2008-06-05 14:18:22

Le celebrazioni per la Giornata mondiale dell'ambiente. Il "decalogo" della Santa Sede in difesa del Creato e delle sue risorse. Intervista con mons. Crepaldi


Un "decalogo", ispirato alla visione cristiana del sociale, per sollecitare le coscienze a tutelare le risorse del Creato per il presente e per il futuro e a sfruttarle nel rispetto dei ritmi naturali, con un'attenzione solidale verso le aree più povere della terra. A metterlo a punto è stato il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e il suo contenuto riecheggia particolarmente mentre la comunità internazionale celebra oggi la Giornata mondiale dell’ambiente, sotto l’egida dell'ONU. Ad ospitare le manifestazioni centrali della Giornata è quest'anno la Nuova Zelanda, sul tema “No alla dipendenza! Per una economia a debole tasso di carbonio”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3 "

 
Il nostro pianeta è in balìa di una pericolosa assuefazione al carbonio". L'allarme del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban-ki moon, è presente fin nelle primissime righe del suo comunicato per la Giornata mondiale dell'ambiente. Se carbone e petrolio, riconosce, hanno aperto la via dell'industrializzazione all'Occidente prima e oggi a molte nazioni in via di sviluppo, è altrettanto innegabile, afferma, che "la nostra dipendenza dall’energia ricavata dal carbone" abbia causato "un incremento significativo della presenza di gas-serra nell’atmosfera". Lo scenario dipinto da Ban Ki-moon è poco incoraggiante se, avverte, il trend rimarrà quello attuale. I disastri ambientali sono lì ricordarlo con drammaticità e dunque un'inversione di rotta è doverosa. "Mentre - sottolinea - i costi previsti del cambiamento climatico sono incalcolabili", combatterlo può non essere così oneroso: "Alcune stime - riferisce Ban Ki-moon - collocano tale costo al di sotto dell’1% del prodotto interno lordo globale, un prezzo davvero contenuto per la conduzione di una guerra globale". Ogni comparto sociale, conclude il segretario generale dell’ONU, deve quindi agire per far sì che il pianeta possa avere al più presto “un futuro senza carbonio". Sui temi della tutela ambientale, anche la Santa Sede ha sempre mostrato grande attenzione, come conferma il vescovo Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, al microfono di Giovanni Peduto:RealAudioMP3
 
R. - Voglio esprimere anzitutto tutto il mio apprezzamento per l’iniziativa, per la Giornata ed anche per il tema che viene espresso, anche se, sinceramente, un discorso sull’economia, sulle relazioni economiche che ci sono oggi - soprattutto tra il mondo ricco e il mondo povero - vanno viste non soltanto all’interno di questa variabile - quella a debole tasso di carbonio - ma con questa variabile integrata con tante altre variabili. E questo, perché l’obiettivo e la prospettiva delineate dal Magistero sociale della Chiesa e ribadita diverse volte dal Santo Padre è quella di una economia giusta e solidale. E’ bene, quindi, il basso tasso di carbonio, ma è necessario aggiungere anche altre cose.

 
D. - Si parla spesso di fonti di energia alternative: quali strade sono percorribili a suo parere?

 
R. - Per quanto riguarda le energie alternative, alcune strade si sono già iniziate a percorrere, ma bisogna ora continuare a farlo. E anche in questo caso, tuttavia, bisogna avere un atteggiamento - direi - realistico: non è pensabile che con le sole energie alternative, almeno al giorno d’oggi - come si dice in latino sic stantibus rebus - si possa creare la sostenibilità dei sistemi economici e quindi risolvere i problemi che citavo in precedenza. Parlo dei problemi della povertà, del mancato sviluppo, del sottosviluppo di tante aree del pianeta e questo perché quando si parla di sottosviluppo parliamo di milioni e milioni di poveri, di affamati, di gente che non ha nulla.

 
D - E per quanto concerne il nucleare?

 
R. - Per quanto concerne il nucleare, la posizione del Magistero sociale è molto chiara: c’è una condanna precisa per l’utilizzo militare dell’energia nucleare, ma non ci sono obiezioni per l’utilizzo civile dell’energia nucleare. Evidentemente, siamo di fronte ad una questione piuttosto delicata, perché in questo caso abbiamo un problema culturale e politico laddove si afferma di utilizzare il nucleare per scopi civili mentre, sotto sotto, qualcuno pensa di utilizzarlo per obiettivi militari.

 
D. - Veniamo all’impegno internazionale per la salvaguardia dell’ambiente: il recente Vertice di Kobe per dimezzare le emissioni nocive entro il 2050 e combattere così il riscaldamento globale non ha prodotto risultati eclatanti…

 
R. - Io direi che riguardo a questa problematica è necessario muoversi su due linee: un maggiore impegno a livello scientifico per chiarire i termini di questa questione e quindi cercando di valutarne il peso sul lungo termine, che è poi una questione molto complessa e controversa. E dall’altra parte, con un maggiore impegno dal punto di vista politico, perché di fatto le politiche messe in atto dai governi sul fronte del monitoraggio del cosiddetto riscaldamento globale sono politiche di difficile sostenibilità finanziaria, perché molto costose. Direi che scienziati e politici, con la partecipazione ovviamente anche dalla società civile, devono impegnarsi di più su questo fronte.

 
D. - Lei ha stilato un "decalogo" per l’ambiente: quale il contenuto principale?

 
R. - Ho messo in dieci punti quello che è il capitolo sull’ambiente del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa. E questo l’ho fatto principalmente con finalità di carattere educativo, formativo. Io credo ci sia bisogno di conoscere, soprattutto da parte delle comunità cristiane, dei gruppi e di movimenti, il ricchissimo Magistero sociale della Chiesa sulla questione specifica dell’ambiente e della salvaguardia dell’ambiente.







All the contents on this site are copyrighted ©.