2008-05-31 15:56:08

I cattolici indonesiani chiedono il sostegno degli Stati Uniti alla causa degli indigeni papuani


“C’è terrore e gli aiuti economici destinati alla gente vengono utilizzati per altri scopi. Le persone non si sentono ancora sicure nel proprio Paese”. Questa la denuncia di padre Cayetanus Johanes Tarong, Superiore dei missionari del Sacro Cuore, sulle condizioni in cui vive il milione e mezzo di indigeni presenti in Papua occidentale, in Indonesia. In un’area ricca di risorse petrolifere e rame, questa minoranza subisce continue vessazioni ed è afflitta da una povertà estrema. Per questo una delegazione cattolica indonesiana, riporta l’Osservatore Romano, ha voluto incontrare recentemente alcuni rappresentanti della Conferenza episcopale statunitense e si è recata a Washington per chiedere al Congresso da una parte aiuti finanziari, dall’altra una mediazione tra il Governo del Paese asiatico e i papuani, anche ricorrendo alla minaccia di sospensione degli aiuti militari in caso di mancata risoluzione dei problemi. Repressione culturale, aumento dei casi di Aids, drammatica situazione sanitaria, carenza di strutture educative sono solo alcune delle emergenze che gli indigeni si trovano oggi ad affrontare. Sebbene, come ha spiegato Frederika Koraina, direttore operativo dell’Ufficio giustizia e pace della diocesi, essi abbiano accettato che le enormi ricchezze della loro regione siano a disposizione del Paese, continuano a subire ingiustizie e violenze. (S.G.)







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