Sudafrica: trasferiti in campi di accoglienza migliaia di immigrati in fuga dagli
attacchi xenofobi
Difficoltà e polemiche per le operazioni di trasferimento degli immigrati in Sudafrica,
nella provincia di Gauteng, in campi di accoglienza. Duemila persone sono state già
spostate dalle stazioni di polizia ed edifici pubblici, dove erano alloggiate poiché
messe in fuga dagli attacchi xenofobi delle settimane scorse, in tre campi, ed altri
sette centri saranno presto allestiti per ospitare circa 10.000 persone. Ma l’Alta
Corte di Johannesburg ha bloccato almeno uno di questi trasferimenti su richiesta
delle ONG "Avvocati per i Diritti umani" e "Medici Senza Frontiere" e della Chiesa
centrale metodista di Johannesburg, che hanno denunciato l’inadeguatezza e persino
la pericolosità del luogo scelto per l’accampamento, troppo vicino ad uno degli ostelli
per disoccupati e poveri da cui, in altre località, sono partiti molti degli attacchi
agli stranieri. Nei giorni scorsi, riferisce l'agenzia MISNA, il governo sudafricano
aveva dichiarato come sua priorità il ritorno degli sfollati nelle comunità e quartieri
da dove erano fuggiti, indicando quella dei campi come una scelta provvisoria. Sono
state 62 le vittime delle violenze e 670 i feriti secondo l’ultimo aggiornamento ufficiale
diffuso nel fine settimana dal governo, precisando che sei nuove vittime non sono
state provocate da altri attacchi ma sono decedute in seguito alle ferite riportate.
Non esistono invece valutazioni precise sul numero degli sfollati, che sarebbero almeno
30.000 secondo fonti ufficiali, mentre altri alzano le stime a 80-100.000; non è chiaro
se tra questi ultimi vanno inclusi anche gli almeno 50.000, tra mozambicani e zimbabwani,
che hanno lasciato il Paese. Ad Akasia, a nord di Tshwane, nella provincia di Gauteng,
gli sfollati hanno protestato contro il trasferimento chiedendo di trovare una collocazione
per loro fuori dal Sudafrica, per timore di nuovi attacchi. (V.V.)