Annunciando la Verità evangelica offrite un messaggio di speranza agli uomini del
nostro tempo: così il Papa ai partecipanti al Congresso internazionale delle Radio
cattoliche
Le radio cattoliche, annunciando il Vangelo agli uomini del nostro tempo, partecipano
in modo sempre nuovo alla missione della Chiesa: è il riconoscimento di Benedetto
XVI, che stamani ha avuto parole di stima per gli operatori delle emittenti cattoliche,
riuniti in Vaticano per un Congresso internazionale, promosso dal Pontificio Consiglio
delle Comunicazioni Sociali. Nell’udienza in Sala Clementina, il Pontefice si è dunque
soffermato sul binomio identità-missione, tema forte del Congresso voluto dal presidente
del dicastero vaticano, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, che ha rivolto l’indirizzo
d’omaggio al Papa. Il servizio di Alessandro Gisotti:
E’ importante
“rendere attraente la Parola di Dio” dandogli corpo attraverso trasmissioni radiofoniche
che tocchino “il cuore degli uomini del nostro tempo” e “partecipino alla trasformazione
della vita dei nostri contemporanei”: è l’esortazione di Benedetto XVI agli operatori
delle radio cattoliche, che, ha detto, con il loro servizio permettono di “conoscere
meglio Cristo”, di “ascoltare il Papa ed amare la Chiesa”. Le molte e diverse forme
di comunicazione, ha notato il Pontefice, “manifestano con evidente chiarezza come
l’uomo, nella sua struttura antropologica essenziale, sia costituito per entrare in
relazione con l’altro”:
“Lo fa soprattutto per
mezzo della parola. Nella sua semplicità e apparente povertà, la parola, inscrivendosi
nella comune grammatica del linguaggio, si pone come strumento che realizza la capacità
di relazione degli uomini”. Questa
parola, ha aggiunto, “si fonda sulla ricchezza condivisa di una ragione creata ad
immagine e somiglianza del Logos eterno di Dio, cioè di quel Logos in cui tutto liberamente
e per amore è creato”. Pensiero che ha ulteriormente sviluppato nella parte del discorso
pronunciata in francese:
“En raison de son lien
avec la parole, la radio participe…” “In ragione del suo legame con
la parola – ha sottolineato – la radio partecipa alla missione” ecclesiale, ma al
tempo stesso “genera una nuova maniera di vivere, di essere e di fare Chiesa”. Le
molteplici forme di comunicazione, ha proseguito, “possono essere un dono di Dio al
servizio dello sviluppo della persona umana e dell’intera umanità”. La radio attraverso
la parola e la musica può informare e far rilassare, annunciare e denunciare, ma,
è stato il suo richiamo, sempre “nel rispetto della realtà” e in una “chiara prospettiva
di educazione alla verità e alla speranza”.
“Jésus
Christ nous donne en effet la Vérité…” “Gesù Cristo – ha ribadito –
ci dona la Verità sull’uomo e per l’uomo e, a partire da questa verità”, ci dà “una
speranza per il presente e per l’avvenire delle persone e del mondo”. In questo contesto,
il Papa ha incoraggiato le radio cattoliche a proseguire nella loro missione di servizio
alla Parola di Dio. Anche in spagnolo, riprendendo la “Spe salvi”, Benedetto XVI ha
richiamato l’originalità della comunicazione cristiana:
“En
efecto, el Evangelio no es solamente una comunicacion de cosas…” “In
effetti – ha affermato - il Vangelo non è solamente una comunicazione di cose che
si possono sapere” ma è piuttosto “una comunicazione che produce eventi e cambia la
vita”. Questa comunicazione di Dio, ha detto ancora, offre “un nuovo orizzonte di
speranza e verità alle aspettative umane”. In inglese, il Papa ha quindi analizzato
le condizioni in cui operano le radio cattoliche all’alba del Terzo millennio:
“Today,
even thug you make use of modern communication…” “Oggi – ha rilevato
– anche se fate uso delle moderne tecnologie di comunicazione, le parole che trasmettete
sono umili e alcune volte sembra che si perdano in mezzo alla competizione di altri
mass media più rumorosi e più potenti”. E tuttavia, è stata la sua esortazione, non
bisogna scoraggiarsi, ma continuare a seminare la Parola, dando compimento al comandamento
evangelico di annunciare la Buona Novella a tutte le nazioni:
“The
words which you transmit reach countless people…” “Le parole che trasmettete
– ha rammentato – raggiungono innumerevoli persone” alcune delle quali non si recano
mai in chiesa perché non credono o appartengono ad altre fedi. Altre non hanno mai
sentito nominare Gesù, e proprio attraverso il servizio delle radio giungono a loro
per la prima volta le parole della Salvezza. Il Papa ha così messo l’accento sul paziente
e quotidiano lavoro di semina, che rappresenta il modo delle emittenti cattoliche
“di cooperare alla missione apostolica”. I vostri network, è stato il suo auspicio,
“possono rappresentare, fin d’ora, una piccola ma concreta eco nel mondo di quella
rete di amicizia che la presenza di Cristo Risorto” ha “inaugurato fra cielo e terra
e fra uomini di tutti i continenti e le epoche”:
“Aiutando
il cuore di ogni uomo ad aprirsi a Cristo, aiuterete il mondo ad aprirsi alla speranza
e a spalancarsi a quella civiltà della verità e dell’amore che è il frutto più eloquente
della sua presenza fra noi”. Dal
canto suo, l’arcivescovo Celli ha ricordato che, fin dalla sua invenzione, la radio
è stata promossa dai Pontefici quale “insostituibile strumento di evangelizzazione
e di cultura”:
“La visita che Ella ha compiuto alla
Radio Vaticana, nel 75.mo anniversario di fondazione, ha ulteriormente sottolineato
il prezioso ruolo che l'emittenza radiofonica svolge nell'ambito più generale della
comunicazione”.
Mons. Celli ha così ribadito l’impegno
del suo dicastero, affinché le radio cattoliche, oggi inserite nel novero dei new
media, offrano sempre più un’informazione al servizio della persona.