2008-06-08 14:32:36

La storia della dottoressa Rose, oculista ugandese al servizio dei bambini: il racconto di Giusy Laganà di CBM Italia


Fare l’oculista in un Paese povero permette di cambiare per davvero la vita delle persone, soprattutto delle più deboli: è questo lo spirito che anima l’impegno di Rose Mutumba, quarantenne dottoressa ugandese, che lavora all’ospedale Mengo di Kampala. A sostenerla, nel suo prezioso lavoro, c’è CBM, le Missioni Cristiane per i ciechi nel mondo. Alessandro Gisotti ha intervistato la portavoce di CBM Italia, Giusy Laganà, di ritorno da una visita in Uganda: RealAudioMP3


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R. - Nel mondo ogni 5 secondi una persona diventa cieca e ogni minuto questo destino tocca a un bambino. In particolare, in Africa, in Uganda le malattie più diffuse sono la cataratta, il glaucoma, la cecità infantile, tutte quelle patologie che derivano da scarsa alimentazione, mancanza di igiene, mancanza di acqua potabile. CBM fa prevenzione e cura della cecità e delle patologie visive, soprattutto in campo infantile. Questo avviene molto spesso in Uganda, con la cataratta. La cataratta nei Paesi industrializzati è una malattia degenerativa, che si presenta in tarda età. Nei Paesi in via di sviluppo invece colpisce chiunque, anche i bambini.

 
D. – A Kampala, in Uganda, CBM sostiene l’impegno di Rose Mutumba, una dottoressa specializzata in oftalmologia pediatrica. Lei ha potuto vedere sul campo come opera. Può darci una testimonianza?

 
R. – E’ una donna splendida! Durante la nostra visita abbiamo avuto la possibilità di incontrarla al Mengo Hospital che è un ospedale sostenuto da CBM, da CBM Italia in particolare. E’ una delle poche oftalmologhe presenti in Africa. La dottoressa Rose è meravigliosa, perchè è instancabile e soprattutto adora i bambini. Quello che ci raccontava è bellissimo, ci diceva: “La cosa che amo del mio lavoro è la possibilità di aiutare la mia gente, di far venire qui presso l’ospedale i bambini ugandesi che altrimenti non potrebbero ricevere cure. E' straordinario poter operare un bambino di cataratta, di glaucoma... e poi appena riapre gli occhi alla vista la prima persona che vede sono io e quindi vedi questa luce e questa gioia nei loro occhi”.

 
D. – Accanto all’azione medica di cura c’è un accompagnamento di amore. In questo si coglie la radice evangelica, cristiana di CBM…

 
R. – Sì. CBM è nata come Missioni Cristiane per i Ciechi nel Mondo, proprio con l’intenzione di sostenere queste persone indipendentemente dalla loro razza, dal sesso e dalla religione, seguendo gli insegnamenti di Cristo. Abbiamo la volontà di fare la differenza, fare del bene, aiutare queste persone con tutto l’amore e l’entusiasmo di cui siamo capaci. Ci avvaliamo di cooperanti italiani, ma formiamo personale locale, trasmettendo loro tutto l’amore, la passione e la fede che sostengono questo lavoro. Un lavoro che CBM fa grazie ai propri donatori.
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