La lettura non-stop delle Scritture in tv a ottobre, nel progetto "La Bibbia giorno
e notte". Ne parla l'arcivescovo Gianfranco Ravasi
Circa 1200 lettori - singoli, gruppi, famiglie - preceduti dal più illustre, Benedetto
XVI. Sarà questo il colpo d'occhio che offrirà la Basilica romana di Santa Croce in
Gerusalemme quando, dal 5 all'11 ottobre prossimi, diverrà teatro dell'atteso evento
"La Bibbia giorno e notte": una lettura integrale e consecutiva dei 73 libri che compongono
le Sacre Scritture. Attesa è certamente la lettura che il Papa farà dei primi capitoli
della Genesi - evento che sarà trasmesso dalla RAI - ma è l'estensione dell'avvenimento
a chiunque voglia partecipare a rendere molto particolare l'iniziativa. A parlarne,
al microfono di Fabio Colagrande, è l'arcivescovo Gianfranco Ravasi,
presidente del Pontificio Consiglio della Cultura che è uno dei patrocinatori dell'evento:
R - Noi siamo
attraversati nell’interno della nostra esperienza quotidiana da milioni e milioni
di parole che diventano sempre di più un brusio di fondo: non sono comunicazioni,
molte volte sono solo rumori. Con questo evento si ritornerebbe alle grandi parole.
Certo, è un’operazione che ogni tanto si fa: pensiamo, per esempio, a ciò che ha fatto
Vittorio Sermonti o Roberto Benigni attraverso al Divina Commedia. O a ciò che è stato
fatto con l’Iliade e l’Odissea. In questo caso, però, abbiamo qualcosa di più: siamo
di fronte a una Parola che è considerata da milioni e milioni di persone il vero e
proprio punto di riferimento capitale dell'esistenza. Come, d’altra parte, è sempre
stata l’elemento fondante dell’iconografia, del pensiero, della letteratura. Noi potremmo
dire che buona parte della storia culturale dell’Occidente sarebbe incomprensibile
senza la Scrittura, perciò queste parole sono le parole che alla fine artigliano ancora
l’attenzione e la coscienza non più solo dei credenti, ma degli uomini del nostro
tempo. Sono comunque parole che hanno in sé un’efficacia contro la molteplicità delle
parole vane e vacue, che in realtà non lasciano nessuna scia all’interno dell’esistenza
delle persone.
D. - Ad aprire la lettura sarà, significativamente,
il Papa e subito dopo la sua voce ascolteremo quella del Rabbino capo di Roma. Che
significato ha questa alternanza e chi saranno gli altri lettori?
R.
- Di per sé, attraverso la possibilità di una prenotazione per via informatica, qualsiasi
persona potrà salire su questa ribalta e proclamare a suo modo con la sua voce. Alcune
volte sarà una voce nobile, altre volte sarà una voce modesta, quotidiana. Una volta
sarà una voce di una persona credente, altre volte sarà la voce di una persona non
credente che però ritiene questo testo come fondamentale per la cultura, per la civiltà
dell’Occidente. L’importante, prima di tutto, è immaginare che ci sarà questa voce
di base che sale dal basso, dalla comunità degli uomini e dei credenti, e che sale
verso questo grande testo. Si pensa che in questa operazione saranno coinvolte circa
1300 persone, però vogliamo proprio che il testo si apra - proprio perchè è un testo
sacro - con una voce che abbia la possibilità di proporre tutto l’alone sacro che
il testo ha. Per questo si è pensato di iniziare con Benedetto XVI che leggerà l’incipit
assoluto della Bibbia: Genesi dal capitolo 1, versetto 1, fino al capitolo 2, versetto
4a, che è una pagina unitaria. Dopo aver proclamato questo testo da parte della massima
autorità emblematicamente cristiana, non solo cattolica, ci sarà anche la comunità
che questo testo ha custodito nei secoli e che ha generato: la comunità dei figli
di Israele. Allora, sempre in diretta, sarà il Rabbino capo di Roma a leggere in
ebraico, sottotitolato, il testo che il Papa avrà letto poco prima.