Al via a Saragozza l'Esposizione Internazionale su "Acqua e Sviluppo sostenibile"
“Questa mostra vuole richiamare l’attenzione del mondo sull’acqua, preziosa risorsa
insostituibile per l’uomo e per la Terra”. Con queste parole ieri sera il re spagnolo
Juan Carlos ha inaugurato l’Esposizione di Saragozza 2008, dedicata all’Acqua e allo
Sviluppo sostenibile. L’enorme struttura organizzata su 25 ettari sulle rive del fiume
Ebro, viene aperta al pubblico oggi e per tre mesi ospiterà oltre 5 mila spettacoli
e 32 mila esperti che si confronteranno sull’odierna penuria dell’oro blu. Oltre sei
milioni e mezzo i visitatori attesi. L'esposizione – la prima a carattere monografico
– vede la partecipazione di oltre 100 Paesi, promotori di altrettante proposte e idee
su questa grande sfida del XXI secolo. Presente anche la Santa Sede che nel Padiglione
realizzato dall’architetto Joaquín Sicilia Carnicer, propone al visitatore un percorso
di riflessione in tre tappe sui temi “Acqua, vita e speranza”; “Acqua e arte nella
Storia della Salvezza” e “Acqua, bene di tutti e a favore di tutti”. Qui, inoltre,
dal 10 al 12 luglio, alla vigilia della Giornata della Santa Sede all’Esposizione,
verrà promosso un Convegno internazionale dal titolo “La questione ecologica: la vita
dell’uomo nel mondo”. L’acqua, elemento della Creazione divina, spesso richiamato
nella Sacra Scrittura e nella vita liturgica e sacramentale della Chiesa, è stata
recentemente definita da Papa Benedetto XVI “bene della famiglia umana e diritto inalienabile”.
Eppure oggi sulla Terra una persona su tre è esposta alla carenza di acqua, un quinto
della popolazione mondiale soffre la penuria idrica e l’uso industriale dell’acqua
oscilla tra il 10% nei Paesi a reddito basso o mediano e il 59% in quelli ad alto
reddito. Per questo, “Saragozza 2008” illustrerà anche le tecnologie più recenti e
innovative in termini di utilizzo, gestione e protezione delle risorse idriche e ospiterà
la “tribuna dell’acqua”, un forum di dibattito scientifico sotto la guida di esperti
al fine di promuovere tra i governi l’assunzione di impegni internazionali da far
confluire nella “Carta di Saragozza”. (S.G.)