Sangue in Macedonia, dove si vota per le elezioni legislative anticipate dopo il recente
fallimento delle trattative per l'ingresso della Repubblica ex jugoslava nella NATO.
Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite in alcune sparatorie avvenute
nei quartieri a maggioranza albanese della capitale Skopje. Il servizio di Benedetta
Capelli:
La violenza
che ha colpito oggi la Macedonia, gli scontri e i tafferugli che si sono verificati
in occasione dell’importante appuntamento elettorale potrebbero pesare sulle aspirazioni
di Skopje sia nell’ingresso tra i Paesi membri che nell’Alleanza Atlantica. Già il
"no" ricevuto dalla NATO nel vertice di aprile a Bucarest aveva aperto la crisi politica
con l’uscita dal governo del partito albanese DPA, facente parte della coalizione
di centrodestra. Un gesto che ha spianato la strada alle elezioni anticipate in calendario
per oggi. Sono chiamati alle urne quasi due milioni di elettori, che dovranno scegliere
tra 1.540 candidati i 120 deputati del nuovo parlamento. Sul voto, vigilano 500 osservatori
internazionali. A pesare però in queste ore è la violenza. Alcune sparatorie tra
gruppi politici rivali della minoranza albanese si sono verificate in
diversi villaggi nel nord della Macedonia, negli incidenti è rimasta coinvolta anche
la polizia che ha trovato vicino Tetovo due depositi di armi e munizioni. A seguito
di questi disordini, sono state sospese le operazioni di voto ad Aracinovo, Gurgurnica
e anche Tetovo, roccaforte della minoranza albanese, che rappresenta il 25
per cento della popolazione. Un clima di tensione che già si era respirato
durante la campagna elettorale: protagonisti i sostenitori dei due principali partiti
albanesi, DPA e UPI, in lotta tra loro. Favorita nelle elezioni di oggi è la coalizione
di centrodestra, saldamente in testa nei sondaggi rispetto a quella di centrosinistra,
ma gli analisti ritengono che proprio le due formazioni albanesi saranno l’ago della
bilancia e che per governare sarà necessario un esecutivo allargato.