2008-06-03 16:17:14

Le parole dei cardinali Sepe e Saraiva Martins per la beatificazione a Napoli di suor Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso


La Chiesa di Napoli ha celebrato domenica pomeriggio la beatificazione di suor Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, carmelitana scalza, morta 60 anni fa nel capoluogo campano. In una cattedrale gremita, circa quattromila fedeli hanno partecipato al solenne rito con il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, e il superiore generale dei Carmelitani Scalzi, padre Louis Arostegui. Alla celebrazione era presente anche la famiglia di Francesco Natale il bambino salvato per intercessione di suor Giuseppina da una malattia che all’età di due mesi ne metteva in pericolo la vita. Un miracolo che, una volta riconosciuto, ha permesso la firma del decreto di beatificazione. Madre Giuseppina è una figura molto amata nella città partenopea e il monastero dei Santi Teresa e Giuseppe delle Carmelitane Scalze, dove riposano le sue spoglie mortali, è meta di pellegrinaggi da tutto il meridione d’Italia. Suor Giuseppina, chiamata confidenzialmente “suor Pinella” è “un modello di virtù – ha sottolineato il cardinale Sepe nell’omelia – stimolo per i napoletani verso la santità”. Il porporato ha ricordato la particolare predilezione di suor Giuseppina per i più poveri e i bisognosi, destinando loro amore e attenzione fin da bambina. “La sorgente di questo fecondo apostolato è la piena e perfetta unione della nostra beata con Cristo Crocifisso – ha poi spiegato l’arcivescovo di Napoli - l’innamorato che la riempie di amore e la fa gioire anche nella sofferenza”. Il cardinale Josè Saraiva Martins, da parte sua, ha posto l’accento sul ruolo del Carmelo nella Chiesa di Napoli “in quanto luogo e scuola di santità” che ha donato alla città “una sua figlia elevata all’onore degli altari”. Il porporato, prima di portare i saluti del Pontefice alla città, ha letto alcuni passi del diario della beata Giuseppina da cui emerge il “desiderio ardente di vivere nella volontà di Dio”, “perché solo in tal modo si fanno i santi – si legge ancora nel diario della beata – ed io foglio farmi santa per dar gloria a Dio”. (M.G.)







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