Regno Unito: in un documento pastorale i vescovi invitano ad aiutare gli immigrati
Mentre nel Regno Unito, come in altri Paesi europei, si intensificano le misure per
rendere più difficile l’ingresso degli stranieri, i vescovi inglesi e gallesi, in
una recente lettera pastorale ripresa dall'Agenzia Sir, ricordano che l'immigrato
ci porta il volto di Dio e va aiutato in tutti i modi. La lettera si intitola "La
missione della Chiesa verso i migranti in Inghilterra e Galles”, ed è stata preparata
dall'Ufficio per i rifugiati politici della Conferenza episcopale. Dopo avere aperto
con un appello "per una cultura dell'accoglienza" nello spirito della "Populorum progressio"
in cui Paolo VI chiese ai cattolici di aiutare chi sta cercando di "fuggire la fame,
la miseria, le malattie endemiche e l'ignoranza", il documento passa ad un’analisi
articolata del fenomeno migratorio, definito come una conseguenza inevitabile della
globalizzazione. Tra i punti salienti di questa analisi vi sono: da un lato, la denuncia
dell'atteggiamento “contraddittorio” dei governi che, per un verso , "impongono misure
severissime per fermare il movimento degli immigrati”, e per l’altro “cercano di reclutare
lavoratori qualificati dai Paesi in via di sviluppo", consegnando in questo modo lavoratori
non qualificati nelle mani dei trafficanti e causando tragiche perdite di vite umane.
Dall’altro lato, la lettera ammonisce come la cattiva gestione dell'immigrazione generi
razzismo e xenofobia, fenomeni alimentati anche dai media: gli immigrati sono percepiti
come un pericolo anche, perché sono spesso costretti a vivere in aree disagiate,
mettendosi in competizione con le fasce più povere della popolazione locale, con inevitabili
tensioni che danneggiano la comunità. L'ultima parte della lettera è quindi dedicata
all'accoglienza degli immigrati nelle comunità cattoliche. Dopo avere rilevato che
la Chiesa può diventare un sostituto della famiglia estesa e della società che gli
immigrati hanno lasciato, i vescovi sottolineano l’importanza di aiutarli ad integrarsi
nella parrocchia e nella società e di mettere in atto programmi che rendano “autentica
l'accoglienza degli stranieri". (L.Z.)