Il Papa a Santa Maria di Leuca: "la Chiesa non ha confini e vince l'individualismo
educando alla solidarietà e alla condivisione"
La Chiesa, specie nel meridione d’Italia, insegni la speranza alle giovani generazioni,
“non come utopia, ma come fiducia tenace nella forza del bene”, al di là delle “sopraffazioni”.
E’ una delle esortazioni che Benedetto XVI ha lasciato alle migliaia di fedeli del
basso Salento, che hanno partecipato ieri pomeriggio alla Messa nel Santuario di Santa
Maria di Leuca. La cronaca della celebrazione nel servizio del nostro inviato, Alessandro
De Carolis: La Chiesa, innervata com’è nelle realtà umane, influisce
in modo costruttivo anche sul piano sociale. Insegna ai giovani “la forza del bene”
contro le scorciatoie della furbizia o dell’abuso. La Chiesa e il mondo civile della
Puglia attendevano parole di sostegno non solo spirituale da Benedetto XVI e il Papa
non si è fatto attendere. Fin dall’omelia della Messa nel Santuario mariano di Santa
Maria di Leuca, detto “de finibus terrae”, il Pontefice si è espresso in modo forte
e diretto sul ruolo sociale delle strutture ecclesiali. Davanti alle maggiori autorità
religiose e civili della regione, Benedetto XVI ha ribadito che, pur non sostituendosi
“alle legittime e doverose competenze delle istituzioni”, tuttavia “le stimola e le
sostiene”, collaborando per il bene comune: “Infatti, in
un contesto che tende a incentivare sempre più l’individualismo, il primo servizio
della Chiesa è quello di educare al senso sociale, all’attenzione per il prossimo,
alla solidarietà e alla condivisione”. Molto festosa l’accoglienza
degli oltre 20 mila fedeli che hanno gremito l’area antistante il santuario, invasa
dal sole. Il Papa, che ha presieduto la Messa sull’altare allestito all’esterno, si
è definito un pellegrino mariano idealmente unito a tutti i Santuari mariani del Salento,
definiti “vere gemme incastonate in questa penisola lanciata sul mare”. E parlando
dell’antichissimo tempio “de finibus terrae” da cui celebrava, Benedetto XVI ne ha
sottolineato il ruolo particolare che gli deriva dalla sua posizione geografica: “Proteso
tra l’Europa e il Mediterraneo, tra l’Occidente e l’Oriente, esso ci ricorda che la
Chiesa non ha confini, è universale. E i confini geografici, culturali, etnici, addirittura
i confini religiosi sono per la Chiesa un invito all’evangelizzazione nella prospettiva
della ‘comunione delle diversità’”. Una missione propria
della Chiesa pugliese che, ha concluso il Papa, “possiede una spiccata vocazione ad
essere ponte tra popoli e culture”. Da Brindisi, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana.