2008-06-06 14:10:23

Vescovi europei preoccupati per il primo via libera alla direttiva UE sui rimpatri


Molta preoccupazione. Così i vescovi della COMECE, la Conferenza degli Episcopali della Comunità Europea, hanno reagito ad un primo via libera da parte dei ministri degli Interni dell’Unione, del progetto di direttiva sui rimpatri. Già nei giorni scorsi avevano espresso perplessità sulla norma che intende armonizzare a livello europeo le pratiche per il rimpatrio dei migranti illegali e che prevede, tra l’altro, la possibilità di detenere un immigrato clandestino fino a 18 mesi in appositi centri, in caso di rischio di fuga, di non collaborazione nel rimpatrio e nel caso in cui non siano disponibili i suoi documenti. La direttiva prevede anche il divieto di reingresso nei Paesi membri per un massimo di cinque anni per chi è colpito dal provvedimento di rimpatrio. Punti che hanno sollevato le perplessità della COMECE, che sempre nella nota, ha chiesto al Parlamento UE di limitare “l'uso della detenzione amministrativa e il divieto di riammissione a circostanze eccezionali”. I vescovi vorrebbero anche che fosse garantito "un periodo minimo di 30 giorni per il rimpatrio volontario". Non è la prima volta che la COMECE si esprime sulla direttiva, già lo scorso 30 maggio il presidente della Conferenza, Van Luyn, con altri rappresentanti delle Chiese e delle organizzazioni cristiane, avevano inviato una lettera ai membri del parlamento per esprimere la loro preoccupazione sul compromesso raggiunto. "Una soluzione – si leggeva - che non tiene conto della situazione di molti immigrati" mentre le Chiese, pur comprendendo le preoccupazioni dei governi chiedono che "sia rispettata la dignità di ogni essere umano". Intanto anche il fronte politico si divide, bisognerà però attendere il 18 giugno per capire gli orientamenti in occasione del voto della plenaria dell'Europarlamento. (A cura di Benedetta Capelli) RealAudioMP3







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