2008-05-31 14:10:10

Benedetto XVI ai membri della Fondazione "Centesimus Annus Pro Pontifice": i sistemi economici globalizzati siano aperti alla sussidiarietà e alla solidarietà, per un'integrale promozione dell'uomo


Porre la persona al centro di qualsiasi programmazione economica, promuovendo i principi della sussidiarietà e della solidarietà, perché lo sviluppo degli interessi e dei commerci cresca di pari passo con lo sviluppo integrale dell’uomo. Benedetto XVI è tornato a riflettere sui temi della Dottrina sociale della Chiesa ricevendo oggi in udienza i partecipanti al Convegno internazionale promosso dalla Fondazione “Centesimus Annus Pro Pontifice”, creata dal Giovanni Paolo II nel 1993. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3
 
La realizzazione di un “giusto ordine economico mondiale”, imperniato sull’uomo e non sul profitto. E’ uno degli obiettivi di fondo - ideale e pratico a un tempo - al quale mira la visione sociale cristiana. Le encicliche dei Pontefici, tra la fine del XIX e per tutto il XX secolo, hanno sviluppato questo pensiero, sublimato cento anni dopo la Rerum Novarum di Leone XIII dalla Centesimus annus di Papa Wojtyla, Enciclica dalla quale è scaturita l’idea della Fondazione oggi in udienza in Vaticano. Un magistero che Benedetto XVI ha raccolto e ulteriormente aggiornato, ribadendo che se oggi la chiave di volta dei sistemi finanziari e commerciali risiede nei processi di globalizzazione, essi possono e debbono essere interpretati a misura dell’essere umano, in un contesto sociale aperto alla solidarietà:

 
“E’ possibile uno sviluppo armonico, se le scelte economiche e politiche poste in atto tengono conto di quei principi fondamentali che lo rendono accessibile a tutti: mi riferisco, in particolare, ai principi della sussidiarietà e della solidarietà. Al centro di ogni programmazione economica, specialmente considerando la vasta e complessa rete di relazioni che caratterizza l’epoca post-moderna, occorre che ci sia sempre la persona, creata a immagine di Dio e da Lui voluta per custodire ed amministrare le immense risorse del creato”.

 
“Il capitale sociale e lo sviluppo umano” è il titolo del Convegno grazie al quale la Fondazione Centesimus Annus ha radunato, ieri e oggi a Roma, esperti da tutto il mondo per interventi dedicati - ha notato il Papa - alla promozione “di uno sviluppo globale attento alla promozione integrale dell’uomo”. Ciò è possibile, ha affermato Benedetto XVI, se la gestione delle risorse del pianeta verrà condotta sullo stile dell’amministratore del Vangelo, uomo fedele che mette a disposizione di tutti quello che Dio gli ha affidato:

 
“In altre parole, occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale. L’interesse economico e commerciale non deve mai divenire esclusivo, perché verrebbe a mortificare di fatto la dignità umana. Poiché il processo di globalizzazione, in atto nel mondo, investe sempre più il campo della cultura, dell’economia, delle finanze e della politica, la grande sfida oggi è 'globalizzare' non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le attese di solidarietà, nel rispetto e nella valorizzazione dell’apporto di ogni componente della società”.

 
“A questo riguardo - ha soggiunto il Papa - la Chiesa nella sua Dottrina sociale sottolinea l’importanza dell’apporto dei corpi intermedi secondo il principio della sussidiarietà, per contribuire liberamente ad orientare i cambiamenti culturali e sociali e finalizzarli ad un autentico progresso dell’uomo e della collettività”. Benedetto XVI ha poi concluso esprimendo la propria gratitudine per il lavoro svolto dalla Fondazione vaticana e invitandone i membri a offrire contributi di riflessione “per la realizzazione di un giusto ordine economico mondiale”, che venga “incontro alle attese legittime e ai bisogni” specialmente “dei più piccoli e bisognosi”.







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