2008-07-05 14:57:49

L'Anno Paolino, strada ecumenica verso l'unità della Chiesa. Una riflessione di padre Federico Lombardi


Una settimana fa, Benedetto XVI apriva solennemente nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura l'Anno giubilare dedicato all'Apostolo delle genti. Da quel momento, le Chiese di ogni parte del mondo hanno cominciato a dedicare iniziative le più varie a questo evento, tutte mirate alla riscoperta delle parole di San Paolo, del suo slancio apostolico, della sua efficacia missionaria. Ma, in particolare, è stato ed è tuttora il dato ecumenico a brillare in questo inizio dell'Anno Paolino, come sottolinea nella sua nota il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:RealAudioMP3

La solenne apertura dell’Anno paolino a San Paolo, la celebrazione della solennità dei Santi Pietro e Paolo nella Basilica di San Pietro, con la partecipazione di diversi rappresentanti di chiese e comunità cristiane e in particolare del Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, sono state un nuovo momento intenso di incontro ecumenico. Ed è effettivamente nell’annuncio del Vangelo e nella celebrazione liturgica che si può misurare meglio la temperatura dell’ecumenismo fra i cristiani, perché lì si ha il contatto con l’origine comune e solo da lì può ripartire il cammino dell’unità. Anche il Patriarca ecumenico ha proclamato il 2008 “Anno dell’apostolo Paolo”.

 
San Paolo, autore degli scritti più antichi e più ampi del Nuovo Testamento, appassionato e conquistato da Cristo, missionario di orizzonti universali, ci ha insegnato a vedere concretamente la Chiesa come il corpo di Cristo.

 
“Come avete potuto lacerare il mio Corpo?”. E’ la domanda che il Papa si è riproposto e ci ha riproposto nei giorni scorsi meditando sulla divisione fra i cristiani.

 
Nella grande celebrazione eucaristica, il Papa e il Patriarca sono stati insieme presso l’altare per la liturgia della parola, l’omelia e la professione di fede, come pure per l’abbraccio di pace e la benedizione finale; ma non hanno potuto essere insieme nella liturgia eucaristica. Perciò continua ad essere necessaria l’ardente preghiera: “Riportaci insieme, Signore, da tutte le divisioni. C’è un solo pane, perciò noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo”. A quando la comunione più piena? Dipende anche dalla nostra preghiera, dalla nostra carità e dalla nostra fede.







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