Alla vigilia della partenza di Benedetto XVI per l'Australia, cresce l'attesa tra
i ragazzi già convenuti a Sydney. Sulla GMG, i commenti del cardinale Pell e di mons.
Clemens
Gli eventi della Giornata mondiale della Gioventù, a cui prenderà parte il Papa, hanno
ufficialmente preso il via oggi, a Sydney, con un pellegrinaggio di migliaia di giovani
fino alla cattedrale di St. Mary’s. Qui sono state trasferite dal duomo di Torino
le spoglie del "Beato dei giovani" Pier Giorgio Frassati, uno dei patroni di questa
GMG, che dedicò la vita ai poveri e ai malati e morì di poliomielite a 24 anni nel
1925. Sono in mostra anche oggetti personali della suora australiana Mary MacKillop,
anche lei patrona della GMG e beatificata da Giovanni Paolo II durante la sua visita
in Australia nel 1995. A Sydney, intanto, stanno continuando ad arrivare ragazzi da
tutto il mondo. Cresce, quindi, l'attesa tra i ragazzi per l'arrivo del Papa che,
domani mattina, partirà alla volta dell’Australia per partecipare alla XXIII GMG,
dono provvidenziale per la Chiesa dei nostri tempi. Il servizio del nostro inviato
Roberto Piermarini:
Sarà il viaggio
più lungo, per Benedetto XVI, che percorrerà oltre 16 mila chilometri per raggiungere
Sydney per la Giornata Mondiale della Gioventù. Prima di lui, si erano recati in Australia
due suoi predecessori: Paolo VI nel 1970 e Giovanni Paolo II nel 1986, per una lunga
visita pastorale, e nel 1995 proprio a Sydney per la Beatificazione della religiosa
Mary MacKillop.
Dopo una sosta tecnica nella base
militare di Darwin, domenica prossima il Pontefice, proprio per superare la lunghezza
del viaggio, i disagi del fuso orario di otto ore e lo sbalzo al clima invernale,
si riposerà per tre giorni in un centro di spiritualità a 50 chilometri da Sydney.
Poi, giovedì prossimo, si immergerà nel vivo del suo viaggio con la cerimonia di benvenuto
da parte delleautorità politiche australiane. Previste anche una celebrazione
ecumenica, l’incontro con gli esponenti delle altre religioni che tanto si sono adoperati
per accogliere qui a Sydney i giovani della GMG.
E
non mancherà l’abbraccio del Papa con la realtà eccelsiale locale che prevede la sosta
di preghiera sulla tomba della beata Mary MacKillop, la prima donna del Paese ad essere
elevata agli onori degli altari, l’incontro con un gruppo di giovani che stanno uscendo
dal tunnel della droga, la Messa con i vescovi, i seminaristi, i novizi e le novizie
australiane. Giovedì prossimo, nella Baia di Sydney, è prevista la spettacolare festa
di accoglienza dei giovani per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù dove, tra
i canti e le danze degli aborigeni, sul molo di Rose Bay Benedetto XVI si imbarcherà
su una nave che lo condurrà al molo di Barangaroo. Qui saranno ad attenderlo almeno
225 mila giovani – 125 mila provenienti dall’estero e 100 mila dall’Australia – per
un evento che qui viene considerato più importante delle Olimpiadi di Sydney 2000.
Venerdì,
la preghiera di apertura della Via Crucis che si snoderà per le vie della metropoli
australiana e sabato la grande Veglia all’Ippodromo di Randwick, dove i giovani pernotteranno,
per la Messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù.
Sydney,
in queste ore, sta accogliendo le migliaia di giovani che, nonostante le difficoltà
della vigilia, giungono da ogni parte del mondo, vogliono ricevere insieme al Papa
forza nello Spirito Santo per essere testimoni di Cristo, tema della Giornata Mondiale
della Gioventù di quest’anno che si preannuncia, come ha detto Benedetto XVI all’Angelus
di domenica scorsa a Castel Gandolfo, come una rinnovata Pentecoste.
Una
danza aborigena, al centro del prato dello stadio di Melbourne, ha aperto la cerimonia
di accoglienza dei giovani partecipanti alla GMG accorsi per la Messa di apertura
dei “giorni nelle diocesi”. Tra sfondi di paesaggi australiani proiettati sui maxischermi
e ritmi tra il country e il gospel di gruppi musicali nazionali, lo
stadio si è riempito di colori e bandiere di giovani venuti da ogni parte del mondo
per vivere questa settimana all’insegna dello scambio di esperienze di fede e di vita.
I 50 mila ragazzi presenti alla cerimonia hanno anche rivolto gli auguri al Papa per
il suo onomastico intonando ripetutamente il coro “Benedetto, Benedetto”. A loro si
è aggiunto l’arcivescovo della città, mons. Denis Hart, che ha invitato i giovani
"a confidare nel Vangelo, a seguire il Papa e a lavorare per la giustizia, la pace
ed il diritto". Ma cosa ha caratterizzato, nella fase di preparazione, questa GMG
rispetto alle altre? Risponde al microfono di Roberto Piermarini, il cardinale
George Pell, arcivescovo di Sydney e primate della Chiesa dell’Australia:
R. – Mi sembra
che in gran parte è molto simile. Forse una differenza importante sta nel fatto che
noi abbiamo ricevuto un grande aiuto dai governi: sia dal governo federale sia dal
governo della nostra provincia. Siamo circa 5 milioni di cattolici e senza questo
aiuto non sarebbe stato possibile celebrare questa GMG.
D.
– Sempre nella fase di preparazione di questa GMG, quali risultati ha dato il pellegrinaggio
della Croce in terra australiana?
R. – La Croce con
l’icona e con un “message stick” dei nostri aborigeni - degli indigeni di Sydney che
invitano tutti gli altri indigeni dell’Australia a venire qui - ha girato tutto il
Paese negli ultimi 12 mesi. Circa 400 mila giovani australiani si sono ritrovati a
pregare sotto la Croce.
D. – Lei crede che questa
Giornata Mondiale della Gioventù possa risanare il delicato rapporto con le comunità
aborigene australiane?
R. – Certamente contribuirà
a questo obiettivo. Noi abbiamo lavorato intensamente affinché gli aborigeni, fin
dall’inizio, fossero coinvolti nella preparazione. Ora sono veramente impegnati sia
nella preparazione sia nelle diverse fasi della celebrazione stessa della Giornata.
D.
– Eminenza, vorrei parlare anche del dopo GMG: forse sembra prematuro, prima di questo
evento, ma credo che sia importante. Le diocesi e le parrocchie si stanno preparando
al dopo-GMG? Lei cosa si aspetta da questo evento ecclesiale?
R.
– Le parrocchie e le scuole devono aumentare la loro collaborazione. Attualmente,
stiamo acquistando un nuovo centro per i nostri giovani, per i ritiri spirituali e
per i “camps”. Abbiamo anche dato vita ad un comitato per individuare le azioni da
intraprendere nella collaborazione,per raccogliere i frutti di questa Giornata
Mondiale della Gioventù.
Sul clima di attesa e sulle
novità di questa edizione della GMG si sofferma anche mons. Josef Clemens,
segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, intervistato da Davide Dionisi:
R. – C’è
una grandissima attesa a Sydney. Vedo che gli ultimi preparativi sono proprio nella
fase caldissima. Tutta la città sarà piena di bandiere della Giornata Mondiale della
Gioventù. La città è molto bella, con un bel porto, con la famosa Opera House, Harbour
bridge. Nell’insieme, c’è proprio una grande attesa.
D.
- Da Colonia a Sidney, in questi anni come è cambiato il mondo dei giovani e come
ha risposto la Chiesa?
R. – Io credo che dopo Colonia il tema “Giovani”
e “Gioventù”, almeno nel nostro mondo della Chiesa cattolica, sia stato un tema molto
vivo. Noi abbiamo fatto un Forum sui giovani nel mondo del lavoro. Da parte della
Chiesa, secondo me, è stato fatto molto. Noi cerchiamo con il Consiglio per i Laici,
che ha questa responsabilità, di fare del nostro meglio. E questo si vede anche nella
preparazione di Sydney. E’ un tema molto interessante. La missione, l’evangelizzazione,
la testimonianza sono argomenti importantissimi, che possono dare secondo me molto
alle giovani generazioni.
D. - Ogni GMG richiama
l’attenzione di tanti ragazzi che si muovono da ogni parte del mondo per abbracciare
il Santo Padre. Quale fascino suscita nei giovani questo appuntamento?
R.
– Naturalmente, incontrare il Santo Padre con la sua parola profonda, la sua grande
esperienza teologica, direi anche umanistica, è per tutti un grande avvenimento, che
tocca il cuore nell’intimo. Ma dall’altra parte, c’è anche l’incontro con altri giovani
provenienti da quasi 200 nazioni. Allora a Sydney sarà rappresentato tutto il mondo,
in piccoli e grandi gruppi. Per un giovane è una cosa bellissima vedere altri incontrare
altri. Oggi tanti giovani conoscono più lingue e non hanno grandi difficoltà a parlare
con i giovani di altri continenti e di altre esperienze ed altre culture. Io credo
che per un giovane sia un viaggio veramente lunghissimo. Ma credo che i giovani verranno
ricompensati, secondo me, con delle esperienze indimenticabili.
D.
- I giovani sono sempre al centro di indagini e studi specifici. Si tratta per lo
più di approfondimenti che raramente, poi, si coniugano con le reali esigenze dei
ragazzi e si trasformano in politiche per i giovani. In che modo, la GMG può offrire
un contributo per focalizzare meglio l’attenzione sulle esigenze e sui problemi delle
nuove generazioni?
R. – La GMG mette al centro il tema “Giovani”. Mette
al centro i giovani in tutte le loro dimensioni, anche nei problemi. Conosciamo il
problema del lavoro, conosciamo i problemi della preparazione per la vita futura.
Io credo che l'impegno della Chiesa sia più a livello educativo, a livello etico,
nel toccare anche problemi importanti per la vita futura. Questo è il nostro contributo.
Gli altri dovrebbero fare la loro parte e noi cerchiamo di fare la nostra.
D.
- Il messaggio di mons. Clemens a tutti i ragazzi che arriveranno a Sidney e parteciperanno
a questo straordinario evento...
R. – Io auguro che
tutti si aprano a questa grande esperienza, che partecipino naturalmente alle catechesi,
che facciano le loro domande. E’ forse un momento unico nella vita per poter dialogare
con i vescovi di tutto il mondo. Io direi di cercare il massimo nell’incontro con
gli altri giovani e, naturalmente, vedere la realtà dell’Australia, della città di
Sydney. Questa è una città multiculturale, dove si vedono le razze di tutto il mondo,
anche con un accento asiatico. Per me si tratta di una chance grandissima, forse unica,
in tutta la vita!
“Basta con le preoccupazioni e le
perplessità. Ora è tempo di dare spazio alla gioia, perché sono certo che l’arrivo
del Papa, insieme con i giovani di tutto il mondo cambierà il volto di Sydney”. Mons.
Anthony Fisher, segretario generale del Comitato organizzatore australiano della GMG,
risponde così a chi gli pone le consuete domande su sicurezza, spese, impatto dei
ragazzi sulla città. Il giovane vescovo ausiliare, vero motore logistico dell’evento,
ha tenuto oggi una informale conferenza stampa in occasione dell’inaugurazione del
dipinto di "Nostra Signora della Croce del Sud", appositamente commissionato dal cardinale
George Pell per la GMG. Il servizio di Mimmo Muolo, inviato del quotidiano
"Avvenire" a Sydney:
La Giornata
mondiale – ha ricordato Fisher – è soprattutto un evento religioso. E dimostrerà che
i giovani cattolici sanno vivere la propria fede in modo gioioso, rispettando le opinioni
degli altri e anche l’ambiente in cui si trovano. “Speriamo – ha aggiunto il vescovo
– che anche chi non la pensa come noi manifesti le proprie idee con analogo rispetto”.
Secondo il segretario del Comitato organizzatore, comunque, l’atmosfera di iniziale
freddezza sta cambiando. “Il direttore dell’aeroporto internazionale – ha riferito
– mi ha detto che non hanno mai lavorato come in questi giorni, ma anche che non hanno
mai visto persone più felici dei giovani che stanno arrivando. Io sono certo che quando
tra qualche giorno la città si riempirà di pellegrini, anche gli abitanti di Sydney
cambieranno opinione”. Alla cerimonia di inaugurazione del dipinto hanno preso parte
anche il cardinale Stanislaw Rylko e mons. Josef Clemens, rispettivamente presidente
e segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, che promuove le GMG. Presenze che
anticipano l’arrivo del Papa, previsto per domenica, e che fanno capire che ormai
il World Youth Day sta per cominciare.
“La distanza
e lo sforzo richiesto per andare in Australia rende la visita più preziosa ed il nostro
benvenuto entusiastico”. E’ quanto ha affermato, in questi giorni, l’ambasciatrice
australiana presso la Santa Sede, Anne Maree Plunkett, rivolgendosi ai giornalisti
che seguiranno la Giornata Mondiale della Gioventù. "Siamo onorati – ha aggiunto l’ambasciatrice
– che il Santo Padre sarà tra noi. Siamo molto contenti per il gran numero di giovani
pellegrini che si uniranno ai giovani australiani per partecipare alla GMG". Al microfono
di Christopher Altieri, la stessa ambasciatrice Anne Maree Plunkett:
R. – I think,
first of all, ... "Penso prima di tutto, leggendo i giornali australiani,
che ci sia un’attenzione crescente per la visita del Santo Padre e per il suo programma
nelle diocesi. C’è certamente un sempre maggiore senso di coinvolgimento nella comunità.
Anche il viaggio della Croce e dell’icona per tutta l’Australia ha ricevuto vasta
eco nelle comunità locali e a livello nazionale. E’ stato poi molto ripreso il discorso
con il saluto rivolto dal primo ministro. Cresce inoltre la consapevolezza del fatto
che si tratti di un’occasione importante. L’Australia è pronta ad accogliere il Papa
e, ormai, non si deve attendere più molto".