2008-06-21 14:56:15

Concluso all'Urbaniana il Congresso internazionale delle radio cattoliche. La riflessione di mons. Celli


Si è concluso oggi alla Pontificia Università Urbaniana il Congresso internazionale che ha riunito a Roma le radio cattoliche di tutto il mondo. Le emittenti cattoliche – ha detto ieri il Papa incontrando i congressisti - partecipano in modo sempre nuovo alla missione della Chiesa annunciando il Vangelo agli uomini del nostro tempo. Ma cosa è emerso dal Congresso? Giovanni Peduto lo ha chiesto all’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, il dicastero promotore dell’evento:RealAudioMP3

R. – Innanzitutto, io ritengo che ci sia da sottolineare l’aspetto positivo, la ricchezza delle esperienze ed una presenza vera, concreta, precisa delle radio cattoliche a livello mondiale. E di questo bisogna renderne grazie al Buon Dio di ciò che le radio stanno facendo in questo momento, nel contesto ecclesiale e mondiale. Alcune realtà sono emerse fortemente. La prima: c’è una consapevolezza che un radio cattolica deve nascere da un’esperienza profonda di incontro con Gesù Cristo e quindi deve essere annunciatrice del Vangelo: quindi, il ruolo di evangelizzazione di una radio cattolica, vissuto però in una contestualità. Vale a dire come è emerso qui, durante gli incontri, c’è il settore africano, il settore latinaoamericano, l’asiatico, l’europeo, per citarne alcuni, ciascuno con le proprie caratteristiche; però, il grande discorso è: come vedere, come annunciare il Vangelo in questa contestualità particolare? Quindi, un dialogo interculturale, a tutto tondo. C’è questa profonda consapevolezza. La seconda consapevolezza è il ruolo che una radio cattolica gioca nella promozione dell’uomo. Erano interessanti, ieri, certi riferimenti ad esempio a ciò che soffrono determinate radio con il proprio personale in settori di questo mondo dove certe parole non sono gradite, o dove certe parole causano difficoltà con gli ambienti socio-politici locali. Qui direi che è emersa con grande forza questa testimonianza, questo diritto di dire una parola vera all’uomo. Perché? Perché è ancora emerso ugualmente con grande forza che una radio cattolica deve essere voce di chi non ha voce, e quindi ancora una volta tutto ciò che è reazione a problematiche, a situazioni in cui all’uomo è negata la possibilità di essere uomo, dove non gli è riconosciuta la dignità dalla sua umanità. Poi, un’altra cosa che è emersa e forse è stata anche una delle ricchezze di questo Congresso – e qui siamo grati al teologo pontificio, che ieri ha fatto una sua relazione – ci ha riportati a riscoprire ancora una volta che siamo, sì, legati alla tecnologia, legati al professionalismo ma poi, riscoprire come c’è un dono di Dio nell’annuncio della Parola; c’è una grazia della predicazione. Il che vuol dire quindi che quando io mi accingo ad annunciare la Parola anche attraverso la radio, io devo avere questa consapevolezza e questa profonda umiltà di sapere di essere portatore di qualche cosa che è più grande di me, perché è la Parola di Dio. E allora, sapere che non sono tanto le capacità tecnologiche, ma è la grazia di Dio che interviene nel cuore dell’uomo, per accogliere la Parola. E questo ci ha fatto bene, perché ci ha invitato – lei avrebbe dovuto vedere ieri le reazioni dell’uditorio, di fronte a questo intervento del teologo pontificio! - a riflettere sull’essenzialità. Il lavoro di una radio cattolica non è propaganda, ma è testimonianza e essere consapevoli che quello che noi annunciamo è la Parola di Vita. E questo va sottolineato con tutta forza.

 
D. – Eccellenza, ieri avete avuto l’udienza con il Papa: quale parola di Benedetto XVI, in particolare, l’ha colpita?

 
R. – Credo che la cosa forte sia ancora ricordarci che la parola è questo amore di Dio rivelato e donato in Cristo, che continua ad invitare gli uomini a rapportarsi con Lui e fra di loro in modo nuovo. E poi, l’altra cosa che mi sembra ancora forte, del Papa, per noi è che le parole che voi annunciate, che voi trasmettete dalle vostre stazioni radio, ogni giorno, sono un’eco di quella eterna Parola che è divenuta Carne. Le vostre parole porteranno frutto solamente nella misura in cui queste servono, sono a servizio della eterna Parola che è Gesù Cristo. E poi ... e poi, ancora questo richiamo del Papa a far sì che il nostro intervento, la nostra comunicazione sia al servizio dello sviluppo della persona umana, di tutta l’umanità. Ecco, credo che il Papa ci abbia proprio invitato a questo, abbia ancora nuovamente puntato l’indice su questo grande punto di riferimento. Infatti, ieri “L’Osservatore Romano”, se lei ricorda, aveva titolato proprio: “Una rete di amicizia tra Cristo ed i popoli di tutti i continenti”. Ecco, credo che questa sia la grande ricchezza di questo Congresso.







All the contents on this site are copyrighted ©.