2008-06-18 07:57:25

Raggiunta la tregua tra Israele e Hamas


Sì di Israele all’accordo di tregua di sei mesi con Hamas nella Striscia di Gaza a partire da domani. Un’intesa raggiunta grazie alla mediazione dell’Egitto che si è impegnato per impedire il contrabbando di armi dal Sinai verso la Striscia. Lo Stato ebraico ha però fatto sapere che qualsiasi attacco, a prescindere da chi ne sia responsabile, metterà fine all’accordo. Ismail Haniyeh, uno dei leader di Hamas, si è detto fiducioso sulla durata del cessate-il-fuoco che porterà benefici ad oltre un milione di palestinesi. L’intesa arriva nel giorno in cui Israele si è detto pronto ad aprire negoziati di pace con il Libano mentre Hezbollah ha annunciato di non accettare la proposta di porre le fattorie di Shebaa, il contestato territorio di confine con Israele, sotto la supervisione dell’ONU. Ma si può parlare di concreto passo verso la distensione almeno nella zona della Striscia di Gaza? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Maria Grazia Enardu, docente di relazioni internazionali all’università di Firenze ed esperta di Medio Oriente:RealAudioMP3
 
R. – Sì. Si può parlare di un concreto passo da parte del governo Olmert che è in grandi difficoltà interne e anche della necessità di Hamas di avere una sorta di vittoria politica, militare e anche economica per le disperate condizioni di Gaza. Quello che rende questo accordo veramente interessante è il secondo passo: se per sei mesi Hamas garantisce la quiete a Gaza significa che ha anche il controllo dei gruppi minori e così ci potrebbe essere anche un cessate-il-fuoco in Cisgiordania.
 
D. – Questa intesa rappresenta un riconoscimento politico di Hamas. Comunque, mette in un angolo il presidente Abu Mazen ...
 
R. – Sì: anche perché da tempo ci sono due "mezzi Stati" palestinesi, uno a Gaza e uno nella Cisgiordania, ma a questo punto si rischia il paradossale risultato che quanto ottenuto da Hamas a Gaza possa servire al movimento estremista come leva d’azione sulla Cisgiordania.
 
D. – La politica di contatti che sta portando avanti Israele si arricchisce con l’annuncio di possibili colloqui anche con il Libano. Come interpretare questa fase politica?
 
R. – I colloqui con il Libano vanno portati avanti perché ci sono due ostaggi in mano libanese, ovvero nelle mani degli Hezbollah, e questi due ostaggi, insieme all’ostaggio detenuto da Hamas a Gaza, sono per Israele prioritari. Quindi, i colloqui ci saranno ma saranno anch’essi colloqui interlocutori perché l’obiettivo minimo è liberare quegli uomini. Questo non esclude altri passi più concreti per accordi di pace che richiedono un ridisegno totale di tutta la questione.
 
D. – Questa intesa ha suscitato le perplessità e anche la critica degli Stati Uniti ...
 
R. – Sicuramente è una questione mediorientale: l’Egitto si è tanto adoperato sia per ragioni interne ma anche per ragioni internazionali di stabilità, perché nessuno ha più interesse per la risoluzione dei problemi dell’area che gli stessi Paesi dell’area. 







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