Le celebrazioni per la Giornata mondiale dell'ambiente. Il "decalogo" della Santa
Sede in difesa del Creato e delle sue risorse. Intervista con mons. Crepaldi
Un "decalogo", ispirato alla visione cristiana del sociale, per sollecitare le coscienze
a tutelare le risorse del Creato per il presente e per il futuro e a sfruttarle nel
rispetto dei ritmi naturali, con un'attenzione solidale verso le aree più povere della
terra. A metterlo a punto è stato il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e il suo
contenuto riecheggia particolarmente mentre la comunità internazionale celebra oggi
la Giornata mondiale dell’ambiente, sotto l’egida dell'ONU. Ad ospitare le manifestazioni
centrali della Giornata è quest'anno la Nuova Zelanda, sul tema “No alla dipendenza!
Per una economia a debole tasso di carbonio”. Il servizio di Alessandro De Carolis:"
Il
nostro pianeta è in balìa di una pericolosa assuefazione al carbonio". L'allarme del
segretario generale delle Nazioni Unite, Ban-ki moon, è presente fin nelle primissime
righe del suo comunicato per la Giornata mondiale dell'ambiente. Se carbone e petrolio,
riconosce, hanno aperto la via dell'industrializzazione all'Occidente prima e oggi
a molte nazioni in via di sviluppo, è altrettanto innegabile, afferma, che "la nostra
dipendenza dall’energia ricavata dal carbone" abbia causato "un incremento significativo
della presenza di gas-serra nell’atmosfera". Lo scenario dipinto da Ban Ki-moon è
poco incoraggiante se, avverte, il trend rimarrà quello attuale. I disastri
ambientali sono lì ricordarlo con drammaticità e dunque un'inversione di rotta è doverosa.
"Mentre - sottolinea - i costi previsti del cambiamento climatico sono incalcolabili",
combatterlo può non essere così oneroso: "Alcune stime - riferisce Ban Ki-moon - collocano
tale costo al di sotto dell’1% del prodotto interno lordo globale, un prezzo davvero
contenuto per la conduzione di una guerra globale". Ogni comparto sociale, conclude
il segretario generale dell’ONU, deve quindi agire per far sì che il pianeta possa
avere al più presto “un futuro senza carbonio". Sui temi della tutela ambientale,
anche la Santa Sede ha sempre mostrato grande attenzione, come conferma il vescovo
Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia
e della Pace, al microfono di Giovanni Peduto: R.
- Voglio esprimere anzitutto tutto il mio apprezzamento per l’iniziativa, per la Giornata
ed anche per il tema che viene espresso, anche se, sinceramente, un discorso sull’economia,
sulle relazioni economiche che ci sono oggi - soprattutto tra il mondo ricco e il
mondo povero - vanno viste non soltanto all’interno di questa variabile - quella a
debole tasso di carbonio - ma con questa variabile integrata con tante altre variabili.
E questo, perché l’obiettivo e la prospettiva delineate dal Magistero sociale della
Chiesa e ribadita diverse volte dal Santo Padre è quella di una economia giusta e
solidale. E’ bene, quindi, il basso tasso di carbonio, ma è necessario aggiungere
anche altre cose.
D. - Si parla spesso di fonti
di energia alternative: quali strade sono percorribili a suo parere?
R.
- Per quanto riguarda le energie alternative, alcune strade si sono già iniziate a
percorrere, ma bisogna ora continuare a farlo. E anche in questo caso, tuttavia, bisogna
avere un atteggiamento - direi - realistico: non è pensabile che con le sole energie
alternative, almeno al giorno d’oggi - come si dice in latino sic stantibus
rebus - si possa creare la sostenibilità dei sistemi economici e quindi risolvere
i problemi che citavo in precedenza. Parlo dei problemi della povertà, del mancato
sviluppo, del sottosviluppo di tante aree del pianeta e questo perché quando si parla
di sottosviluppo parliamo di milioni e milioni di poveri, di affamati, di gente che
non ha nulla.
D - E per quanto concerne il nucleare?
R.
- Per quanto concerne il nucleare, la posizione del Magistero sociale è molto chiara:
c’è una condanna precisa per l’utilizzo militare dell’energia nucleare, ma non ci
sono obiezioni per l’utilizzo civile dell’energia nucleare. Evidentemente, siamo di
fronte ad una questione piuttosto delicata, perché in questo caso abbiamo un problema
culturale e politico laddove si afferma di utilizzare il nucleare per scopi civili
mentre, sotto sotto, qualcuno pensa di utilizzarlo per obiettivi militari.
D.
- Veniamo all’impegno internazionale per la salvaguardia dell’ambiente: il recente
Vertice di Kobe per dimezzare le emissioni nocive entro il 2050 e combattere così
il riscaldamento globale non ha prodotto risultati eclatanti…
R.
- Io direi che riguardo a questa problematica è necessario muoversi su due linee:
un maggiore impegno a livello scientifico per chiarire i termini di questa questione
e quindi cercando di valutarne il peso sul lungo termine, che è poi una questione
molto complessa e controversa. E dall’altra parte, con un maggiore impegno dal punto
di vista politico, perché di fatto le politiche messe in atto dai governi sul fronte
del monitoraggio del cosiddetto riscaldamento globale sono politiche di difficile
sostenibilità finanziaria, perché molto costose. Direi che scienziati e politici,
con la partecipazione ovviamente anche dalla società civile, devono impegnarsi di
più su questo fronte.
D. - Lei ha stilato un "decalogo"
per l’ambiente: quale il contenuto principale?
R.
- Ho messo in dieci punti quello che è il capitolo sull’ambiente del Compendio della
Dottrina sociale della Chiesa. E questo l’ho fatto principalmente con finalità di
carattere educativo, formativo. Io credo ci sia bisogno di conoscere, soprattutto
da parte delle comunità cristiane, dei gruppi e di movimenti, il ricchissimo Magistero
sociale della Chiesa sulla questione specifica dell’ambiente e della salvaguardia
dell’ambiente.