La Macedonia domani alle urne per le elezioni parlamentari anticipate. Ma quello che
si reca al voto è un Paese deluso sia nelle aspettative interne che internazionali.
Separatasi dalla Jugoslavia nel 1991, oggi la Macedonia aspira ad entrare non senza
difficoltà nella NATO e nell’Unione Europea. Ma quale è il clima preelettorale? Giancarlo
La Vella lo ha chiesto alla giornalista macedone Emilia Waters: R.
- La Macedonia si presenta molto stanca a questo voto. La scena politica è occupata
principalmente da due partiti: il primo, più a sinistra, è di matrice socialdemocratica.
Il secondo, più a destra, di matrice popolare. Queste elezioni anticipate si svolgono
a due anni dalle precedenti e la maggior parte della popolazione non ha effettivamente
capito la necessità di anticiparle. In più, la delusione della Macedonia sta nel fatto
che le riforme economiche stentano a decollare, che questa primavera l’inflazione,
per la prima volta in 15 anni, è arrivata a circa il 10 per cento. Il terzo fattore
della stanchezza politica direi stia nel fatto che il Paese si sente insoddisfatto
dal comportamento dell’Unione Europea riguardo al processo di avvicinamento.
D.
- Proprio su questo aspetto, è in fase di svolgimento la procedura di adesione della
Macedonia alla NATO e all’Unione Europea. Si stanno rispettando i parametri?
R.
- I macedoni si sentono europei, sia per l’appartenenza geografica che culturale,
e il binomio NATO-Unione Europea è da anni nell’agenda di tutti i partiti. Però, le
lungaggini burocratiche, con sempre più richieste da soddisfare, l’effettivo disinteresse
dell’Unione a lasciar entrare nuovi Paesi, fa sì che i macedoni si sentano traditi
dall’Europa. In questo momento, si stanno rivolgendo sempre più spesso verso gli Stati
Uniti. In più, le incomprensioni con la Grecia riguardo al nome e all’identità macedone
in tutte le istanze comunitarie, hanno fatto capire ai macedoni, anche se le richieste
di Atene sono al limite delle convenzioni internazionali, che si tende sempre più
a soddisfare le richieste di chi è già membro nonostante le sue istanze siano discutibili.
D.
- Per queste elezioni, quali sono le previsioni di vittoria?
R.
- Le previsioni dei sondaggisti parlano di un netto vantaggio del partito che ha governato
negli ultimi due anni - il Partito popolare, praticamente - che potrebbe arrivare
quasi al 40 per cento dei consensi, in questo momento. Ma, ovviamente, queste sono
solo previsioni. Comunque, chi vincerà dovrà formare una coalizione di governo con
almeno uno dei partiti più piccoli.