Sulle parole di Benedetto XVI all’Angelus dedicate al Sacro Cuore, la riflessione
di suor Eugenia Libratore delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù
Ognuno di noi “ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore ma più
in profondità il pulsare di una presenza affidabile”, “la presenza di Cristo, cuore
del mondo”: con questa profonda riflessione, Benedetto XVI ha ricordato all’Angelus
di domenica scorsa che il mese di giugno è tradizionalmente dedicato al Cuore di Cristo,
“simbolo della fede cristiana”. Per una riflessione su questa devozione, tanto cara
al popolo come ai mistici e ai teologi, Alessandro Gisotti ha intervistato
suor Eugenia Libratore, membro del Consiglio generale della Congregazione delle
Figlie del Sacro Cuore di Gesù di “Santa Teresa Verzeri”:
R. -
Non è un Cuore simbolo e basta. Per noi, Figlie del Sacro Cuore, diventa un motivo
di esistere, perché da quel Cuore riceviamo tutto: riceviamo la fonte della vita,
riceviamo la salvezza, perché quel Cuore ha espresso al massimo la carità, la carità
che ha portato Gesù ad incarnarsi, a donare tutto per gli altri. Quindi, diventa per
noi un richiamo continuo a imitare Cristo. Di fatti, la devozione al Sacro Cuore non
è fatta di pratiche: diventa un’intimità con quel Cuore, diventa una spiritualità
cristocentrica, che trova nel Cristo-Figlio l’atteggiamento che dobbiamo avere verso
Dio-Padre, e dal Padre riceviamo la serenità della vita, la gioia di vivere per poter
andare ai fratelli e servirli nei loro bisogni e nella loro realtà.
D.
- La devozione al Cuore di Cristo - antichissima - si consolida grazie a Santa Maria
Margherita à la Coque, a metà-fine del XVII secolo. Come tenere viva oggi questa devozione
in tempi così diversi?
R. - Se nel nostro contatto
con i fratelli riusciamo a dare questa consapevolezza con un “cuore che vede” - come
dice Benedetto XVI - comunicando loro la capacità di sentirsi amati da Dio e di sentire
che hanno un valore come persona, anche se in una realtà di sofferenza, io credo che
questo sia il modo più attuale di continuare a tenere viva la devozione al Sacro Cuore.
Sì, ci sono devozioni come il primo venerdì del mese, la riparazione, l’adorazione…
sono tutte forme che tengono viva la devozione. Ma io penso che abbiamo bisogno di
recuperare soprattutto il valore del Cuore, il dono che questo Cuore possiede, e cioè
la carità.