La vera religione consiste nell’amore di Dio e del prossimo: così, Benedetto XVI
all’Angelus incentrato sulla misericordia di Gesù
E' l’amore di Dio a dare valore al culto e alla pratica dei precetti: è la riflessione
offerta da Benedetto XVI ai tanti fedeli, raccolti in Piazza San Pietro per l’Angelus
domenicale, nonostante la pioggia battente. Il Papa, prendendo spunto dalla vocazione
del pubblicano Matteo, ha ricordato che Gesù non è venuto a chiamare i giusti, ma
i peccatori. Il Pontefice ha dunque sviluppato il suo pensiero sulla misericordia
di Dio. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Voglio
l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti”: Benedetto
XVI ha preso spunto da un’espressione del profeta Osea, al centro della liturgia domenicale,
per ribadire quale sia il cuore del messaggio cristiano. Questa “parola-chiave”, ha
ricordato il Papa, viene fatta propria da Gesù nel contesto della vocazione di Matteo
che di professione era pubblicano, ovvero esattore delle tasse per conto della autorità
imperiale romana e, per questo, considerato dai giudei un pubblico peccatore:
“Chiamatolo
proprio mentre era seduto al banco delle imposte – illustra bene questa scena un celeberrimo
dipinto del Caravaggio –, Gesù si recò a casa di lui con i discepoli e si pose a mensa
insieme con altri pubblicani. Ai farisei scandalizzati rispose: “Non sono i sani che
hanno bisogno del medico, ma i malati… Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” Gesù,
ha proseguito il Papa, ripete l’espressione del profeta Osea a proposito dell’osservanza
del sabato, “rivelandosi quale Signore delle stesse istituzioni legali”. Rivolgendosi
ai farisei, afferma: “Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio
e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa”.
“Dunque,
in questo oracolo di Osea, Gesù, Verbo fatto uomo, si è, per così dire, “ritrovato”
pienamente; l’ha fatto proprio con tutto il suo cuore e l’ha realizzato con il suo
comportamento, a costo persino di urtare la suscettibilità dei capi del suo popolo.
Questa parola di Dio è giunta a noi, attraverso i Vangeli, come una delle sintesi
di tutto il messaggio cristiano: la vera religione consiste nell’amore di Dio e del
prossimo. Ecco ciò che dà valore al culto e alla pratica dei precetti”. Il
Papa ha quindi invocato l’intercessione della Vergine Maria, affinché susciti in noi
“sentimenti di filiale abbandono nei confronti di Dio, che è misericordia infinita”.
E ci aiuti a fare nostra una preghiera che Sant’Agostino formula in un passo delle
sue Confessioni:
“Abbi pietà di me, Signore! Ecco,
io non nascondo le mie ferite: tu sei il medico, io il malato; tu sei misericordioso,
io misero… Ogni mia speranza è posta nella tua grande misericordia” “Che
Dio misericordioso ci preservi dalla morte improvvisa”, ha poi detto salutando i pellegrini
in lingua polacca. Il Papa ha quindi rivolto una preghiera particolare per i minatori,
che mercoledì scorso, in Polonia, hanno perso la vita nella catastrofe nella miniera
Borynia.