Mons. Tomasi: una cooperazione internazionale per rilanciare l'occupazione nel mondo
Una cooperazione mondiale per rilanciare l’occupazione nel mondo: è quanto ha chiesto
ieri l'arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso
l’ufficio ONU di Ginevra, nel corso della 97.ma Sessione della Conferenza Internazionale
del Lavoro. Il servizio di Sergio Centofanti:
Mons.
Tomasi ha espresso la preoccupazione della Santa Sede per l’attuale fase di rallentamento
dell’economia mondiale: aumento dei prezzi del petrolio e dei generi alimentari, crescita
della disoccupazione, elevati prezzi delle abitazioni, instabilità dei mercati finanziari.
Una situazione che colpisce i lavoratori di tutto il mondo ma in particolare quelli
dei Paesi poveri. Nei Paesi sviluppati preoccupa invece anche l’invecchiamento della
popolazione con il conseguente rischio per le pensioni delle giovani generazioni. Il
presule ha ricordato che nel mondo vi sono oltre 486 milioni di lavoratori poveri
che non guadagnano più di un dollaro al giorno. Un miliardo e tre cento milioni sono
quelli che non guadagnano più di due dollari al giorno. Particolare
attenzione secondo mons. Tomasi deve essere rivolta ai giovani, alle donne, ai piccoli
agricoltori e ai disabili che non devono essere discriminati. Ha chiesto poi il rispetto
dei diritti dei migranti il cui lavoro dà un contributo positivo all'economia locale
e allo sviluppo dei Paesi d'origine. Rispetto anche per l’unità delle famiglie che
vuol dire ricongiungimenti familiari. Mons. Tomasi ha parlato
quindi della flessibilità del lavoro che - ha detto - sembra una delle caratteristiche
dell'attuale fase della globalizzazione e che è spesso fonte di gravi problemi e preoccupazioni.
In alcuni settori dell'economia, la flessibilità – ha aggiunto - offre vantaggi sia
ai datori di lavoro che ai lavoratori, mentre in altri casi potrebbe diventare una
forma inaccettabile di precarietà e di sfruttamento del lavoro. Quello che chiede
mons. Tomasi è di considerare il primato della dignità della persona al di sopra di
ogni altro interesse. Infine, parlando della globalizzazione e degli squilibri economici
internazionali ha sottolineato, citando il Messaggio di Benedetto XVI per la
Giornata Mondiale della Pace 2008 - che “non mancano ... tante situazioni in cui
il debole deve piegare la testa davanti non alle esigenze della giustizia, ma alla
nuda forza di chi ha più mezzi di lui”. E il Papa concludeva: “la forza va sempre
disciplinata dalla legge e ciò deve avvenire anche nei rapporti tra Stati sovrani”.