2008-05-30 14:56:43

Il Pontificio Consiglio per i migranti: sì ai ricongiungimenti familiari


Guardare con maggiore attenzione alle famiglie dei migranti e degli itineranti: per sostenerle quando vivono una separazione, per permettere la loro integrazione nella società, perché ne vengano rispettati i diritti. E’ l’impegno cui richiama il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti nel comunicato finale della XVIII Sessione Plenaria dedicata alla famiglia migrante e itinerante, svoltasi a Roma dal 13 al 15 maggio. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3


Ribadendo quanto ha affermato Benedetto XVI al Forum delle Associazioni familiari, lo scorso 16 maggio, che ha definito la famiglia “l’unione di vita e di amore, basata sul matrimonio tra un uomo e una donna”, “un insostituibile bene per l’intera società”, il documento sottolinea la necessità di mantenere l’unità della famiglia e di guardare al ricongiungimento come ad un obiettivo fondamentale. Considerando che molte famiglie “emigrano poiché non possono vivere con dignità nel proprio Paese”, il dicastero vaticano chiede aiuti per queste persone che comunque rappresentano “una risorsa per la società in cui lavorano”. Da qui l’appello ai governi perché “rivedano … le loro politiche migratorie” e favoriscano il ricongiungimento familiare nei Paesi di accoglienza. La Chiesa, dal canto suo, vuole insistere sui propri programmi di integrazione ed accoglienza, perché un “aiuto per uno sviluppo legittimo è … indispensabile anche per realizzare la pace e l’armonia nell’arena internazionale”, considerando anche il fatto che “le persone hanno il diritto a non emigrare per realizzare il proprio benessere integrale”.

 
“La Chiesa – si legge nel comunicato – ha … un importante ruolo da svolgere nella difesa del ‘diritto a vivere in una famiglia unita e in un ambiente morale, favorevole allo sviluppo della … personalità’ … e nella promozione dei diritti sociali relativi alla famiglia dei migranti e degli itineranti”. Impegno viene richiesto anche per favorire i processi di inculturazione e di integrazione, che necessitano un dialogo tra persone ma anche con le istituzioni. Ma il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti lancia anche l’allarme migranti irregolari e traffico di esseri umani. Di fronte a queste sfide la Chiesa vuole portare avanti “programmi di protezione”, sottolineando che “i migranti sono persone con una dignità umana inalienabile, a prescindere dalla loro nazionalità, cultura o condizione legale” e che “i loro diritti umani devono, pertanto, essere rispettati”. Tenere conto delle condizioni lavorative degli immigrati, rispettare le loro consuetudini matrimoniali, assisterli nella preparazione al matrimonio: sono queste le altre urgenze segnalate nel documento che non tralascia il problema delle donne cattoliche sposate a non cristiani per le quali si richiede sostegno da parte delle comunità cristiane. Infine il dicastero vaticano esorta all’accoglienza calorosa verso i migranti e ad un “dialogo volto a riconoscere e ad applicare la reciprocità nel campo della libertà religiosa”. “Promuovere e garantire questa reciprocità è responsabilità dei legislatori, a livello nazionale ed internazionale – conclude il documento – e richiede spirito di dialogo, solidarietà e collaborazione tra gli Stati. È altresì necessario che le Nazioni Unite intervengano con determinazione su tale questione, in accordo con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”.







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