2008-06-19 14:59:06

Emergenza fame in Etiopia


Nelle regioni meridionali dell’Etiopia, la malnutrizione sta raggiungendo livelli allarmanti. A rivelarlo è Medici Senza Frontiere (MSF) che, in una conferenza stampa oggi a Roma, ha fatto il punto sulle operazioni in corso in Etiopia, dove l’organizzazione opera fin dal 1984. C’era per noi Giada Aquilino:RealAudioMP3


“La malnutrizione non è qualcosa di nuovo in Etiopia: quest'anno, tuttavia, la situazione è molto peggiore del solito”. Con queste parole, più volte nelle ultime settimane, Medici Senza Frontiere ha lanciato l’allarme sull’emergenza nutrizionale che sta colpendo la parte meridionale del Paese africano, in particolare nelle regioni di Oromiya e Southern Nations and Nationalities People. In queste zone, l’organizzazione ha aperto appositi centri per il soccorso ai bambini gravemente malnutriti e affetti da malaria o polmonite. Sulle ragioni della drammatica situazione nutrizionale in Etiopia, ascoltiamo Loris De Filippi, responsabile progetti MSF Italia:

R. – I due principali fattori sono sicuramente quello legato ad un fenomeno assolutamente atmosferico, nel senso che due stagioni delle piogge consecutive sono mancate; l’altro fattore, invece, è collegato all’aumento vertiginoso dei prezzi delle derrate alimentari, con un’inflazione dell’80 per cento su alcuni generi.

 
D. – Come ha inciso questa crisi sulla popolazione?

 
R. – In maniera molto importante in alcune zone, soprattutto nella parte meridionale dell’Etiopia. Il governo di Addis Abeba ha appena annunciato che 4 milioni e 600 mila persone sono a rischio di carestia e circa 75 mila bambini sono veramente vicini ad una malnutrizione severa. Per questo, il governo etiope si è appellato alla comunità internazionale per agire il più rapidamente possibile.

 
Dei programmi di Medici Senza Frontiere in Etiopia, approntati proprio per far fronte alla malnutrizione dilagante, ci parla Elena Torta, operatrice MSF appena rientrata dal Paese africano:

R. – Ad un mese di tempo da quando abbiamo cominciato ad operare, abbiamo fornito assistenza a 4 mila bambini gravemente malnutriti: hanno un rapporto tra il peso e l’altezza del corpo che è al di sotto del 70 per cento. Un’altra forma di grave malnutrizione si chiama Kwashiorkor, significa che sono bambini gonfi, che hanno una ritenzione idrica sotto i tessuti. Vediamo sicuramente moltissimi piccoli in questo stato.

 
D.- Qual è l’appello di Medici Senza Frontiere? Cosa serve a questi bambini?

 
R. – Serve sicuramente aiuto medico, come quello che noi stiamo fornendo, perché comunque si tratta di bambini che hanno uno stato di malattia: la malnutrizione può essere considerata una malattia. E poi, serve anche distribuzione di cibo alle loro famiglie e alla popolazione più in generale.

 
D. – C’è un ricordo particolare dell’Etiopia?

 
R. – Ricordo il caso di un bambino molto magro, molto malnutrito, gravissimo. Era accudito dal padre nella clinica di MSF a Shashemene. Ad un certo punto sembrava proprio che non ce la facesse. Mi hanno detto: “probabilmente, non supererà la notte”. E invece, un nostro medico è riuscito a portarlo all’ospedale, che è accanto al centro nutrizionale di MSF. Questo bambino, che sembrava proprio spacciato, il giorno dopo era ancora vivo e il ricordo che ho è quello di un medico che viene da me sorridendo e dicendomi: “la notte scorsa non è morto nessuno”! E’ stato un bel momento ...







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