Presentato a Trento: "Oscura luminosissima notte", l'ultima opera di Chiara M.
A tre anni dalla pubblicazione di: “Crudele dolcissimo amore” che in breve tempo è
diventato un best-seller a livello internazionale, Chiara M., infermiera professionale
di Trento, colpita oltre vent’anni fa da una rara e dolorosa malattia degenerativa
incurabile, è tornata con un suo nuovo libro dal titolo: “Oscura luminosissima notte”,
edito dalla San Paolo e presentato nei giorni scorsi a Trento. All’evento sono intervenuti
Vito Mancuso, teologo, Cinzia TH Torrini, regista e autrice del documentario che accompagna
il volume e Paolo Grezzi, giornalista del quotidiano locale “L’Adige”. “Oscura luminosissima
notte” non è un libro di filosofia spicciola o di spiritualità a buon mercato, ma
un diario nato tra incertezze, dubbi, difficoltà anche fisiche in cui – spiega l’autrice
– “ho messo tutta la mia anima. Sono una persona normale”, racconta. “La malattia
mi ha costretto a tirare fuori tutto quello che di solito uno tiene dentro. Chiara
M. invita il lettore a non cercare di capire il libro, ma ad accoglierlo con delicatezza,
come un dono: il dono della sua anima. Attratta come una calamita dalla forza di Chiara
M., la regista ed amica Cinzia TH Torrini ha cercato di incontrare l’autrice in un
film-intervista rivelando cosa si nasconde dentro il dolore. “Maestra nel negativo”,
la definisce il teologo Vito Mancuso, “maestra” nel senso di maestria, di esperta
capace di trarre luce dal buio. Raccontando con dignità e speranza il proprio agonismo
quotidiano tra vette ed abissi, la propria lotta con il male crudele e sleale, Chiara
è una testimone che indica la strada, lo scavo, la luce che si trova in fondo al tunnel,
fino a poter dire – commenta Paolo Ghezzi: “Tutto è compiuto, e con San Paolo ho combattuto
la mia buona battaglia, ho conservato la fede”. “Me ne andrò in silenzio – scrive
Chiara M. nel libro – lasciando solo il dipinto che Dio ha voluto che io fossi”. “Il
nostro destino – continua Ghezzi – è compiere il compito che ci viene affidato. I
cristiani la chiamano ‘vocazione’”. “Cioè – conclude Mancuso – vivere lottando contro
le tenebre del nulla, mettendo armonia nel disordine e mettendo luce nella notte propria
e dell’umanità”. (A cura di Mariangela Brunet)