Referendum sul Trattato di Lisbona in Irlanda: la probabile vittoria del no affonderebbe
la Carta costituzionale europea
Unione Europea col fiato sospeso in attesa dei risultati definitivi del referendum
svoltosi ieri in Irlanda per l’approvazione del Trattato di Lisbona. Dai dati parziali
si delinea una netta vittoria dei “no” che bloccherebbe il percorso del documento
di riforma dell’UE, già ratificato da diciotto membri dell’Unione. Il servizio di
Marco Guerra:
Con il
passare delle ore e delle schede scrutinate iniziano a materializzarsi i fantasmi
di una vittoria del ‘no’ nel referendum irlandese che deve approvare o bocciare il
Trattato di Lisbona che riforma l'UE. Dai da dati provenienti dai 43 distretti elettorali
dell'Eire prende infatti sempre più forma un'affermazione del voto antieuropeista.
Il ‘no’ sta andando forte soprattutto nelle campagne e nei distretti operai
di Dublino. Mentre nei quartieri della classe media non si registra il massiccio sostegno
al ‘si’ atteso dagli analisti. Intanto esponenti del governo e dei partiti irlandesi
sentiti dalla televisione pubblica hanno detto di aspettarsi, a questo punto, una
vittoria del ‘no’ nel referendum sul Trattato di Lisbona. E qualora questi primi dati
fossero confermati dai risultati definitivi attesi per il pomeriggio, per le istituzioni
comunitarie si aprirebbe un vero e proprio terremoto politico istituzionale. E
in queste ore sale la preoccupazione dei leader dell’Unione che seguono con il fiato
sospeso i risultati dello spoglio. Il premier francese Fillon ha già detto chiaramente
che in caso di bocciatura irlandese, “non ci sarà più alcun Trattato di Lisbona".
Mentre il presidente della Camera dei deputati del parlamento italiano Fini ha parlato
di crisi senza precedenti delle istituzioni europee.
Afghanistan Un
forte sostegno allo sviluppo del Paese e finanziamenti per 20 miliardi di dollari:
si è conclusa con questi accordi la Conferenza iternazionale dei donatori per l’Afghanistan
che ha avuto luogo ieri a Parigi e a cui hanno partecipato 65 Paesi e 15 organizzazioni
internazionali. Obiettivi della Conferenza erano anche stabilire come utilizzare i
fondi disponibili e rivedere le strategie di sviluppo. Erano presenti, tra gli altri,
il segretario di Stato americano Condoleezza Rice e il segretario generale dell’ONU
Ban-Ki-moon; per l’Italia il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Il presidente
afghano Hamid Karzai, in apertura di conferenza, aveva chiesto alla comunità internazionale
di stanziare 50 miliardi di dollari in 5 anni. Intanto nel Paese asiatico si continua
a morire: oggi due soldati britannici sono rimasti uccisi e uno ferito nel corso di
un pattugliamento vicino alla base inglese nella provincia di Helmand, mentre sulla
strada tra Qalat e Kabul, nel sud, in un attacco a un autoblindo romeno è morto uno
dei militari e tre sono stati feriti. Sale così a 102 il bilancio dei soldati inglesi
morti dal 2001 e a sei quello dei soldati romeni uccisi dal 2003.
Zimbabwe A
due settimane dal ballottaggio delle presidenziali, in Zimbabwe il clima politico
si fa sempre più rovente e cresce la stretta dei controlli governativi sugli esponenti
dell’opposizione. Ieri il leader del Movimento per il cambiamento democratico, Morgan
Tsvangirai, che sfiderà il presidente uscente Mugabe al ballottaggio del 27 giugno,
è stato arrestato per la terza volta in una settimana. Tsvangirai è stato fermato
mentre stava per arrivare a Kewewe, nel centro del Paese, ma è stato liberato dopo
2 ore, poi, in serata, è stato nuovamente bloccato dalla polizia. Poche ore prima
era stato arrestato anche il segretario generale del suo partito, Biti, di rientro
dal Sudafrica. Sarà incriminato per "tradimento", e per questo capo d'accusa è prevista
la pena di morte. Cresce intanto l’attenzione della comunità internazionale verso
il Paese africano. Ieri è intervenuto l’inviato delle Nazioni Unite ad Harare, John
Holmes. La situazione umanitaria in Zimbabwe, ha dichiarato l’esponente dell’ONU,
“è molto preoccupante e si sta ulteriormente deteriorando”. Anche Gli Stati Uniti
si sono detti "profondamente turbati" per quanto sta avvenendo in Zimbabwe e hanno
chiesto che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU intervenga "immediatamente sulla questione".
Guantanamo La
Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i detenuti stranieri rinchiusi nella
base militare USA di Guantanamo, a Cuba, potranno appellarsi al diritto costituzionale
e ricorrere a un tribunale ordinario contro il proprio stato di detenzione. La decisione
è stata salutata con favore dalle organizzazioni umanitarie come Amnesty International
che in un comunicato l’ha definita “un importante passo avanti verso il ristabilimento
della preminenza del diritto”. In favore della chiusura della base si erano espressi
già da tempo entrambi i candidati alla Casa Bianca, sia il repubblicano McCain che
il democratico Obama. A Guantanamo sono ancora presenti 270 detenuti: ora i magistrati
si aspettano una raffica di ricorsi, ma se Casa Bianca e Pentagono hanno preso tempo
per “studiare il provvedimento”, il Dipartimento della Giustizia negli USA ha già
annunciato che i processi, comunque, continueranno. Il portavoce Peter Carr, infatti,
ha precisato che il verdetto dei giudici di Washington riguarda lo stato dei detenuti
catturati come combattenti nemici durante le ostilità in corso e non i processi nei
loro confronti.
Cina- Taiwan Dopo due giorni di colloqui, le rappresentanze
diplomatiche di Cina e Taiwan hanno firmato a Pechino un’intesa di portata storica,
che per la prima volta stabilisce regolari collegamenti aerei tra l'isola e il continente.
Nel pacchetto di accordi anche l’apertura di Taiwan al turismo di massa dalla Cina,
che consentirà l'accesso a tremila turisti cinesi al giorno. Gli accordi sono il
risultato di un netto miglioramento dei rapporti tra i due Stati, seguito all'elezione
a presidente di Taiwan di Ma Ying-jeou, più aperto a buone relazioni con Pechino del
suo predecessore Chen Sui-bian, sostenitore dell'indipendenza dell'isola, che si autogoverna
dal 1949 nonostante Pechino continua a rivendicarla come parte del proprio territorio.
Giappone Saranno
revocate le sanzioni commerciali del Giappone alla Corea del Nord in vigore dal 2006:
ad annunciarlo è stato il primo ministro giapponese Masahiko Komura che ha riferito
anche la disponibilità, da parte di Pyongyang, di avviare un’inchiesta sul rapimento
di alcuni cittadini giapponesi ad opera di agenti nordcoreani avvenuto circa 20 anni
fa. L’accordo è stato trovato dopo un incontro di due giorni a Pechino tra una delegazione
giapponese e una nordcoreana in cui sono stati analizzati i dossier aperti dai due
Paesi. D’ora in poi, quindi, Tokio toglierà il divieto dei voli charter tra Giappone
e Corea e permetterà l’ingresso sul suolo giapponese dei cittadini nordcoerani. Le
sanzioni commerciali alla Corea del Nord erano state imposte da Tokio nel 2006 dopo
l’esecuzione di test nucleari da parte di Pyongyang.
Italia- Intercettazioni Via
libera del Consiglio dei ministri italiano al disegno di legge sulle intercettazioni
telefoniche a scopo di indagine. Le nuove norme prevedono un tetto per i reati fino
a 10 anni di detenzione. Le intercettazioni saranno consentite anche per reati contro
la pubblica amministrazione, come corruzione e concussione. Il servizio di Virginia
Volpe:
Il
Consiglio dei ministri Italiano , riunitosi questa mattina, ha approvato il testo
del disegno di legge sulle intercettazioni a scopo di indagine. Le nuove norme prevedono,
come era emerso ieri dopo l’accordo tra il Popolo della Libertà e la Lega Nord, un
tetto per i reati fino a 10 anni di detenzione. Le intercettazioni saranno consentite
anche per reati contro la pubblica amministrazione. E quelle acquisite agli atti di
un processo non potranno più essere trasferite ad altro procedimento. Nuova disciplina
anche per i giornalisti: la sanzione contro chi pubblicherà le intercettazioni -
anche quelle penalmente non rilevanti - passerà da 30 giorni a tre anni di carcere.
“Il sistema delle intercettazione era degenerato e le privacy dei cittadini era stata
violata troppo spesso”. È quanto ha dichiarato il ministro della Giustizia Angelino
Alfano, che ha definito il disegno di legge “Un provvedimento in difesa della privacy
per ogni cittadino”.Da parte sua il capo dell’opposizione Walter Veltroni
ha manifestato i suoi dubbi sull’azione del Governo: “Si e' arrivati a pensare a un
decreto sulle intercettazioni – ha affermato - ma e' davvero questa l'emergenza del
Paese? L'emergenza sono i salari e le condizioni di vita degli italiani che rischiano
l'impoverimento''.
Inflazione Restiamo in
Italia dove l’inflazione a maggio è salita al 3,6% su base annua, dal 3,3% di aprile.
Lo comunica l'ISTAT precisando che si tratta della variazione tendenziale più elevata
dall'agosto 1996. Un netto tasso di crescita dell’inflazione si registra anche su
base mensile con un +0,5%. A preoccupare è l’aumento dei prezzi relativo alla spesa
quotidiana che cresce più della media nazionale salendo del 5,4%. Su tutti emergono
i rialzi per gli alimentari e i carburanti.
Bush in Italia Si è conclusa
la visita in Italia del presidente americano Bush, che ora è atteso a Parigi dal presidente
Sarkozy. Bush sarà in Francia anche domani, prima di concludere il suo tour europeo
a Londra e a Belfast. Stamane l'incontro con il Papa. Ieri il capo della Casa Bianca
ha incontrato il premier italiano Silvio Berlusconi e il Capo dello Stato, Giorgio
Napolitano. Al centro dei colloqui con il capo del governo, la questione del nucleare
iraniano e l’Afghanistan, mentre con il presidente Napolitano Bush ha discusso anche
dell’attuale crisi alimentare mondiale. (Panoramica internazionale a cura di Marco
Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 165 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.