Il card. Tettamanzi ricorda Papa Montini, nel 30° anniversario della morte. Presentato
il libro "Paolo VI, il coraggio della modernità"
Nel 30.mo della morte, la diocesi milanese ha commemorato, ieri sera, la figura di
Paolo VI, già arcivescovo di Milano dal 1954 al 1963. L'evento è stato incentrato
sulla presentazione del libro di Giselda Adornato "Paolo VI, il coraggio della modernità".
Numerosi gli interventi che hanno ricordato con emozione e gratitudine la figura di
Papa Montini. Tra questi, particolarmente significativo, quello del cardinale arcivescovo
di Milano, Dionigi Tettamanzi. Il servizio di Fabio Brenna:
Paolo VI
fu un Papa caratterizzato da una straordinaria tensione missionaria e dal desiderio
di trasmettere una fede vissuta come realtà contagiosa di gioia. Così, l’arcivescovo
di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha riassunto la figura
di Giovanni Battista Montini suo predecessore sulla cattedra milanese. Il cardinale
Tettamanzi lo ha ricordato alla presentazione della biografia curata da Gisella Adornato
dal titolo “Paolo VI. Il coraggio della modernità” con prefazione dello stesso cardinale
Tettamanzi. L’arcivescovo di Milano si è molto soffermato sullo slancio missionario
di Paolo VI che seppe tradurre nel Concilio e nel post Concilio, dando il via ai viaggi
apostolici per il mondo per promuovere la pace mondiale, la difesa della vita umana
e la propensione al dialogo. Un aspetto quasi insospettabile quello della gioia, per
Paolo VI, ma più volte rimarcato nell’intervento del cardinale Tettamanzi:
“Per
Paolo VI la gioia è qualcosa di contagioso, qualcosa che ha in sé un’energia di espansione.
Per questo lui dice: La gioia diventa per il cristiano un impegno apostolico e missionario
nei riguardi degli altri”.
Una comunicazione della fede come gioia il
tratto sottolineato anche dal vescovo ausiliare di Milano, il teologo mons.
Franco Giulio Brambilla:
“Per questo ha potuto apparire come
un Papa amletico, problematico. Si è lasciato persino cucire addosso l’espressione
"Paolo Mesto", perchè ha voluto assumere fino in fondo la vibrazione della coscienza
moderna”.
Una nuova chiave di lettura dunque questa della gioia per
il Pontificato di Paolo VI. La conferma dalla biografa Giselda Adornato:
“C’è
un itinerario di gioia nel suo Pontificato, che si collega con questo che abbiamo
definito il coraggio della modernità”.