2008-06-13 15:16:20

Referendum sul Trattato di Lisbona in Irlanda: la probabile vittoria del no affonderebbe la Carta costituzionale europea


Unione Europea col fiato sospeso in attesa dei risultati definitivi del referendum svoltosi ieri in Irlanda per l’approvazione del Trattato di Lisbona. Dai dati parziali si delinea una netta vittoria dei “no” che bloccherebbe il percorso del documento di riforma dell’UE, già ratificato da diciotto membri dell’Unione. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3


Con il passare delle ore e delle schede scrutinate iniziano a materializzarsi i fantasmi di una vittoria del ‘no’ nel referendum irlandese che deve approvare o bocciare il Trattato di Lisbona che riforma l'UE. Dai da dati provenienti dai 43 distretti elettorali dell'Eire prende infatti sempre più forma un'affermazione del voto antieuropeista. Il ‘no’ sta andando forte soprattutto nelle campagne e nei distretti operai di Dublino. Mentre nei quartieri della classe media non si registra il massiccio sostegno al ‘si’ atteso dagli analisti. Intanto esponenti del governo e dei partiti irlandesi sentiti dalla televisione pubblica hanno detto di aspettarsi, a questo punto, una vittoria del ‘no’ nel referendum sul Trattato di Lisbona. E qualora questi primi dati fossero confermati dai risultati definitivi attesi per il pomeriggio, per le istituzioni comunitarie si aprirebbe un vero e proprio terremoto politico istituzionale. E in queste ore sale la preoccupazione dei leader dell’Unione che seguono con il fiato sospeso i risultati dello spoglio. Il premier francese Fillon ha già detto chiaramente che in caso di bocciatura irlandese, “non ci sarà più alcun Trattato di Lisbona". Mentre il presidente della Camera dei deputati del parlamento italiano Fini ha parlato di crisi senza precedenti delle istituzioni europee.

 
Afghanistan
Un forte sostegno allo sviluppo del Paese e finanziamenti per 20 miliardi di dollari: si è conclusa con questi accordi la Conferenza iternazionale dei donatori per l’Afghanistan che ha avuto luogo ieri a Parigi e a cui hanno partecipato 65 Paesi e 15 organizzazioni internazionali. Obiettivi della Conferenza erano anche stabilire come utilizzare i fondi disponibili e rivedere le strategie di sviluppo. Erano presenti, tra gli altri, il segretario di Stato americano Condoleezza Rice e il segretario generale dell’ONU Ban-Ki-moon; per l’Italia il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Il presidente afghano Hamid Karzai, in apertura di conferenza, aveva chiesto alla comunità internazionale di stanziare 50 miliardi di dollari in 5 anni. Intanto nel Paese asiatico si continua a morire: oggi due soldati britannici sono rimasti uccisi e uno ferito nel corso di un pattugliamento vicino alla base inglese nella provincia di Helmand, mentre sulla strada tra Qalat e Kabul, nel sud, in un attacco a un autoblindo romeno è morto uno dei militari e tre sono stati feriti. Sale così a 102 il bilancio dei soldati inglesi morti dal 2001 e a sei quello dei soldati romeni uccisi dal 2003.

Zimbabwe
A due settimane dal ballottaggio delle presidenziali, in Zimbabwe il clima politico si fa sempre più rovente e cresce la stretta dei controlli governativi sugli esponenti dell’opposizione. Ieri il leader del Movimento per il cambiamento democratico, Morgan Tsvangirai, che sfiderà il presidente uscente Mugabe al ballottaggio del 27 giugno, è stato arrestato per la terza volta in una settimana. Tsvangirai è stato fermato mentre stava per arrivare a Kewewe, nel centro del Paese, ma è stato liberato dopo 2 ore, poi, in serata, è stato nuovamente bloccato dalla polizia. Poche ore prima era stato arrestato anche il segretario generale del suo partito, Biti, di rientro dal Sudafrica. Sarà incriminato per "tradimento", e per questo capo d'accusa è prevista la pena di morte. Cresce intanto l’attenzione della comunità internazionale verso il Paese africano. Ieri è intervenuto l’inviato delle Nazioni Unite ad Harare, John Holmes. La situazione umanitaria in Zimbabwe, ha dichiarato l’esponente dell’ONU, “è molto preoccupante e si sta ulteriormente deteriorando”. Anche Gli Stati Uniti si sono detti "profondamente turbati" per quanto sta avvenendo in Zimbabwe e hanno chiesto che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU intervenga "immediatamente sulla questione".

Guantanamo
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i detenuti stranieri rinchiusi nella base militare USA di Guantanamo, a Cuba, potranno appellarsi al diritto costituzionale e ricorrere a un tribunale ordinario contro il proprio stato di detenzione. La decisione è stata salutata con favore dalle organizzazioni umanitarie come Amnesty International che in un comunicato l’ha definita “un importante passo avanti verso il ristabilimento della preminenza del diritto”. In favore della chiusura della base si erano espressi già da tempo entrambi i candidati alla Casa Bianca, sia il repubblicano McCain che il democratico Obama. A Guantanamo sono ancora presenti 270 detenuti: ora i magistrati si aspettano una raffica di ricorsi, ma se Casa Bianca e Pentagono hanno preso tempo per “studiare il provvedimento”, il Dipartimento della Giustizia negli USA ha già annunciato che i processi, comunque, continueranno. Il portavoce Peter Carr, infatti, ha precisato che il verdetto dei giudici di Washington riguarda lo stato dei detenuti catturati come combattenti nemici durante le ostilità in corso e non i processi nei loro confronti.

Cina- Taiwan
Dopo due giorni di colloqui, le rappresentanze diplomatiche di Cina e Taiwan hanno firmato a Pechino un’intesa di portata storica, che per la prima volta stabilisce regolari collegamenti aerei tra l'isola e il continente. Nel pacchetto di accordi anche l’apertura di Taiwan al turismo di massa dalla Cina, che consentirà l'accesso a tremila turisti cinesi al giorno. Gli accordi sono il risultato di un netto miglioramento dei rapporti tra i due Stati, seguito all'elezione a presidente di Taiwan di Ma Ying-jeou, più aperto a buone relazioni con Pechino del suo predecessore Chen Sui-bian, sostenitore dell'indipendenza dell'isola, che si autogoverna dal 1949 nonostante Pechino continua a rivendicarla come parte del proprio territorio.

Giappone
Saranno revocate le sanzioni commerciali del Giappone alla Corea del Nord in vigore dal 2006: ad annunciarlo è stato il primo ministro giapponese Masahiko Komura che ha riferito anche la disponibilità, da parte di Pyongyang, di avviare un’inchiesta sul rapimento di alcuni cittadini giapponesi ad opera di agenti nordcoreani avvenuto circa 20 anni fa. L’accordo è stato trovato dopo un incontro di due giorni a Pechino tra una delegazione giapponese e una nordcoreana in cui sono stati analizzati i dossier aperti dai due Paesi. D’ora in poi, quindi, Tokio toglierà il divieto dei voli charter tra Giappone e Corea e permetterà l’ingresso sul suolo giapponese dei cittadini nordcoerani. Le sanzioni commerciali alla Corea del Nord erano state imposte da Tokio nel 2006 dopo l’esecuzione di test nucleari da parte di Pyongyang.

Italia- Intercettazioni
Via libera del Consiglio dei ministri italiano al disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche a scopo di indagine. Le nuove norme prevedono un tetto per i reati fino a 10 anni di detenzione. Le intercettazioni saranno consentite anche per reati contro la pubblica amministrazione, come corruzione e concussione. Il servizio di Virginia Volpe:RealAudioMP3


Il Consiglio dei ministri Italiano , riunitosi questa mattina, ha approvato il testo del disegno di legge sulle intercettazioni a scopo di indagine. Le nuove norme prevedono, come era emerso ieri dopo l’accordo tra il Popolo della Libertà e la Lega Nord, un tetto per i reati fino a 10 anni di detenzione. Le intercettazioni saranno consentite anche per reati contro la pubblica amministrazione. E quelle acquisite agli atti di un processo non potranno più essere trasferite ad altro procedimento. Nuova disciplina anche per i giornalisti: la sanzione contro chi pubblicherà le intercettazioni - anche quelle penalmente non rilevanti - passerà da 30 giorni a tre anni di carcere. “Il sistema delle intercettazione era degenerato e le privacy dei cittadini era stata violata troppo spesso”. È quanto ha dichiarato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha definito il disegno di legge “Un provvedimento in difesa della privacy per ogni cittadino”. Da parte sua il capo dell’opposizione Walter Veltroni ha manifestato i suoi dubbi sull’azione del Governo: “Si e' arrivati a pensare a un decreto sulle intercettazioni – ha affermato - ma e' davvero questa l'emergenza del Paese? L'emergenza sono i salari e le condizioni di vita degli italiani che rischiano l'impoverimento''.

 
Inflazione
Restiamo in Italia dove l’inflazione a maggio è salita al 3,6% su base annua, dal 3,3% di aprile. Lo comunica l'ISTAT precisando che si tratta della variazione tendenziale più elevata dall'agosto 1996. Un netto tasso di crescita dell’inflazione si registra anche su base mensile con un +0,5%. A preoccupare è l’aumento dei prezzi relativo alla spesa quotidiana che cresce più della media nazionale salendo del 5,4%. Su tutti emergono i rialzi per gli alimentari e i carburanti.

Bush in Italia
Si è conclusa la visita in Italia del presidente americano Bush, che ora è atteso a Parigi dal presidente Sarkozy. Bush sarà in Francia anche domani, prima di concludere il suo tour europeo a Londra e a Belfast. Stamane l'incontro con il Papa. Ieri il capo della Casa Bianca ha incontrato il premier italiano Silvio Berlusconi e il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Al centro dei colloqui con il capo del governo, la questione del nucleare iraniano e l’Afghanistan, mentre con il presidente Napolitano Bush ha discusso anche dell’attuale crisi alimentare mondiale. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
 

 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 165

 
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.