Riscoprire la figura e gli scritti di San Paolo, meditando sulla sua profonda spiritualità
e rivitalizzando, così, la fede dei cristiani: è questo l’obiettivo dell’Anno Paolino,
indetto da Benedetto XVI per celebrare i due millenni dalla nascita dell’Apostolo
delle genti. In occasione di questo grande evento, che prenderà il via il prossimo
28 giugno, il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI ha organizzato
numerose iniziative, che sono state presentate stamani, nella Sala Marconi della nostra
emittente. C’era per noi Isabella Piro:
(musica)
Un’opera poetica e musicale, intitolata “Il fuoco della carità di Paolo”,
una settimana biblica interdisciplinare, un concerto spirituale, un sito Internet
interamente dedicato agli scritti dell’Apostolo delle genti, e poi incontri, dibattiti
e tavole rotonde. Sono solo alcuni degli eventi organizzati dal Servizio nazionale
per il progetto culturale della CEI – Conferenza episcopale italiana – in occasione
dell’Anno Paolino. In tutti gli appuntamenti, San Paolo viene presentato come uomo
di conversione, uomo di confine, che riesce a parlare al mondo di oggi e in cui gli
uomini del Terzo millennio si riconoscono. Don Domenico Pompili,
direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI:
“Credo
che in Paolo colgano, anzitutto, l’autenticità della sua esperienza umana. Basterebbe
leggere le lettere di Paolo per accorgersi che si ha a che fare con un uomo vero,
con un uomo che non ha paura di manifestare i suoi sentimenti, i suoi contraccolpi
emotivi e perciò non si nasconde dietro a un ruolo, ma in qualche modo si espone a
mani nude rispetto a quella che è la vicenda che gli tocca di vivere. E’ anche un
uomo votato alla ricerca religiosa fondamentale, che lo porterà a superare la semplice
comprensione della Torah per arrivare nell’incontro personale con Gesù di Nazareth
ad individuare quel punto di svolta che consente a lui di cogliere una fede tutta
singolare, che è la fede nel Dio rivelato in Gesù Cristo”.
Il progetto
culturale della CEI punta, inoltre, ad evidenziare anche il ruolo di grande comunicatore
avuto da Paolo nella diffusione del cristianesimo. Un aspetto su cui si rifletterà
nel febbraio 2009, durante un incontro dal titolo significativo: ancora don
Domenico Pompili:
“Lo abbiamo intitolato 'Soprattutto niente
giornalisti', perchè ci sembra che Paolo sarebbe stato oggi un bravo giornalista:
a lui si deve sicuramente il merito di aver sdoganato il cristianesimo dalle strette
realtà della cultura ebraica per ampliarlo a dismisura a quello che era allora il
mondo greco-romano. Ritegno che in fondo oggi i comunicatori abbiano una specifica
missione, quella cioè di essere dei mediatori culturali, capaci di saper aiutare la
gente di oggi a leggere con profondità la realtà e non a subirla semplicemente, offrendo
di volta in volta chiavi di lettura interessanti, ma sempre e comunque partendo
dalla realtà. Direi che il realismo di Paolo e la sua straordinaria ispirazione dovrebbero
essere due elementi che in qualche modo fanno parte della cassetta degli attrezzi
dei giornalisti di oggi”.
Altro evento, la mostra
fotografica itinerante intitolata “Sulla via di Damasco. L’inizio di una nuova vita”.
Pensata per essere ospitata in parrocchie, enti pubblici e scuole di tutta Italia,
l’esposizione è suddivisa in due sezioni: una dedicata ai luoghi della vita e della
predicazione di San Paolo e l’altra riguardante l’uomo nuovo nato dalla conversione.
Il curatore, Eugenio Dal Pane:
“Si tratta di pannelli
fotografici: abbiamo un ampio repertorio fotografico che ci è stato messo a disposizione
dallo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme. Per le altre sezioni faremo, invece,
riferimento ad opere d’arte per documentare come la tradizione artistica ha raffigurato
San Paolo. Noi ci aspettiamo, quindi, che la Mostra continui l’opera missionaria di
Paolo. L’abbiamo concepita come una mostra che deve sempre essere collocata nel cuore
delle città, come strumento per annunciare a tutta la città che c’è un modo nuovo
di vivere, che è quello che nasce da quando uno incontra Cristo”. Dal
28 giugno 2008 al 29 giugno 2009: tanto durerà l’Anno Paolino. Ma l’auspicio è che
l’esempio di Saulo di Tarso continui a permeare la vita dei cristiani di tutto il
mondo, diventando occasione di preghiera, riflessione e testimonianza evangelica.
Luigi Sozzi, direttore del Servizio nazionale per il progetto
culturale della CEI:
“Come è avvenuto per il grande Giubileo, quando
in Italia si è dimostrata una grande creatività di linguaggi, di strumenti per veicolare
la grande proposta del Giubileo, io mi auguro che possa avvenire altrettanto e che
quindi il lascito sia un investimento maggiore nella cultura e nella elaborazione
creativa dell’annuncio del messaggio evangelico".
(musica)
Gli
anelli della catena che la secolare tradizione vuole abbia tenuto prigioniero San
Paolo a Roma, tra il 61 e il 63 dopo Cristo, sono ora esposti in un’artistica teca
illuminata vicina al suo sepolcro, nella Basilica papale di San Paolo fuori le Mura.
Si tratta della più importante reliquia dell’Apostolo delle Genti, che può essere
venerata meglio che in passato, dalle migliaia di fedeli e pellegrini che ogni giorno
affluiscono nel tempio presso l’altare della confessione.