2008-06-09 15:20:14

India: la Commissione delle donne del Kerala chiede una regolamentazione delle vocazioni


Una norma che stabilisca l’età minima, comunque dopo i 18 anni, in cui le donne possano scegliere la vita consacrata consapevolmente e senza forzature; un meccanismo mediante il quale possano essere reintegrate nella società qualora abbandonassero i voti e provvedimenti legislativi che tutelino il mantenimento della proprietà dei beni di famiglia: sono queste le richieste avanzate dalla commissione delle donne del Kerala, Stato dell’India meridionale, al governo locale nel corso di una conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi dal presidente della commissione Sreedevi. Secca è stata la replica di padre Paul Thelakat, portavoce della Chiesa Siro-malabarica e direttore dell’influente settimanale cattolico Satayadeepam (Luce di Verità) riportata da AsiaNews: “Il motivo per cui hanno intrapreso una simile iniziativa è dovuto a un solo caso di denuncia ricevuto. Il presidente della commissione, fra l’altro, è un giudice in pensione dell’Alta Corte del Kerala e ha commesso un atto irresponsabile inviando la segnalazione senza aver nemmeno approfondito il caso”. Il portavoce ha ribadito, inoltre, il principio del Diritto Canonico in base al quale la Chiesa cattolica impedisce alle minorenni di accedere al noviziato. Nel Kerala, infatti, Stato indiano con il più elevato livello di alfabetizzazione, pari al 90%, le ragazze possono entrare in convento a 12 anni, ma soltanto a 20 possono prendere i voti e comunque possono lasciare il convento se viene loro meno la vocazione. Nella regione da sempre l’educazione e l’emancipazione femminile sono in gran parte opera della Chiesa grazie a scuole guidate dalle suore, le quali ricoprono spesso ruoli sociali di prestigio come medici, avvocati, docenti universitari e responsabili dei servizi sociali. (R.B.)







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