Lo Zimbabwe e le altre crisi internazionali del momento nel vertice del G8 che si
è concluso a Kyoto
Nel vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi del G8, che si è concluso stamani
in Giappone, si è parlato delle maggiori crisi internazionali del momento. Un occhio
particolare è stato riservato alla questione del programma nucleare iraniano e alla
contestata e turbolente tornata elettorale che si tiene oggi in Zimbabwe. Il servizio
di Marco Guerra:
Iran, Zimbabwe,
Myanmar e Medio Oriente. Al centro del vertice dei ministri degli Esteri del G8, che
si è chiuso stamani a Kyoto, in Giappone, c’erano tutte la maggiori crisi che allarmano
la comunità internazionale. A tenere banco è stato soprattutto il programma di proliferazione
nucleare iraniano. Nella nota finale del summit si esprime infatti “seria preoccupazione”
e viene lanciato un invito a Tehran a "cooperare pienamente con l’AIEA senza ulteriori
ritardi". All’Iran si chiede inoltre un atteggiamento costruttivo e responsabile nella
regione, in particolare nel processo di pace nel Medio Oriente e nella stabilizzazione
dell'Iraq e dell'Afghanistan. E riguardo al conflitto israelo-palestinese gli esponenti
degli otto Paesi più industrializzati del mondo hanno esortato le parti a congelare
gli insediamenti nei territori e ad "arrestare tutti gli atti di violenza" che minano
il processo di pace. Sul fronte libanese si sono invece apprezzati gli sviluppi che
hanno portato all’elezione del presidente della repubblica Suleiman. Nella conferenza
stampa di chiusura gli otto si sono poi soffermati su quanto sta accadendo nello Zimbabwe,
sottolineando come ''non ci siano le condizioni giuste per le elezioni oggi''. Infine,
è stato intimato alla giunta militare del Myanmar di rilasciare tutti i prigionieri
politici, a cominciare dalla leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi, e di
revocare le restrizioni imposte alle operazioni di soccorso al ciclone Nargis.