Sempre più numerosi i giornalisti costretti a fuggire dall’Iraq e dalla Somalia
A volte perseguitati, intimiditi e poi costretti a vivere da rifugiati. E’ la fotografia
dei giornalisti nelle aree più calde del mondo realizzata dal Committee to Protect
Journalists (CPJ), organizzazione di difesa dei giornalisti con sede a New York. Secondo
quanto riporta la Misna, sono almeno 82 i reporter costretti ad abbandonare il proprio
Paese dopo aver subito minacce o molestie nell’ultimo anno. Almeno la metà di loro
proviene dall’Iraq e dalla Somalia. Il numero dei giornalisti obbligati all’esilio,
circa sette al mese, è doppio rispetto alla media registrata dal CPJ dal 2001, quando
cioè è iniziata la raccolta dati da parte dell’associazione. A provocare la fuga è
il pericolo di vita: 51 giornalisti sarebbero stati spinti ad abbandonare le proprie
case dopo essere stato aggrediti, minacciati con la violenza o di morte. Gli interrogatori,
la detenzione hanno invece spinto alla fuga altri 20 giornalisti, mentre per altri
11 la causa dell’esilio è stata la minaccia di reclusione. L’istituto denuncia anche
la difficile posizione di molti inviati che vivono in una condizione di rifugiati
in Paesi come Siria, Giordania, Kenya e Gibuti, che aspettano di trasferirsi in qualche
altro luogo in modo permanente. (B.C.)