Videomessaggio del Papa ai vescovi colombiani: nel vostro Paese regni "una pace stabile
e giusta" e finiscano violenze e sequestri
Il Papa prega ardentemente affinché in Colombia terminino “violenze, sequestri, estorsioni”
e perché nel Paese latinoamericano possa regnare una “pace stabile e giusta”. Le parole
di Benedetto XVI sono state trasmesse ieri, tramite un videomessaggio, all’85.ma Assemblea
plenaria dell’episcopato colombiano. I 90 partecipanti, fra vescovi e arcivescovi,
sono riuniti da domenica presso il Santuario di Nostra Signora del Rosario di Chiquinquirà,
in Colombia, per celebrare il centenario della Conferenza episcopale locale. Il servizio
di Debora Donnini:
“Come Pastori
della Chiesa il nostro compito è di precedere e guidare per la retta via il popolo
di Dio, che ha bisogno di vedere in noi autentici uomini di Dio (…) come apostoli
e missionari aiutiamo coloro che ci sono vicini, e anche quanti sono lontani, a trovare
in Cristo la pienezza di vita che tanto bramano”. E’ l’invito che il Papa rivolge
in un videomessaggio ai presuli colombiani, riuniti in assemblea per celebrare i 100
anni della nascita della loro Conferenza episcopale, voluta dal I Concilio plenario
dell’America Latina. L’esortazione di Benedetto XVI è quella di aiutare i fratelli
a servire in particolare i più svantaggiati, recando loro un messaggio di pace, giustizia
e riconciliazione:
“Quiero decirles que en este…" Desidero
dirvi che in questo lavoro non siete soli. Vi accompagno con la mia preghiera e vicinanza
spirituale negli sforzi che state compiendo, affinché il Vangelo risuoni in ogni luogo
della terra colombiana, attraverso le iniziative avviate nel campo della pastorale
educativa ed universitaria. Nella cura che dedicate ai carcerati, agli ammalati, agli
anziani, agli indigeni, ai lavoratori, agli sfollati, ai giovani e alle famiglie. Benedetto
XVI ricorda la “testimonianza di zelo apostolico” dei Pastori che hanno fatto parte
di quella prima Conferenza episcopale della Colombia, nel 1908: una testimonianza
che invita tutti “a continuare a rispondere (…) alle sfide che oggi si ripresentano
alla Chiesa nella loro Patria”:
“No puedo olvidar
tampoco…" Non posso neanche dimenticare l’attenzione che ponete nell’essere
uomini di concordia, nelle vostre continue esortazioni affinché cessino la violenza,
il sequestro, l’estorsione che subiscono molti figli di quella amata terra. Prego
ardentemente Dio affinché terminino quanto prima queste situazioni, che hanno causato
tanto dolore e affinché in Colombia possa regnare una pace stabile e giusta, in un
clima di speranza e di benessere. A
chiudere il discorso del Papa, una richiesta di protezione a Nostra Signora di Chiquinquirà.
E’ nel Santuario a Lei dedicato che da domenica scorsa, al termine di un pellegrinaggio,
sono riuniti i vescovi colombiani che riflettono sul tema: “La memoria storica della
Conferenza episcopale della Colombia nella celebrazione del suo primo centenario”.
L’effige della Vergine del Rosario è riprodotta su una tela del 1500 tra le figure
di Sant’Antonio e Sant’Andrea apostolo. Un’immagine che, essendosi deteriorata, miracolosamente
tornò completamente rinnovata dopo aver diffuso un insolito splendore. Di lì, i pellegrinaggi
e miracoli. “Abbiamo bisogno che ci rifletta la sua luce”, ha detto in apertura mons.
Augusto Castro Quiroga, arcivescovo di Tunja e presidente della Conferenza episcopale.
Durante
l’incontro, verranno nominati i vertici dell’episcopato per il triennio 2008-2011
e sarà consegnato il premio “Inter Mirifica” a giornalisti o mezzi di comunicazioni
che si sono distinti nel lavoro sociale a sostegno del popolo colombiano. Al termine
dell’Assemblea, i vescovi rivolgeranno un appello perché sia superata la crisi fra
governo, Corte suprema e alcuni settori dell’opposizione. A chiudere la plenaria sarà
una solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Bogotà, presieduta dal cardinale
Giovanni Battista Re, presidente della Commissione per l’America Latina. Un Paese,
la Colombia, segnato soprattutto da due drammi, ricordati anche dal Papa nel suo discorso:
quello degli sfollati e quello dei sequestri. Quarant'anni di conflitto fra la guerriglia,
le Forze di sicurezza, i gruppi paramilitari hanno fortemente segnato questa terra.
Causati soprattutto dall’attività delle FARC, le Forze armate rivoluzionarie della
Colombia, sono i 3 milioni di sfollati, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati; 2 e mezzo per il governo di Bogotà. Un numero che, comunque,
assegna alla Colombia il triste primato di Paese con il maggior numero di persone
costrette a spostarsi. Sebbene il numero dei sequestri sia diminuito, ancora più di
500 persone sono in mano a diversi gruppi, per lo più alle FARC: la più nota, Ingrid
Betancourt.