Vertice FAO: arrivano le prime promesse di interventi contro la crisi alimentare mondiale
Dopo le dichiarazioni dei capi di Stato e di governo, che ieri hanno riconosciuto
l’urgenza di affrontare la drammatica crisi alimentare mondiale, oggi sono i ministri
degli Stati partecipanti ad affrontare gli aspetti tecnici dell’emergenza. Ad aprire
i lavori questa mattina il ministro degli Esteri italiano Frattini che ha difeso il
polo romano della FAO dalle polemiche di alcuni esponenti internazionali, chiedendo
il superamento di posizioni ideologiche. Il ministro ha, inoltre, confermato l’impegno
del governo italiano ad aumentare del 50% gli aiuti alimentari destinati al continente
africano. Tra gli interventi della mattina anche quello dell’ex segretario dell’ONU,
Kofi Annan, che ha lanciato un partenariato per una “rivoluzione verde” in Africa
che “punti sull’agricoltura e rilanci l’intero sistema economico del continente”.
Il servizio del nostro inviato, Stefano Leszczynski:
Il segretario
generale delle Nazioni Unite, nella conferenza stampa che ha preceduto la sua partenza,
ha ribadito che quella contro la fame è una lotta che non si può perdere, pena l’esplosione
di incontrollabili rivolte e l’instabilità mondiale. Ban Ki-moon ha dimostrato apprezzamento
per la “condivisione delle responsabilità tra gli Stati membri” ed ha ribadito il
loro impegno ad aumentare gli aiuti e a investire di più in favore dei piccoli agricoltori
e per contrastare l'aumento vertiginoso dei prezzi.
La
strada imboccata a Roma insomma appare come quella giusta, ma il segretario generale
dell’ONU avverte il lavoro “è appena all'inizio” e soprattutto serve “un piano d'azione
concreto”. La fame non è “una catastrofe naturale - ha sottolineato il presidente
della Banca Mondiale, Robert Zoellick - ma è stata creata dall'uomo e dall'uomo deve
essere sconfitta”. Tre i punti chiave individuati dalla Banca Mondiale per affrontare
l'emergenza cibo: intervenire entro il prossimo G8 di luglio per rispondere alle esigenze
immediate dei 20 Paesi più vulnerabili, attraverso l'azione delle agenzie ONU e delle
banche di sviluppo; fornire sementi e fertilizzanti; e, infine - ha spiegato Zoellick
- serve rimuovere divieti e restrizioni sulle esportazioni per consentire l'acquisto
di cibo e il trasporto umanitario”. Tra i primi a rispondere alla richiesta di maggiori
finanziamenti di progetti strutturali sono stati, dunque, proprio gli enti finanziari
internazionali.
Il direttore della FAO, Jaques Diouf,
ha annunciato che la Banca islamica per lo sviluppo donerà 1,5 miliardi di dollari
a sostegno dell'agricoltura nei Paesi sottosviluppati. Anche il PAM, il Programma
Alimentare Mondiale, ha annunciato un nuovo stanziamento di fondi pari a 1,2 miliardi
di dollari per aiutare milioni di persone colpite dall'emergenza cibo in 62 Paesi.
Mentre l’IFAD prevede di investire nei prossimi 25 anni almeno 200 milioni di dollari
in programmi di sviluppo destinati all’Africa e all’Asia.
Pochi
i riferimenti all’impatto della produzione di biocarburanti sulla crisi alimentare.
Su questo punto il segretario generale dell’ONU ha ammesso che non esistono ancora
dati certi e che la questione è ancora allo studio degli esperti. Bassi i toni e massima
diplomazia, invece, da parte di Ban Ki-moon sulle accuse rivolte al sistema della
Nazioni Unite da parte di Iran e Zimbabwe, anche se fonti dell’organismo internazionale
hanno confermato che sarebbe in corso di preparazione una risposta di tipo politico.