2008-06-04 15:12:52

Fermare le ambizioni nucleari di Teheran: così il premier israeliano Olmert dopo le dichiarazioni contro lo Stato ebraico del presidente iraniano Ahmadinejad


Israele ha reagito alle dichiarazioni del presidente iraniano, Ahmadinejad, contro lo Stato ebraico, rese ieri al vertice della FAO. Il primo ministro israeliano, Ehud Olmert, durante una convention dell’AIPAC, la principale organizzazione filo-israeliana degli Stati Uniti, ha chiesto che le ambizioni nucleari dell’Iran vengano fermate con ogni mezzo. L’argomento sarà al centro del colloquio di oggi a Washington con il presidente Bush.

Cina-Tiananmen
Gli Stati Uniti hanno chiesto alle autorità cinesi di fare luce su quanto accaduto il 4 giugno di 19 anni fa in Piazza Tiananmen a Pechino. Secondo testimoni, furono migliaia gli studenti che persero la vita dopo l’intervento delle truppe cinesi, chiamate a sgombrare la piazza nella quale stazionavano da giorni. Washington, ma anche gli attivisti per i diritti umani, hanno inoltre chiesto alla Cina di liberare le persone ancora detenute.

Cina-terremoto
Sempre in Cina, resta alta l’allerta perché rischia di esondare il lago che si è formato nella provincia di Sichuan, dopo il sisma del 12 maggio scorso. L’acqua si trova appena a due metri sotto il bordo della barriera artificiale e la pressione sta aumentando. Intanto, è stato nuovamente aggiornato il bilancio del terremoto che ha causato più di 69 mila vittime, mentre il numero dei dispersi, per la prima volta, è sceso sotto quota 18 mila.

Italia-immigrazione clandestina
In Italia, è iniziato al Senato l’esame del disegno di legge sulla sicurezza nel quale è inserita la norma che prevede il reato di immigrazione clandestina. Una norma sulla quale ieri la maggioranza si è divisa: il premier Berlusconi ritiene che sia da considerarsi solo “un’aggravante”, di diverso avviso il ministro dell’Interno, Maroni, per il quale la clandestinità è reato. Soddisfazione per quanto detto dal presidente del Consiglio è stata espressa dal segretario del Partito Democratico, Veltroni, sulla stessa linea il leader dell’UDC, Casini.

Italia-rom
A Mestre, prosegue la protesta organizzata da esponenti della Lega Nord e comitati locali contro la costruzione di un campo nomadi destinato alla comunità sinti. L’opposizione parla di gesto strumentale, sulla stessa linea il sindaco di Venezia, Cacciari, il quale ha precisato che il finanziamento e la costruzione del campo sono stati approvati nel 1997 e dunque da tutte “le giunte che si sono susseguite negli ultimi dieci anni”. Oggi, vertice in Prefettura sul problema. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di don Dino Pistolato, direttore di Caritas Venezia:RealAudioMP3


R. - Riteniamo che il nuovo sito, più organizzato e meglio attrezzato, possa essere utile per creare un contesto più ordinato, rispettoso e quindi più dignitoso per le persone: questo vuol dire anche offrire maggior garanzia di sicurezza alla stessa cittadinanza.

 
D. - Viene ribadito che l’emergenza abitativa di duemila persone non viene rispettata, dando priorità alla comunità sinti...

 
R. - Questo è falso, perché se è vero che c’è un problema abitativo nel Comune di Venezia, è vero anche che è il Comune con il maggior patrimonio immobiliare messo a servizio del cittadino. In proporzione, ciò che si offre ai sinti è infinitamente inferiore, rispetto a ciò che è stato dato alla cittadinanza per superare il problema dell’emergenza casa.

D. - Chi protesta parla di ingiustizia, il sindaco Cacciari di strumentalizzazioni. Oggi alcuni “no global” hanno fatto irruzione nei locali della Lega Nord a Mestre...

 
R. - Credo che bisogna lavorare per abbassare i toni. Certamente questo non favorisce il dialogo e il superamento del momento conflittuale.

 
D. - Qual è il profilo della comunità Sinti di Mestre?

 
R. - Stiamo parlando di cittadini che hanno una tradizione culturale centenaria che vogliono mantenere. Il Comune ha offerto la possibilità anche di inserimenti in alloggi: sette famiglie hanno accettato, gli altri vogliono tutelare questo tipo di cultura che viene dalla loro tradizione. Ma se parliamo di realtà straniere facciamo un grande errore, perché sono persone che ormai sono integrate, vivono e partecipano alla vita sociale del territorio.

D. - Quello che stiamo vedendo, le proteste, rappresenta un "termometro" del tessuto sociale o in realtà il tessuto sociale nella sua interezza è disponibile al confronto?

 
R. - E’ una realtà nella quale c’è sempre stata la capacità del dialogo e di assimilazione di diverse realtà. Quel territorio ha già anche quartieri dove sono presenti altri sinti. Credo che la maggioranza della popolazione abbia una disponibilità di fondo. Il rischio è nel fomentare il confitto.

 
D. - Qual è dunque il suo appello per questa vicenda?

 
R. - Quello di imparare a conoscere queste famiglie, persone che incontriamo tante volte lungo la strada o nei negozi. Dare loro la possibilità di vivere in un nuovo sito più organizzato e meglio attrezzato, vuol dire potere anche legare rapporti di amicizia, di confronto che aiutano la convivenza pacifica.

Iraq-violenza
Aumentano le vittime americane in Iraq. Tre soldati statunitensi hanno perso la vita nella città sunnita di Hawijah. Mentre erano in servizio di pattuglia, sono stati raggiunti dal fuoco della guerriglia. Sale così ad oltre 4 mila il numero dei morti in Iraq tra le file del contingente USA.

Afghanistan-cronaca
Prosegue l’ondata di violenza anche in Afghanistan. In un attentato kamikaze, avvenuto vicino la frontiera con il Pakistan, due bambini hanno perso la vita. Obiettivo dell’agguato, un convoglio di forze della NATO, tre soldati nell'azione sono rimasti feriti. Intanto, la Germania sta valutando l’ipotesi di inviare nel Paese asiatico altri 200 soldati in aggiunta agli oltre tremila presenti.

Libano-governo
Secondo fonti di stampa, il Qatar si è detto disponibile a mediare per la formazione del governo in Libano. Nelle scorse settimane, il presidente Suleiman ha conferito l’incarico al premier Siniora, che per il momento non è riuscito a trovare un’intesa. Intanto, alcune famiglie di detenuti palestinesi, da oltre vent'anni nelle prigioni israeliane, hanno chiesto ai vertici di Hezbollah di inserire i loro parenti nella lista dello scambio di prigionieri tra lo Stato ebraico e il movimento sciita.

Zimbabwe-politica
Clima pesante in Zimbabwe in vista del ballottaggio presidenziale previsto per il 27 giugno. Il governo ha proibito alla ONG “Care International” di continuare i suoi interventi, perché appoggerebbe apertamente l’opposizione. Un’accusa subito respinta dall’organizzazione non governativa.

Kenya-politica
Attesa in Kenya, dove il prossimo 11 giugno si terranno cinque elezioni suppletive. Un appuntamento che segue le consultazioni del 27 dicembre scorso, segnate da scontri nei quali persero la vita circa 1500 persone. Si aggrava intanto anche la situazione economica: ieri sono stati pubblicati i dati dell’inflazione che ha superato il 30 per cento.

Romania-politica
Sarà il ballottaggio a decidere il nuovo sindaco della capitale romena di Bucarest, il prossimo 15 giugno. A contendersi la poltrona di primo cittadino sono il senatore indipendente, Sorin Oprescu, che al primo turno ha ottenuto il 30,12 per cento, e il senatore Vasile Blaga del Partito democratico-liberale, attestato al 29,56 per cento. A livello nazionale, i risultati indicano al primo posto il partito di centrodestra, per numero di seggi di presidenti dei 41 Consigli provinciali romeni.

Algeria- immigrazione
Il governo algerino ha presentato i dati sull'immigrazione clandestina. Oltre 12 mila migranti irregolari di origine africana sono stati arrestati e riportati nel loro Paese d'origine, nel corso del 2007. Secondo le autorità, in questo modo è stato impedito il passaggio di terroristi nelle carovane di immigrati clandestini.

Bangladesh-sicurezza
Vasta operazione contro la criminalità in Bangladesh. Almeno 10 mila persone sono state arrestate in una sola settimana, ma le autorità smentiscono che si sia trattato di fermi politici come sostenuto dall’opposizione.

Corea del Sud-aiuti alimentari
In aiuto alla Corea del Nord, sull’orlo di una crisi alimentare, la Corea del Sud ha deciso di inviare 50 mila tonnellate di grano. Secondo la FAO, Pyongyang sarebbe sull'orlo di una nuova carestia simile a quella che, una decina di anni fa, aveva ucciso circa un milione di persone. A peggiorare la situazione, le devastanti inondazioni della scorsa estate, la corsa al rialzo dei prezzi per i generi alimentari e l'inasprimento dei rapporti con Seul. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli) Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 156

 
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