2008-06-06 13:19:06

Doppio attentato nello Sri Lanka. L'arcivescovo di Colombo: una guerra assurda


Infuria la violenza nello Sri Lanka: stamani, una mina innescata a distanza con un telecomando è esplosa al passaggio di un autobus gremito di pendolari a sud della capitale Colombo, causando almeno 22 morti e oltre 50 feriti. E poco fa è arrivata la notizia di un nuovo attentato contro un autobus nel centro del Paese: ci sarebbero almeno due morti. Dall'inizio del conflitto nello Sri Lanka, nel 1983, sono morte nel Paese tra le 60 e le 70 mila persone. Dal 16 gennaio scorso non è più in vigore tra governo e separatisti Tamil la tregua conclusa nel febbraio 2002 sotto il patrocinio della Norvegia. Il cessate il fuoco non è stato rispettato da quando è stato eletto alla fine del 2005 il presidente Mahinda Rajapaksa, un nazionalista fautore del pugno di ferro contro la guerriglia. Il servizio di Maria Grazia Coggiola.RealAudioMP3


Due giorni dopo l’esplosione di una bomba sui binari di un treno locale, un nuovo sanguinoso attentato ha colpito dei pendolari alla periferia di Colombo. Un autobus affollato di gente, diretta al lavoro, è saltato su una potente mina a frammentazione, nelle prime ore del mattino, nella località di Moratuwa, nei pressi della capitale. Secondo alcuni dei passeggeri sopravvissuti, l’esplosione è stata fortissima ed ha causato il completo ribaltamento del mezzo. Un portavoce dell’esercito ha accusato i ribelli delle Tigri Tamil della strage che fa parte di una lunga scia di attentati che da mesi stanno seminando il terrore a Colombo, nelle zone a maggioranza cingalese. Da quando è ufficialmente saltata la tregua con i ribelli Tamil, all’inizio dell’anno, lo scontro etnico in Sri Lanka è precipitato in un conflitto armato. L’esercito sta cercando di riconquistare, con una massiccia offensiva, le roccaforti delle Tigri Tamil, ancora presenti nel nord dell’isola. I separatisti accusano però il governo di effettuare dei raid con l’uso di mine contro i civili, nelle zone sotto il loro controllo.

Appena una settimana fa Benedetto XVI, ricevendo il nuovo ambasciatore dello Sri Lanka presso la Santa Sede, aveva lanciato un appello per la fine della violenza nel Paese affermando che “gli atti di terrorismo non sono mai giustificabili”. Nello stesso tempo aveva sottolineato che “la lotta contro il terrorismo deve sempre essere svolta con rispetto per i diritti umani” e la legalità. Ma sulla situazione nell’isola ascoltiamo l’arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Thomas Colman Gomis, al microfono di Emer McCarthy:RealAudioMP3
 

 
R. – This type of violence is going on...
Questo tipo di violenza sta purtroppo andando avanti e con atti totalmente assurdi. Tutti quelli che vengono uccisi sono civili e non hanno niente a che fare con questa guerra: sono solo persone che vivono nello Sri Lanka. Non riesco proprio a capire perché adottino questa strategia causando solo distruzione e uccidendo persone innocenti. D’altra parte sono contento che il Santo Padre abbia lanciato un appello per la fine della violenza.

 
D. – Il Papa nel suo discorso al nuovo ambasciatore srilankese ha parlato anche delle tante persone scomparse, come padre Jimbrown e il suo assistente, spariti nel nulla da due anni, invitando le autorità di Colombo a risolvere questi casi...

 
R. – Yes, many of those we’ve still …
Sì, per molti di loro non siamo ancora riusciti a sapere nulla. Ci sono anche delle Commissioni incaricate ma finora ci sono stati pochi progressi nelle indagini. Credo che le ricerche dovrebbero essere più serie: se così non sarà, le istituzioni del Paese diventeranno davvero desolanti.

 
D. – Qual è la posizione dei vescovi srilankesi sulla situazione che sta vivendo il Paese?

 
R. – We have very clearly...
Noi abbiamo chiaramente detto che siamo per una soluzione politica. E abbiamo sottolineato tre punti: primo, che questo è un solo Paese e non deve essere diviso. Secondo, che ogni cittadino del Paese deve avere uguali diritti. Terzo, che la soluzione al problema che stiamo affrontando oggi non è la guerra, ma una soluzione politica basata sulla giustizia e sull’uguaglianza. Io spero che queste proposte vengano prese in seria considerazione dal governo dello Sri Lanka. Da parte nostra invitiamo tutti a pregare per questo Paese perché ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. Questo è il mio appello finale.







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