Benedetto XVI invita i fedeli a pregare perchè ogni cristiano coltivi una profonda
amicizia con Gesù per comunicare il suo amore agli altri
Benedetto XVI invita i fedeli a pregare, in questo mese di giugno, “perché ogni cristiano
coltivi una profonda e personale amicizia con Cristo, così da poter comunicare la
forza del suo amore ad ogni persona che incontra”. E’ questa l’intenzione generale
del Papa per l’apostolato della preghiera. Il Pontefice sin dall’inizio del suo Pontificato
ha sottolineato che la fede cristiana altro non è che diventare amici di Gesù. Ascoltiamo
il servizio di Sergio Centofanti.
“Non
vi è niente di più bello che conoscere” Gesù “e comunicare agli altri l’amicizia con
Lui”: Benedetto XVI nella Messa d’inizio Pontificato invita tutti, e in particolare
i giovani, a non avere paura di aprire il cuore all’amicizia con Gesù: un’amicizia
esigente ma che dona tutto:
“Solo in quest’amicizia
si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente
le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo
ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande
convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari
giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si
dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete
la vera vita”. (Omelia della Messa di inizio Pontificato, 24 aprile 2005)
“All'inizio
dell'essere cristiano – scrive il Papa nell’Enciclica Deus caritas est - non c'è una
decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona”.
Un incontro da cui dipende la felicità dell’uomo e che ci sostiene nei momenti più
difficili della vita:
“La gioia più vera, infatti,
sta nel rapporto con Lui incontrato, seguito, conosciuto, amato, grazie ad una continua
tensione della mente e del cuore. Essere discepolo di Cristo: questo basta al cristiano.
L'amicizia col Maestro assicura all'anima pace profonda e serenità anche nei momenti
bui e nelle prove più ardue. Quando la fede si imbatte in notti oscure, nelle quali
non si ‘sente’ e non si ‘vede’ più la presenza di Dio, l'amicizia di Gesù garantisce
che in realtà nulla può mai separarci dal suo amore”. (Angelus del 15 gennaio 2006)
E’
necessario – afferma il Papa - ritenere Gesù come il primo dei nostri amici, pronti
a sacrificarci per Lui:
"Gesù ha detto: 'Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici'. Ogni testimone
della fede vive questo amore 'più grande' e, sull’esempio del divino Maestro, è pronto
a sacrificare la vita per il Regno di Dio. In questo modo si diventa amici di Cristo;
così ci si conforma a Lui, accettando il sacrificio fino all’estremo, senza porre
limiti al dono dell’amore e al servizio della fede”.(Omelia nella Basilica di San
Bartolomeo all’Isola Tiberina, 8 aprile 2008)
Ma
chi sono gli amici di Cristo? Sarà svelato definitivamente nel giudizio universale,
quando non saremo giudicati in base a presunti e dichiarati privilegi ma secondo le
nostre opere:
“Non basterà pertanto dichiararsi
‘amici’ di Cristo vantando falsi meriti: ‘Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza
e tu hai insegnato nelle nostre piazze’ (Lc 13,26). La vera amicizia con Gesù si esprime
nel modo di vivere: si esprime con la bontà del cuore, con l’umiltà, la mitezza e
la misericordia, l’amore per la giustizia e la verità, l’impegno sincero ed onesto
per la pace e la riconciliazione. Questa, potremmo dire, è la ‘carta d’identità’ che
ci qualifica come suoi autentici ‘amici’; questo è il ‘passaporto’ che ci permetterà
di entrare nella vita eterna”. (Angelus del 26 agosto 2007)