L'imminente aperura dell'Anno Paolino: un pensiero del cardinale Walter Kasper
La Chiesa nel mondo è in fermento per il prossimo inizio dell'Anno Paolino. A Tarso,
città natale del grande Apostolo, sabato e domenica scorsi ne è stata celebrata l’inaugurazione.
Una cerimonia ecumenica, molto importante per la minoranza cristiana in Turchia,
alla quale sono stati invitati i delegati di tutte le Chiese presenti nel Paese. A
Tarso era presente anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio
Consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani. Al suo rientro, Philippa
Hitchen, della redazione inglese della nostra emittente, ha chiesto al porporato
se la dimensione ecumenica sarà anche il centro della liturgia che Benedetto XVI presiederà
nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, sabato prossimo:
R. - Sì,
abbiamo invitato il Patriarca ecumenico, che sarà presente a questa celebrazione,
e anche i delegati di tutte le Chiese nelle quali San Paolo ha vissuto e lavorato:
molti sono oggi Paesi ortodossi. Tutto l’Anno Paolino ha questo significato ecumenico,
perché San Paolo è una figura e ha un messaggio al centro della nostra comune fede
cristiana: il messaggio di Gesù Cristo, la sua morte e la sua risurrezione. Speriamo
che questo Anno Paolino dia avvio a congressi, simposi sulle Lettere di San Paolo.
Anche i protestanti sono molto interessati, perché le Lettere di San Paolo sono per
loro il centro del Nuovo Testamento, con la dottrina della giustificazione della fede.