Il Magnificat di Maria è la più vera interpretazione della storia: così il Papa ieri
sera, a conclusione del Mese mariano in Piazza San Pietro
La grandezza semplice e sublime di Maria, il suo cuore limpido, la sua fede senza
ombre e senza incrinature: sono le caratteristiche della Beata Vergine ricordate ieri
sera dal Papa, durante la celebrazione per la conclusione del Mese mariano. Quest’anno,
il rito si è svolto per la prima volta in Piazza San Pietro, affollata di fedeli che
hanno recitato il Santo Rosario, mentre la statua della Madonna veniva portata in
processione lungo il colonnato. Il servizio di Isabella Piro:
(canto: Mira
il tuo popolo)
Le fiaccole dei fedeli sfiorate dal
vento e la cupola di San Pietro, sullo sfondo, ad illuminare il cuore di tutti: è
stato un Rosario suggestivo quello che ha concluso il mese mariano ieri sera, giorno
in cui, ha ricordato il Papa, si celebrava la festa della Visitazione della Beata
Vergine e la memoria del Cuore Immacolato di Maria. Ricorrenze, ha sottolineato Benedetto
XVI, che ci invitano a volgere con fiducia lo sguardo e le preghiere alla Madre di
Dio:
"Il Rosario, quando non è meccanica ripetizione
di formule tradizionali, è una meditazione biblica che ci fa ripercorrere gli eventi
della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei,
nel nostro cuore".
Poi, la riflessione del Papa
si è spostata sul Vangelo di Luca, che racconta la visita di Maria all’anziana cugina
Elisabetta, in avanzato stato di gravidanza. Un gesto che rivela “la grandezza semplice
e sublime di Maria”, ha continuato Benedetto XVI, e che fa esclamare alla stessa Elisabetta:
“Benedetta tu fra le donne, benedetto il frutto del tuo grembo”. Parole che potrebbero
apparire sproporzionate, ha aggiunto il Papa, in un mondo in cui “contano altre persone
e pesano altri poteri”, ma a al quale Maria risponde in modo sorprendente, con il
Magnificat:
"Maria ancora una volta ci stupisce;
il suo cuore è limpido, totalmente aperto alla luce di Dio; la sua anima è senza peccato,
non appesantita dall’orgoglio e dall’egoismo. Le parole di Elisabetta accendono nel
suo spirito un cantico di lode, che è un’autentica e profonda lettura 'teologica'
della storia: una lettura che noi dobbiamo continuamente imparare da Colei la cui
fede è senza ombre e senza incrinature. 'L’anima mia magnifica
il Signore'. Maria riconosce la grandezza di Dio. Questo è il
primo indispensabile sentimento della fede; il sentimento che dà sicurezza all’umana
creatura e la libera dalla paura, pur in mezzo alle bufere della storia". In
questo modo, ha continuato Benedetto XVI, la Vergine “vede” con gli occhi della fede
l’opera di Dio nella storia, andando oltre la superficie:
"Per
questo è Beata, perché ha creduto: per la fede, infatti, ha accolto la Parola del
Signore e ha concepito il Verbo incarnato. La sua fede Le ha fatto vedere che i troni
dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica
roccia che non muta e non cade. E il suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni,
resta la più vera e profonda interpretazione della storia, mentre le letture fatte
da tanti sapienti di questo mondo sono state smentite dai fatti nel corso dei secoli". Di
qui, l’invito finale del Papa ad imitare l’esempio di Maria e a tornare a casa “con
il Magnificat nel cuore”:
"Portiamo in noi i
medesimi sentimenti di lode e di ringraziamento di Maria verso il Signore, la sua
fede e la sua speranza, il suo docile abbandono nelle mani della Provvidenza divina.
Imitiamo il suo esempio di disponibilità e generosità nel servire i fratelli. Solo,
infatti, accogliendo l’amore di Dio e facendo della nostra esistenza un servizio disinteressato
e generoso al prossimo, potremo elevare con gioia un canto di lode al Signore".