Il congedo del Papa ieri dalla Puglia: le prime reazioni dei fedeli e non solo, nelle
parole dell’arcivescovo di Brindisi, Rocco Talucci
E’ terminato nel tardo pomeriggio di ieri, con l’atterraggio del volo papale all’aeroporto
di Ciampino e il rientro in Vaticano, il secondo viaggio pastorale in Puglia di Benedetto
XVI. Come atto di congedo, il Papa si è incontrato con l’arcivescovo, Rocco Talucci,
e i sacerdoti. Preghiera personale e attenta formazione dei seminaristi, per essere
“maestri di fede e zelanti testimoni di Cristo”: queste le principali sollecitazioni
rivolte da Benedetto XVI al clero brindisino. La cronaca dell’avvenimento nel servizio
del nostro inviato, Alessandro De Carolis:
E’
quella del Cenacolo - i sacerdoti attorno al Papa in preghiera e in ascolto - l’immagine
in dissolvenza sul breve, ma partecipato e caloroso, soggiorno del Santo Padre a Brindisi.
(musica organo)
Intorno
alle 16.45, dopo aver salutato alcuni membri del comitato che ha organizzato la visita,
Benedetto XVI ha fatto ingresso sulle note dell’organo nella cattedrale brindisina,
una delle più antiche e grandi della regione, la cui costruzione originaria risale
al 1080. Seduti nei banchi, fra gli altri, i sacerdoti che lavorano nelle 62 parrocchie
che compongono l’arcidiocesi e che servono una popolazione di 283 mila abitanti. Brindisi,
ha ricordato Benedetto XVI, “è stata fra le prime città dell’Occidente ad accogliere
il Vangelo”, arrivato lungo le vie consolari romane. Oggi, ha proseguito il Papa,
sono qui per “incoraggiarvi a porvi con sempre crescente disponibilità a servizio
della Vangelo e della Chiesa”. So già, ha aggiunto, che “lavorate con zelo e intelligenza”
e “senza risparmio di energie”, tuttavia - ha voluto sottolineare - “perché la vostra
sia una fede forte e vigorosa” occorre “alimentarla con un’assidua preghiera”, che
scandisca le vostre giornate:
“Non è certamente
facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto
oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in misura
sempre maggiore. Dobbiamo tuttavia convincerci: il momento della preghiera è il più
importante nella vita del sacerdote, quello in cui agisce con più efficacia la grazia
divina, dando fecondità al suo ministero. Pregare è il primo servizio da rendere alla
comunità”. “Maestri di preghiera”, dunque, ma anche portatori
di un Vangelo vissuto e testimoniato alla gente: questo l’identikit del presbitero
secondo il Papa, che ha passato in rassegna gli ambiti e i doveri che richiedono l’attenzione
di vescovo e sacerdoti. Dalla pastorale ad ogni livello alla catechesi, dalla “preparazione
accurata” dei seminaristi alla “formazione permanente” del clero. Il Sinodo che state
vivendo, ha osservato Benedetto XVI, è un’occasione “per rilanciare l’impegno apostolico
nella vostra diocesi” e di proseguire “nel cammino di autentico rinnovamento spirituale
che state percorrendo”:
“È compito pertanto del
Sinodo aiutare la vostra Chiesa locale, in tutte le sue componenti, a riscoprire il
senso e la gioia del servizio: un servizio per amore”. Un
servizio apostolico che, in conclusione, Benedetto XVI ha voluto affidare proprio
all’Apostolo delle genti, che tra pochi giorni verrà solennemente ricordato in apertura
dell’Anno paolino:
“Esso potrà essere l’occasione
per un generoso rilancio missionario, per un più profondo annuncio della Parola di
Dio, accolta, meditata e tradotta in apostolato fecondo, come avvenne appunto per
l’Apostolo delle genti. Conquistato da Cristo, Paolo visse interamente per Lui e per
il suo Vangelo, spendendo la sua esistenza sino al martirio”. Poi
ancora applausi, calore e affetto per un Papa che per 24 ore ha avuto casa nella “città
d’acqua” e antica “porta d’Oriente”, che ricorderà certamente questi giorni molto
a lungo.
(musica organo)
Ma
quali sono state le prime reazioni dei fedeli, e non solo, alla visita del Papa, che
ha saputo parlare al cuore della gente di Puglia. Ascoltiamo l’arcivescovo
di Brindisi, Rocco Talucci, al microfono di Giancarlo La Vella:
R. –
Una grande gioia ed una grande emozione, che ha coinvolto veramente tutti; soprattutto
la vicinanza del Papa ci ha veramente conquistati. La ricchezza dei suoi messaggi
alla città, ai giovani, alla Chiesa, al mondo intero e ai sacerdoti, che sono riuniti
in Sinodo, ci hanno lasciato un programma di vita, su cui riflettere. Per noi è stato
un evento, e non soltanto un fatto di cronaca, perchè siamo una Chiesa veramente contenta
di essersi incontrata con il suo primo Pastore, per una verifica della sua identità
di comunità e di missione. Ed è proprio su quei pensieri e su quelle riflessione,
che ci ha fortemente raccomandato il Santo Padre, che ci vorremmo ora confrontare.
D.
– Come lei stesso ha ricordato, il Papa si è rivolto al clero, dicendo che “per il
sacerdote la preghiera è il primo servizio da rendere alla comunità dei fedeli”. Come
avete accolto questa esortazione?
R. – Io personalmente
riferisco questa esortazione al concetto di comunione che caratterizza la missione:
o noi siamo uomini di Dio e diventiamo uomini degli uomini e, quindi, l’amore a Dio
diventa poi amore per il prossimo come fonte inesauribile, o altrimenti rischiamo
di recitare la parte del cristiano e del missionario. La missione non è una strategia,
non fa parte dell’intraprendenza personale, anche se certo sono delle doti che possono
servire, ma è soprattutto un atto d’amore.
D. –
Benedetto XVI ha parlato di solidarietà e di condivisione. Sentimenti, questi, che
la vostra Regione, in quanto terra – per così di dire – di confine, ha vissuto e vive
costantemente…
R. – Io ritengo che alla cittadinanza
di Brindisi il Papa per la prima volta ha dato atto della sua straordinaria accoglienza,
avvenuta alcuni anni fa, in favore dei profughi albanesi. Ritengo di poter anche dire
che il popolo brindisino è sempre generoso nelle occasioni straordinarie e che questa
sua generosità, che si manifesta nelle occasioni straordinarie, deve diventare un’azione
abituale, perché l’accoglienza del fratello è un impegno quotidiano.
D.
– Mons. Talucci, la visita del Pontefice in qualche modo è andata al di là dei confini
del vostro territorio. Come vivete la richiesta di pace globale che è risuonata, ancora
una volta, nelle parole del Papa ieri all’Angelus?
R.
– Noi confermiamo l’apertura di Brindisi come città al Mediterraneo, definendola ancora
oggi “porta d’Oriente”; il nostro sguardo va soprattutto al Medio Oriente e alla Terra
Santa e mi auguro che sia i politici, gli amministratori e la società intera si facciano
veramente carico del fatto che per la posizione che abbiamo, siamo quasi naturalmente
votati al discorso della pace e della solidarietà. Questa visita è stata sì alla Chiesa,
ma anche alla città e al territorio di Brindisi e quindi bisogna dire che i nostri
politici hanno ora veramente tanto da meditare. Per questo, tali concetti saranno
per me – nel rispetto e senza interferenze – motivo di continuo riferimento. In fondo
la visita del Santo padre è stata voluta anche dalla società, attraverso le istituzioni.
D. – Eccellenza, questa visita ha lasciato anche
un segno tangibile, quale la dedicazione del Seminario diocesano a Benedetto XVI.
E’ solo un segno di riconoscenza o anche un qualcosa di più profondo?
R.
– Noi abbiamo potuto vedere, fin dal primo viaggio del Papa a Colonia per la Giornata
mondiale della Gioventù, la sua grande attenzione ai seminaristi e nell’incontro con
loro Benedetto XVI ha tracciato un cammino da seguire. Per questo, abbiamo appena
inaugurato il nuovo Seminario ed abbiamo avuto la grande gioia della visita del Papa.
Quindi la dedicazione del Semiranio a Benedetto XVI è certo un ricordo di questa visita,
ma anche e soprattutto il riconoscimento a colui che crede nel Seminario e che stimola
le vocazioni.