Il cardinale Vallini è il nuovo vicario del Papa per la diocesi di Roma. Benedetto
XVI ringrazia il cardinale Ruini per la sua lungimiranza nel servizio al Vescovo di
Roma e alla Chiesa italiana
Il cardinale Agostino Vallini è il nuovo vicario del Papa per la diocesi di Roma.
Benedetto XVI ha accolto la rinuncia presentata, per raggiunti limiti d'età, dal cardinale
Camillo Ruini agli incarichi di vicario generale per la diocesi di Roma e di arciprete
della Papale Arcibasilica Lateranense ed ha chiamato a succedergli il cardinale Vallini,
68 anni, finora prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Stamani,
in Sala Clementina, il Papa ha ricevuto i due porporati assieme agli officiali del
Vicariato. Un’udienza nella quale Benedetto XVI ha ringraziato il cardinale Ruini
per il lavoro svolto ed ha accolto e incoraggiato il cardinale Vallini nel suo nuovo
incarico. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Intelligenza
e sapienza: queste, ha detto con gratitudine Benedetto XVI, sono state le doti che
il cardinale Camillo Ruini ha messo al servizio del Papa, della Chiesa e della Santa
Sede. Un “contributo rilevante”, quello offerto dal porporato, con il quale, ha ricordato
il Pontefice, ho collaborato in tante occasioni e in particolare “sui temi dei convegni
ecclesiali diocesani, tesi a rispondere alle principali urgenze pastorali tenendo
conto del contesto sociale e culturale” di Roma. Quindi, il Papa si è soffermato su
una grande intuizione del cardinale Ruini:
“Tutti
sappiamo che il 'progetto culturale' è una particolare iniziativa della Chiesa italiana
dovuta allo zelo e alla lungimiranza del cardinale Ruini, ma questa espressione, 'progetto
culturale', più in generale e radicalmente richiama il modo di porsi della Chiesa
nella società: il desiderio cioè della comunità cristiana - rispondente alla missione
del suo Signore - di essere presente in mezzo agli uomini e alla storia con un progetto
di uomo, di famiglia, di relazioni sociali ispirato alla Parola di Dio e declinato
in dialogo con la cultura del tempo”. Per
questo, ha proseguito, il cardinale Ruini ha dato “un esempio che rimane al di là
delle iniziative del momento, un esempio nell’impegno di “pensare la fede”, in assoluta
fedeltà al Magistero della Chiesa, con puntuale attenzione agli insegnamenti del Vescovo
di Roma”. E al tempo stesso, ha detto, “in costante ascolto delle domande che emergono
dalla cultura contemporanea e dai problemi dell’attuale società”. Benedetto XVI è
così tornato con la memoria agli ultimi anni del secolo scorso, quando, nel 1991,
il cardinale Ruini fu chiamato da Giovanni Paolo II a succedere al cardinale Poletti.
Un “tempo straordinario”, tanto più, ha notato, per chi “ha avuto in sorte di viverli
al fianco di un autentico gigante della fede e della missione della Chiesa”, come
Karol Wojtyla:
“Collaborando strettamente con
lui siamo stati 'trascinati' dalla sua eccezionale forza spirituale, radicata nella
preghiera, nell’unione profonda con il Signore Gesù Cristo e nell’intimità filiale
con la sua Madre Santissima. Il carisma missionario del Papa Giovanni Paolo II ha
avuto, come è giusto, un influsso determinante sul periodo del suo Pontificato, in
particolare sul tempo di preparazione al Giubileo del 2000”. Questo
carisma missionario, ha sottolineato, si è potuto verificare direttamente nella diocesi
di Roma, proprio grazie all’impegno costante del cardinale vicario e dei suoi collaboratori:
“Come
esempio di questo mi limito a ricordare la Missione cittadina di Roma e i cosiddetti
'Dialoghi in Cattedrale', espressione di una Chiesa che, nel momento stesso in cui
andava prendendo maggiore coscienza della sua identità diocesana e ne assumeva progressivamente
la fisionomia, si apriva decisamente a una mentalità missionaria e ad uno stile coerente
con essa, mentalità e stile destinati a non durare solo il tempo di una stagione,
bensì, come è stato spesso ribadito, a diventare permanenti”. Questo,
ha detto il Papa, “è un aspetto particolarmente importante, di cui desidero renderLe
merito”, tanto più, ha costatato, visto che è stato promosso dal cardinale Ruini “anche
a livello dell’intera nazione italiana, quale presidente della Conferenza episcopale”:
“La
sollecitudine per la missione è stata sempre accompagnata e sostenuta da un’eccellente
capacità di riflessione teologica e filosofica, che Ella ha manifestato ed esercitato
fin dagli anni giovanili. L’apostolato, specialmente nel nostro tempo, deve nutrirsi
costantemente di pensiero, per motivare il significato dei gesti e delle azioni, altrimenti
è destinato a ridursi a sterile attivismo”. Benedetto XVI
non ha poi mancato di dare il suo benvenuto al cardinale Agostino Vallini suo nuovo
Vicario per la diocesi di Roma:
“Lo saluto con
grande affetto e lo accolgo nel nuovo incarico, che gli affido tenendo conto della
sua esperienza pastorale, maturata dapprima quale ausiliare nella grande Diocesi di
Napoli e poi come vescovo di Albano; esperienze a cui egli unisce provate doti di
saggezza e di affabilità”. Il Papa si è detto certo che
nel suo nuovo incarico, il cardinale Vallini potrà avvalersi di quanti lavorano nel
Vicariato a Roma. Il Papa lo ha quindi incoraggiato a “fare sempre meglio per il bene
della Chiesa che è a Roma”. Sentimenti di gratitudine ed emozione hanno contraddistinto
il discorso di congedo del cardinale Ruini al Papa:
“Padre Santo, essere
il Suo primo collaboratore nella Diocesi di Roma è stata certo una grande responsabilità,
ma soprattutto un dono e una gioia, una fonte costante di arricchimento spirituale.
I diciassette anni e mezzo in cui ho esercitato questo ministero rimarranno nella
mia memoria come un lungo tempo di grazia”. Il cardinale Ruini
ha rivolto un pensiero speciale al suo successore a cui, ha detto, lo legano “una
stima profonda e un’amicizia antica”. Il porporato ha quindi assicurato la sua costante
preghiera per “l’amata Chiesa di Roma”. E' stata poi la volta del cardinale Vallini,
che ha espresso la sua profonda gratitudine al Papa ed ha sottolineato l'importanza
del suo nuovo incarico:
"Sono consapevole del rapporto
unico che la Chiesa di Roma ha con il Romano Pontefice. Rapporto che implica una speciale
partecipazione della comunità ecclesiale alla sollecitudine universale del suo vescovo,
nè mi sfugge il compito di esemplarità a cui la nostra Chiesa è chiamata verso tutte
le altre Chiese sparse nel mondo". Il cardinale Vallini ha quindi
ribadito l'impegno della Chiesa di Roma "ad educare alla Speranza, continuando con
rinnovata lena ad annunciare il Vangelo".
Il cardinale
Agostino Vallini, già prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, è
nato a Poli, piccolo paese in provincia di Roma e in diocesi di Tivoli, il 17 aprile
1940. E’ stato ordinato sacerdote il 19 luglio 1964 dal vescovo ausiliare di Napoli,
mons. Vittorio Longo, per volere dell'arcivescovo, il cardinale Alfonso Castaldo.
Desiderando perfezionare gli studi in ecclesiologia, nello stesso 1964 fu inviato
a Roma a specializzarsi in Diritto canonico, in vista del futuro insegnamento nella
Facoltà Teologica partenopea. Gli anni romani furono molto intensi, vissuti nel clima
del Concilio Vaticano II. Si iscrisse alle Facoltà giuridiche della Pontificia Università
Lateranense, presso le quali ha conseguito il dottorato in utroque iure.
Conclusi
gli studi romani, nel 1969, ritornò a Napoli dove cominciò ad insegnare diritto canonico.
Dopo due anni, su proposta del rettore della Lateranense, mons. Pietro Pavan, fu chiamato
a ricoprire l'incarico di docente di “Diritto pubblico ecclesiastico”. Nel 1978 ha
lasciato l'insegnamento al Laterano per fare ritorno a Napoli, dove ha rivestito l’incarico
di rettore del Seminario Maggiore, fino al 1987, quando fu nominato decano della sezione
San Tommaso della Facoltà Teologica dell'Italia meridionale. Nel 1989, Giovanni Paolo
II lo ha nominato vescovo ausiliare di Napoli. Dopo undici anni di servizio nella
diocesi partenopea, il 13 novembre 1999 venne trasferito alla Chiesa Suburbicaria
di Albano, dove ha esercitato il ministero episcopale per cinque anni.
In
seno alla Conferenza episcopale italiana, il cardinale Vallini è stato per molti anni
membro della Commissione per i problemi giuridici e, da ultimo, presidente del Comitato
per gli enti e beni ecclesiastici della CEI. Nel 2004, Giovanni Paolo II lo ha nominato
prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, promuovendolo in pari tempo
alla dignità di arcivescovo. È anche presidente della Corte di Cassazione dello Stato
della Città del Vaticano e, dal 15 settembre 2007, presidente della Commissione per
gli Avvocati. Nel 2006, Benedetto XVI lo ha creato cardinale. È membro delle Congregazioni
delle Cause dei Santi; per i Vescovi; per gli Istituti di vita consacrata - e le Società
di vita apostolica; per l'Evangelizzazione dei Popoli; del Pontificio Consiglio per
i Testi Legislativi; dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.