Al G8 in Giappone, il caro-petrolio in primo piano
La crisi del petrolio, giunto venerdì a ridosso dei 140 dollari al barile con un balzo
senza precedenti, ha dominato la riunione dei ministri dell'Energia del G8, che si
è conclusa oggi ad Aomori in Giappone. Diversi gli spunti contenuti nel documento
finale in cui i partecipanti hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze
sull’economia mondiale. Il nostro servizio: L’alto
prezzo dell’oro nero rischia seriamente di innescare una pericolosa recessione su
scala globale. A lanciare l’allarme è il ministro dell’Energia giapponese, Akira Aari,
secondo il quale il caro-petrolio rappresenta una sfida estremamente difficile per
la politica che richiede l’impegno di tutti in favore di provvedimenti urgenti e mirati.
Ritenendo un’anomalia l’attuale livello delle quotazioni del greggio, i partecipanti
al vertice hanno chiesto ai Paesi produttori di petrolio di aumentare l’offerta per
far fronte alla crescente domanda. Nel documento finale si parla apertamente di un
“bisogno urgente” in tal senso, ma si menziona anche una nuova partnership internazionale
per lavorare a progetti tesi ad ottimizzare i consumi e l’efficienza energetica, anche
nel rapporto pubblico-privato. L’esigenza di identificare strumenti efficaci per una
maggiore stabilità nei mercati energetici mondiali è stata sottolineata anche dal
ministro dello Sviluppo Economico italiano, Claudio Scajola che ha parlato della necessità
di incoraggiare l’innovazione tecnologica, ribadendo che l’Italia investirà sul nucleare
nel prossimo periodo proprio per diversificare il mix energetico e per ridurre la
dipendenza dai combustibili fossili. Gli otto grandi del mondo, che hanno aperto le
porte del vertice anche a Cina, India e Corea del Sud, sono i consumatori di circa
i due terzi dell’energia a livello mondiale e guardano con attenzione anche alla questione
del cambiamento climatico. Per questo, entro il 2010, saranno pronti una ventina di
impianti sperimentali che catturano e depositano nel sottosuolo le emissioni dannose
come il carbonio, principale responsabile del surriscaldamento del Pianeta.