2008-06-07 15:02:39

Il petrolio sfiora i 140 dollari


Preoccupazione per l’impennata delle quotazioni del greggio - che ieri si sono portate al record storico, sfiorando i 140 dollari al barile - è stata espressa dagli Stati Uniti e le quattro principali potenze economiche dell'Asia: Giappone, Cina, India e Corea del Sud. Lo si legge nella nota congiunta del cosiddetto G5, il vertice dei cinque Paesi che pesano complessivamente per la metà dei consumi energetici dell'intero pianeta. Sulle conseguenze che il caro-greggio ha sulla vita quotidiana, Stefano Leszczynski ha intervistato Mario Deaglio, docente di Economia Internazionale all’Università di Torino:RealAudioMP3
 
R. - Questa situazione crea difficoltà sempre più pesanti e ad essere colpiti sono soprattutto quei settori che fanno largo uso del petrolio. In cima alla lista metterei il settore alimentare, per quanto riguarda soprattutto la panificazione, perchè questo settore usa due materie prime che hanno forti aumenti: il petrolio - o comunque l’elettricità per i forni - e la farina, quindi, i cereali di base che anch’essi sono aumentati. E anche per quanto riguarda il settore della pesca, il prezzo del carburante rappresenta uno dei costi principali.
 
D. - Come mai non si parla di bioenergie come fonti alternative? E’ ancora così sconveniente?
 
R. - Non è tanto una questione di essere sconveniente. Queste energie richiedono parecchio tempo per essere prodotte in maniera massiccia, ma sono quasi tutte totalmente inadatte a usi di alta potenza, cioè a usi di tipo industriale. Io sono convinto che il migliore investimento in energia sia nel risparmio di energia.
 
D. - E’ plausibile una frontiera di prezzo per il petrolio o non esistono?
 
R. - Se noi lo teniamo, così come è adesso, il mercato del petrolio è aperto a ogni genere di speculazione. La prima cosa che si potrebbe fare per raffreddare il meccanismo è limitare il mercato del petrolio ai soli operatori industriali e, quindi, far sì che chi vada a comprare il petrolio sia qualcuno che lo usi, o che lo rivenda a un utilizzatore, e non invece a qualcuno che semplicemente ha soldi da investire. Naturalmente, se si va oltre questo livello, dovremmo ritornare a dei regimi di prezzi negoziati, imposti: un regime che ha molte rigidità, ma che garantisce stabilità di breve periodo.







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