Benedetto XVI ai membri della Fondazione "Centesimus Annus Pro Pontifice": i sistemi
economici globalizzati siano aperti alla sussidiarietà e alla solidarietà, per un'integrale
promozione dell'uomo
Porre la persona al centro di qualsiasi programmazione economica, promuovendo i principi
della sussidiarietà e della solidarietà, perché lo sviluppo degli interessi e dei
commerci cresca di pari passo con lo sviluppo integrale dell’uomo. Benedetto XVI è
tornato a riflettere sui temi della Dottrina sociale della Chiesa ricevendo oggi in
udienza i partecipanti al Convegno internazionale promosso dalla Fondazione “Centesimus
Annus Pro Pontifice”, creata dal Giovanni Paolo II nel 1993. Il servizio di Alessandro
De Carolis: La
realizzazione di un “giusto ordine economico mondiale”, imperniato sull’uomo e non
sul profitto. E’ uno degli obiettivi di fondo - ideale e pratico a un tempo - al quale
mira la visione sociale cristiana. Le encicliche dei Pontefici, tra la fine del XIX
e per tutto il XX secolo, hanno sviluppato questo pensiero, sublimato cento anni dopo
la Rerum Novarum di Leone XIII dalla Centesimus annus di Papa Wojtyla, Enciclica dalla
quale è scaturita l’idea della Fondazione oggi in udienza in Vaticano. Un magistero
che Benedetto XVI ha raccolto e ulteriormente aggiornato, ribadendo che se oggi la
chiave di volta dei sistemi finanziari e commerciali risiede nei processi di globalizzazione,
essi possono e debbono essere interpretati a misura dell’essere umano, in un contesto
sociale aperto alla solidarietà:
“E’ possibile
uno sviluppo armonico, se le scelte economiche e politiche poste in atto tengono conto
di quei principi fondamentali che lo rendono accessibile a tutti: mi riferisco, in
particolare, ai principi della sussidiarietà e della solidarietà. Al centro di ogni
programmazione economica, specialmente considerando la vasta e complessa rete di relazioni
che caratterizza l’epoca post-moderna, occorre che ci sia sempre la persona, creata
a immagine di Dio e da Lui voluta per custodire ed amministrare le immense risorse
del creato”.
“Il capitale sociale e lo sviluppo
umano” è il titolo del Convegno grazie al quale la Fondazione Centesimus Annus ha
radunato, ieri e oggi a Roma, esperti da tutto il mondo per interventi dedicati -
ha notato il Papa - alla promozione “di uno sviluppo globale attento alla promozione
integrale dell’uomo”. Ciò è possibile, ha affermato Benedetto XVI, se la gestione
delle risorse del pianeta verrà condotta sullo stile dell’amministratore del Vangelo,
uomo fedele che mette a disposizione di tutti quello che Dio gli ha affidato:
“In
altre parole, occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme
di collettivismo opprimano la libertà personale. L’interesse economico e commerciale
non deve mai divenire esclusivo, perché verrebbe a mortificare di fatto la dignità
umana. Poiché il processo di globalizzazione, in atto nel mondo, investe sempre più
il campo della cultura, dell’economia, delle finanze e della politica, la grande sfida
oggi è 'globalizzare' non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le
attese di solidarietà, nel rispetto e nella valorizzazione dell’apporto di ogni componente
della società”.
“A questo riguardo - ha soggiunto
il Papa - la Chiesa nella sua Dottrina sociale sottolinea l’importanza dell’apporto
dei corpi intermedi secondo il principio della sussidiarietà, per contribuire liberamente
ad orientare i cambiamenti culturali e sociali e finalizzarli ad un autentico progresso
dell’uomo e della collettività”. Benedetto XVI ha poi concluso esprimendo la propria
gratitudine per il lavoro svolto dalla Fondazione vaticana e invitandone i membri
a offrire contributi di riflessione “per la realizzazione di un giusto ordine economico
mondiale”, che venga “incontro alle attese legittime e ai bisogni” specialmente “dei
più piccoli e bisognosi”.