Le questioni economiche e i relativi conflitti che troppo spesso condizionano l’avvenire
del mondo: ne ha parlato il Papa con il nuovo ambasciatore del Gabon presso la Santa
Sede
L’avvenire del mondo è troppo spesso legato a questioni puramente economiche, che
sono fonte di conflitti: lo ha affermato il Papa nel discorso al nuovo ambasciatore
del Gabon, Firmin Mboutsou, ricevuto per la presentazione delle Lettere credenziali.
Il servizio di Fausta Speranza:
“Gli abitanti
di un Paese siano i primi beneficiari dei prodotti delle ricchezze naturali della
nazione”: lo auspica il Papa parlando della necessità di “fare tutto il possibile
per proteggere meglio il pianeta e per far sì di lasciare alle generazioni future
una terra veramente ospitale, in grado di nutrire tutti i suoi abitanti”. Benedetto
XVI invita tutte le autorità e gli uomini di buona volontà del Gabon, ma anche del
“caro continente africano”, a impegnarsi sempre di più per un mondo pacifico, fraterno
e solidale. Il Papa chiama tutti ad “un coraggio sempre più profetico”, ricordando
che “la pace e la giustizia camminano insieme e che devono trovare attuazione attraverso
il rispetto della legalità in tutti gli ambiti”. “In effetti - spiega il Papa - senza
giustizia, senza lotta contro ogni forma di corruzione, senza il rispetto delle regole
del diritto, è impossibile costruire una pace vera ed è chiaro che i cittadini avranno
difficoltà ad avere fiducia nei loro leader”. Inoltre - aggiunge - senza il rispetto
della libertà di ogni individuo, non può esserci pace”. E il Papa parla del contributo
della Chiesa: “La Chiesa - spiega - è pronta a collaborare e a sostenere tutte le
persone che hanno come primo pensiero quello di stabilire una società che rispetti
i diritti più elementari dell’uomo e che voglia costruire una società per l’uomo”.
A
proposito del contributo della Chiesa, il Papa apprezza il riconoscimento espresso
“per l’apporto alla storia e alla costruzione del Paese”. Parla di accordi firmati
tra Gabon e Santa Sede e di una cooperazione sempre migliore, indicando l’obiettivo:
“Aiutare la Chiesa nella sua missione al servizio di tutto l’uomo e di tutti gli uomini,
nella loro vita quotidiana, partecipando allo sviluppo della persona e della nazione
e donando a ciascuno una speranza nuova per l’avvenire”. E il Papa ricorda la vocazione
della Chiesa all’educazione e all’assistenza umana e spirituale. Parla di educazione
“nel rispetto delle persone e della loro cultura, trasmettendo valori spirituali e
morali indispensabili per la crescita dell’essere umano”. In relazione all’assistenza
sanitaria, ricorda i numerosi dispensari tenuti dalle Congregazioni religiose, il
cui impegno rientra negli accordi. Spiega che “una società attraverso l’educazione
integrale mostra che i propri membri sono la prima ricchezza nazionale”. Benedetto
XVI auspica, dunque, accordi per tutti i livelli di insegnamento, in particolare quello
superiore. Inoltre, menziona la pastorale presso le Forze Armate: la definisce “particolarmente
delicata e al servizio della pace, della giustizia e della sicurezza, nel Paese e
in tutta la regione”. Riconosce, infine, l’opportunità di costituire comunità di membri
delle Forze Armate sotto la guida spirituale di pastori che sappiano riconoscere e
rispettare la specificità del mondo militare.