2008-06-06 14:59:34

Concluso a Roma l'incontro internazionale per la lotta delle religiose contro la tratta


Si è concluso oggi a Roma l’incontro promosso dall’Unione internazionale superiore generali e dall’OIM, l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, con l’obiettivo di creare una rete internazionale di religiose per combattere la tratta degli esseri umani, che coinvolge circa 800 mila persone nel mondo, per lo più donne. Oltre 30 le Congregazioni religiose che hanno partecipato all’evento in rappresentanza di un grandissimo fronte di suore già impegnate nella lotta contro questo turpe fenomeno. Fabio Colagrande ha intervistato suor Bernadette Sangma, salesiana e coordinatrice del convegno, e Stefano Volpicelli, coordinatore dell’incontro per l’OIM. A suor Sangma ha chiesto se, condotta in rete, la lotta contro la tratta abbia maggiori possibilità di successo:RealAudioMP3
 

 
R. – Sì, perchè ci rendiamo conto di trovarci in una posizione molto strategica. E questo perchè quando si parla di tratta - di donne e di bambini, ma ormai anche di uomini – risultano coinvolte tre tipi di nazioni: le nazioni di origine, le nazioni di transizione e le nazioni di destinazione. Guardandoci intorno, laddove siamo presenti, ci siamo resi conto che avremmo potuto coprire tutte e tre questi tipi di nazioni. Ci siamo anche rese conto che se ci fossimo uniti in una rete, avremmo potuto - da una nazione di origine ad una nazione di destinazione – rendere possibile una collaborazione per cercare di salvare queste donne da questa schiavitù, da questa esperienza disumanizzante.

 
D. – Volpicelli, nella lotta contro il traffico di esseri umani che voi dell’OIM portate aventi, è importante tener conto delle diversi legislazioni nazionali che riguardo l’immigrazione...

R. – Sì, soprattutto perchè è come se fosse un cane che si morde la coda, nel senso che le politiche migratorie restrittive aumentano la tratta, la facilitano, perchè è ovvio che non esistendo la possibilità legale di spostarsi in forma sicura da un Paese all’altro, anche soltanto per cercare un lavoro, è anche chiaro che chi vuole muoversi cercherà e poi troverà anche delle soluzioni alternative. Questo purtroppo rappresenta un tema molto delicato, perchè bisogna coniugare diversi interessi. E’ vera e necessaria la protezione e la sicurezza nei nostri Paesi, ma anche la dignità e la possibilità di riscatto e di sviluppo per coloro che arrivano da Paesi più arretrati dal nostro.

 
D. – Voi dell’OIM quale contributo potere dare alle Congregazioni religiose femminili lotta contro la tratta?

 
R. – In realtà non è tanto l’OIM che dà e l’UISM che riceve o viceversa. La cosa bella che noi stiamo sperimentando tuttora è proprio questa comunione di interessi nella consapevolezza e nel rispetto delle reciproche differenze. Significa quindi sviluppare linguaggi nuovi, significa mettersi in discussione come organizzazioni, significa aprirsi. Questo banalmente si traduce in una ricchezza non solo interpretativa del fenomeno, ma anche in una ricchezza di possibili sinergie e collaborazioni operative. Il valore aggiunto è questo mix di spiritualità e di professionale: perchè non è che il laico è professionale e il religioso è spirituale, ma sono differenti sensibilità spiritualità e differenti modalità operative professionali che vengono mischiate insieme. Il risultato è efficace: riusciamo a dare visibilità a chi vive nell’invisibilità.







All the contents on this site are copyrighted ©.