Fermare le ambizioni nucleari di Teheran: così il premier israeliano Olmert dopo le
dichiarazioni contro lo Stato ebraico del presidente iraniano Ahmadinejad
Israele ha reagito alle dichiarazioni del presidente iraniano, Ahmadinejad, contro
lo Stato ebraico, rese ieri al vertice della FAO. Il primo ministro israeliano, Ehud
Olmert, durante una convention dell’AIPAC, la principale organizzazione filo-israeliana
degli Stati Uniti, ha chiesto che le ambizioni nucleari dell’Iran vengano fermate
con ogni mezzo. L’argomento sarà al centro del colloquio di oggi a Washington con
il presidente Bush.
Cina-Tiananmen Gli Stati Uniti hanno chiesto
alle autorità cinesi di fare luce su quanto accaduto il 4 giugno di 19 anni fa in
Piazza Tiananmen a Pechino. Secondo testimoni, furono migliaia gli studenti che persero
la vita dopo l’intervento delle truppe cinesi, chiamate a sgombrare la piazza nella
quale stazionavano da giorni. Washington, ma anche gli attivisti per i diritti umani,
hanno inoltre chiesto alla Cina di liberare le persone ancora detenute.
Cina-terremoto Sempre
in Cina, resta alta l’allerta perché rischia di esondare il lago che si è formato
nella provincia di Sichuan, dopo il sisma del 12 maggio scorso. L’acqua si trova appena
a due metri sotto il bordo della barriera artificiale e la pressione sta aumentando.
Intanto, è stato nuovamente aggiornato il bilancio del terremoto che ha causato più
di 69 mila vittime, mentre il numero dei dispersi, per la prima volta, è sceso sotto
quota 18 mila.
Italia-immigrazione clandestina In Italia, è iniziato
al Senato l’esame del disegno di legge sulla sicurezza nel quale è inserita la norma
che prevede il reato di immigrazione clandestina. Una norma sulla quale ieri la maggioranza
si è divisa: il premier Berlusconi ritiene che sia da considerarsi solo “un’aggravante”,
di diverso avviso il ministro dell’Interno, Maroni, per il quale la clandestinità
è reato. Soddisfazione per quanto detto dal presidente del Consiglio è stata espressa
dal segretario del Partito Democratico, Veltroni, sulla stessa linea il leader dell’UDC,
Casini.
Italia-rom A Mestre, prosegue la protesta organizzata da
esponenti della Lega Nord e comitati locali contro la costruzione di un campo nomadi
destinato alla comunità sinti. L’opposizione parla di gesto strumentale, sulla
stessa linea il sindaco di Venezia, Cacciari, il quale ha precisato che il finanziamento
e la costruzione del campo sono stati approvati nel 1997 e dunque da tutte “le giunte
che si sono susseguite negli ultimi dieci anni”. Oggi, vertice in Prefettura sul problema.
Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di don Dino Pistolato,
direttore di Caritas Venezia:
R. -
Riteniamo che il nuovo sito, più organizzato e meglio attrezzato, possa essere utile
per creare un contesto più ordinato, rispettoso e quindi più dignitoso per le persone:
questo vuol dire anche offrire maggior garanzia di sicurezza alla stessa cittadinanza.
D.
- Viene ribadito che l’emergenza abitativa di duemila persone non viene rispettata,
dando priorità alla comunità sinti...
R. -
Questo è falso, perché se è vero che c’è un problema abitativo nel Comune di Venezia,
è vero anche che è il Comune con il maggior patrimonio immobiliare messo a servizio
del cittadino. In proporzione, ciò che si offre ai sinti è infinitamente inferiore,
rispetto a ciò che è stato dato alla cittadinanza per superare il problema dell’emergenza
casa.
D. - Chi protesta parla di ingiustizia, il sindaco Cacciari di
strumentalizzazioni. Oggi alcuni “no global” hanno fatto irruzione nei locali della
Lega Nord a Mestre...
R. - Credo che bisogna lavorare
per abbassare i toni. Certamente questo non favorisce il dialogo e il superamento
del momento conflittuale.
D. - Qual è il profilo
della comunità Sinti di Mestre?
R. - Stiamo parlando
di cittadini che hanno una tradizione culturale centenaria che vogliono mantenere.
Il Comune ha offerto la possibilità anche di inserimenti in alloggi: sette famiglie
hanno accettato, gli altri vogliono tutelare questo tipo di cultura che viene dalla
loro tradizione. Ma se parliamo di realtà straniere facciamo un grande errore, perché
sono persone che ormai sono integrate, vivono e partecipano alla vita sociale del
territorio.
D. - Quello che stiamo vedendo, le proteste, rappresenta
un "termometro" del tessuto sociale o in realtà il tessuto sociale nella sua interezza
è disponibile al confronto?
R. - E’ una realtà nella
quale c’è sempre stata la capacità del dialogo e di assimilazione di diverse realtà.
Quel territorio ha già anche quartieri dove sono presenti altri sinti. Credo
che la maggioranza della popolazione abbia una disponibilità di fondo. Il rischio
è nel fomentare il confitto.
D. - Qual è dunque
il suo appello per questa vicenda?
R. - Quello di
imparare a conoscere queste famiglie, persone che incontriamo tante volte lungo la
strada o nei negozi. Dare loro la possibilità di vivere in un nuovo sito più organizzato
e meglio attrezzato, vuol dire potere anche legare rapporti di amicizia, di confronto
che aiutano la convivenza pacifica.
Iraq-violenza Aumentano le
vittime americane in Iraq. Tre soldati statunitensi hanno perso la vita nella città
sunnita di Hawijah. Mentre erano in servizio di pattuglia, sono stati raggiunti dal
fuoco della guerriglia. Sale così ad oltre 4 mila il numero dei morti in Iraq tra
le file del contingente USA.
Afghanistan-cronaca Prosegue l’ondata
di violenza anche in Afghanistan. In un attentato kamikaze, avvenuto vicino la frontiera
con il Pakistan, due bambini hanno perso la vita. Obiettivo dell’agguato, un convoglio
di forze della NATO, tre soldati nell'azione sono rimasti feriti. Intanto, la Germania
sta valutando l’ipotesi di inviare nel Paese asiatico altri 200 soldati in aggiunta
agli oltre tremila presenti.
Libano-governo Secondo fonti di stampa,
il Qatar si è detto disponibile a mediare per la formazione del governo in Libano.
Nelle scorse settimane, il presidente Suleiman ha conferito l’incarico al premier
Siniora, che per il momento non è riuscito a trovare un’intesa. Intanto, alcune famiglie
di detenuti palestinesi, da oltre vent'anni nelle prigioni israeliane, hanno chiesto
ai vertici di Hezbollah di inserire i loro parenti nella lista dello scambio di prigionieri
tra lo Stato ebraico e il movimento sciita.
Zimbabwe-politica Clima
pesante in Zimbabwe in vista del ballottaggio presidenziale previsto per il 27 giugno.
Il governo ha proibito alla ONG “Care International” di continuare i suoi interventi,
perché appoggerebbe apertamente l’opposizione. Un’accusa subito respinta dall’organizzazione
non governativa.
Kenya-politica Attesa in Kenya, dove il prossimo
11 giugno si terranno cinque elezioni suppletive. Un appuntamento che segue le consultazioni
del 27 dicembre scorso, segnate da scontri nei quali persero la vita circa 1500 persone.
Si aggrava intanto anche la situazione economica: ieri sono stati pubblicati i dati
dell’inflazione che ha superato il 30 per cento.
Romania-politica Sarà
il ballottaggio a decidere il nuovo sindaco della capitale romena di Bucarest, il
prossimo 15 giugno. A contendersi la poltrona di primo cittadino sono il senatore
indipendente, Sorin Oprescu, che al primo turno ha ottenuto il 30,12 per cento, e
il senatore Vasile Blaga del Partito democratico-liberale, attestato al 29,56 per
cento. A livello nazionale, i risultati indicano al primo posto il partito di centrodestra,
per numero di seggi di presidenti dei 41 Consigli provinciali romeni.
Algeria-
immigrazione Il governo algerino ha presentato i dati sull'immigrazione clandestina.
Oltre 12 mila migranti irregolari di origine africana sono stati arrestati e riportati
nel loro Paese d'origine, nel corso del 2007. Secondo le autorità, in questo modo
è stato impedito il passaggio di terroristi nelle carovane di immigrati clandestini.
Bangladesh-sicurezza Vasta
operazione contro la criminalità in Bangladesh. Almeno 10 mila persone sono state
arrestate in una sola settimana, ma le autorità smentiscono che si sia trattato di
fermi politici come sostenuto dall’opposizione.
Corea del Sud-aiuti alimentari In
aiuto alla Corea del Nord, sull’orlo di una crisi alimentare, la Corea del Sud ha
deciso di inviare 50 mila tonnellate di grano. Secondo la FAO, Pyongyang sarebbe sull'orlo
di una nuova carestia simile a quella che, una decina di anni fa, aveva ucciso circa
un milione di persone. A peggiorare la situazione, le devastanti inondazioni della
scorsa estate, la corsa al rialzo dei prezzi per i generi alimentari e l'inasprimento
dei rapporti con Seul. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 156 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.