventare realtà. Una realtà che ha visto la Chiesa
australiana profondere un inesauribile impegno, come afferma in questa nota il direttore
della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:
Quando
tre anni fa, dall’altare della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, Benedetto
XVI annunciava che il prossimo incontro sarebbe stato a Sydney nel 2008, i giovani
australiani scoppiarono in un applauso irrefrenabile, agitando bandiere e pupazzi
di canguri. A noi sembrava un evento molto lontano, nel tempo e nello spazio. Ma ora
ci siamo. I giovani e il Papa stanno arrivando, il volto della metropoli australiana
si trasforma per diventare per una settimana la capitale mondiale della gioventù,
cattolica, ma non solo. E’ stato un atto di fede e di coraggio
del cardinale Pell e della Chiesa australiana invitare a Sydney i giovani del mondo.
E’ stato un atto di fede e di coraggio del Papa accettare. E’ un atto di fede e di
coraggio delle Chiese locali mandare i loro giovani, nella misura delle loro possibilità,
nonostante i costi e le fatiche di un lungo viaggio. Ma nessun luogo nella Chiesa
è distante. Lo Spirito conduce i discepoli ad annunciare il Vangelo fino ai confini
della terra. E ogni luogo della terra è il centro quando vi si celebra l’Eucarestia.
Moltissimi giovani, se non saranno presenti fisicamente a Sydney lo saranno “virtualmente”,
in collegamento telematico, moltissimi soprattutto - ciò che più conta - lo saranno
spiritualmente, uniti nella preghiera. I giovani delle passate
GMG oggi sono adulti e sanno quanto è stata preziosa nella loro vita l’esperienza
fatta. I giovani di oggi, adulti domani, sapranno che anche Sydney è vicina, e che
la speranza e l’amore nel futuro della Chiesa e dell’umanità intera dipende anche
da loro.