Mons. Migliore all'ONU: progressi nella lotta all'AIDS, ma la comunità internazionale
può fare di più
Nella lotta della comunità internazionale contro l’AIDS sono stati compiuti evidenti
progressi “ma resta ancora molto da fare”: è quanto ha detto l’arcivescovo Celestino
Migliore alla riunione di alto livello svoltasi giovedì scorso al Palazzo di Vetro
di New York durante la 62ª sessione dell'Assemblea Generale dell'ONU sul tema dell’HIV.
L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha dunque invitato
a fare di più: in particolare ha chiesto un maggiore accesso, attraverso costi contenuti,
ai farmaci antiretrovirali, a testi affidabili, alla prevenzione della trasmissione
della malattia da madre a figlio e alle tecniche diagnostiche. Ha poi sottolineato
che un gran numero di vittime dell’AIDS sono dovute in realtà a patologie come la
tubercolosi e la malaria. Malattie dagli esiti devastanti – ha rilevato – e che purtroppo
non fanno notizia e non ricevono adeguati finanziamenti. Un maggiore impegno della
comunità internazionale nel fornire cibo e assistenza sanitaria di base alle popolazioni
povere – ha aggiunto – potrebbe gradualmente ridurre il gap tra ciò che è possibile
e ciò che è necessario. Mons. Migliore ha infine ricordato l’impegno della Santa Sede
nella lotta all’AIDS: attraverso le sue istituzioni raggiunge 4 milioni di persone
nel mondo, indipendentemente dalla razza, dalla nazionalità e dal credo, raggiungendo
le popolazioni più emarginate nei luoghi più isolati del Pianeta. Un terzo delle cure
fornite sono gratuite. Mons. Migliore ha chiuso il suo intervento con un appello a
lottare contro la pandemia dell’AIDS con un senso di maggiore solidarietà e compassione
promuovendo la dignità di ogni essere umano in tutte le fasi della sua vita.(A
cura di Sergio Centofanti)